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Migranti, un’altra
inutile Agenzia Ue

Migranti, un’altra <br> inutile Agenzia Ue

di Piero Innocenti

(23 dicembre 2015) Alcuni giorni fa il Commissario UE per l'immigrazione Dimitris Avramopouols, in un'intervista, annunciava la presentazione di una proposta di regolamento per l'istituzione di un "Agenzia della frontiera e guardia costiera europea" che andrebbe a sostituire quella attuale di Frontex deputata alla gestione della cooperazione operativa delle frontiere esterne degli Stati membri UE. L'obiettivo sarebbe quello di fronteggiare, in futuro, le crisi migratorie e umanitarie che stanno interessando, sin dal 2011, l'Europa e che negli ultimi due anni, in particolare, hanno assunto dimensioni drammatiche. Per questo la nuova Agenzia avrebbe poteri particolarmente incisivi nei confronti degli Stati membri, poteri che, tuttavia, appaiono inconciliabili con il principio di sussidiarietà e con lo stesso esercizio delle sovranità nazionali. Per quanto riguarda l'Italia, dove già esiste un organismo deputato alla gestione e al controllo dell'immigrazione illegale via mare (Ministero dell'Interno, Direzione Centrale dell'immigrazione e della Polizia delle Frontiere) e della sicurezza e soccorso in mare (Guardia Costiera), si profilano problemi di non facile soluzione sia sul piano politico che su quello giuridico. Anzi, per essere molto chiari, ho l'impressione che anche questa proposta di un'Agenzia europea che si intromette pesantemente negli affari interni statali di tale rilevanza come l'immigrazione, sia destinata ad essere accantonata in tempi brevi.

Basti pensare alla "istituzione di un centro per il monitoraggio e l'analisi" previsto nella nuova Agenzia che dovrebbe "coprire" qualsiasi aspetto sui movimenti di stranieri verso l'UE e al suo interno inclusi quelli collegati alla tratta delle persone, al cross-border crime e al terrorismo. Tutto questo presuppone anche il potere, che sarebbe riconosciuto ai team di frontiera e di guardia costiera, di accedere agli archivi di polizia nazionali ed europei (Eurodac e Sis). Ma c'è di più. La valutazione dei singoli Stati nell'affrontare situazioni di crisi spetterebbe al direttore esecutivo dell'Agenzia che fisserebbe anche le misure da adottare e i tempi in cui farlo, mentre un'insufficiente risposta dello Stato potrebbe indurre la Commissione a decidere per un intervento diretto dell'Agenzia (nella bozza della proposta di regolamento è sparito ogni riferimento al coordinamento con le autorità dello Stato membro). L'invio, poi, di ufficiali di collegamento dell'Agenzia negli Stati membri che debbono avere "accesso illimitato al centro nazionale di coordinamento...a tutte le informazioni e sistemi in uso..che monitoreranno le misure prese dallo Stato alle frontiere esterne..", è decisamente un altro punto che troverà ostacoli insormontabili nell'attuale contesto europeo sempre più sfilacciato e inconcludente sul tema dell'immigrazione.

Nel provvedimento comunitario in itinere viene inserito, per la prima volta, il concetto di "hotspot". Gli Stati membri dovrebbero mettere a disposizione dell'Agenzia personale specializzato per le attività di scorta a stranieri da rimpatriare. Sono particolarmente rilevanti i contributi in termini di risorse umane richiesti ai singoli Stati per le operazioni di rimpatrio. E' previsto, infatti, che gli Stati con frontiere esterne terrestri e marittime, mettano annualmente a disposizione dell'Agenzia, entro tre giorni lavorativi, almeno il 2% delle risorse umane corrispondenti ai vari profili individuati per tali operazioni (contributo che sale al 3% per quegli Stati che non hanno frontiere esterne). Una sorta di team di pronto intervento per operazioni congiunte e rapide ai confini esterni di Schengen. Si prevede, infine, un momento di coordinamento relativamente alle funzioni di guardia costiera (maritime safety, security, border control, general law enforcement, serch and rescue,fisheries control, custom control and enviromental protection) con le due agenzie europee esistenti dell'EFCA (European Fisheries Control Agency) e dell'EMSA (European Maritime Safety Agency). Si tratta, come è intuibile, di processi lunghi e tortuosi che, probabilmente, non approderanno a nulla di concreto mentre proseguono, senza sosta, le drammatiche traversate marine dalla Turchia verso le isole greche con morti e dispersi quotidiani. L'annunciata nascita della nuova (invadente) Agenzia pare soltanto l'ennesima brutta figura di un' Unione Europea incapace di gestire gli inarrestabili flussi migratori provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa.

(© 9Colonne - citare la fonte)