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direttore Paolo Pagliaro

L’ultimo lascito
di Casaleggio

L’ultimo lascito <br> di Casaleggio

di Paolo Pagliaro

L’ultimo lascito politico di Gianroberto Casaleggio e della sua idea di democrazia diretta è la proposta di legge del Movimento 5 Stelle sulla riforma dei partiti.  Presentata alla Camera cinque giorni fa, primo firmatario Toninelli, la proposta affronta esclusivamente il problema del finanziamento e della trasparenza finanziaria dei partiti.   Vieta loro  di ricevere contributi da chi non accetta di renderli pubblici. Limita gli utilizzi che si possono fare dei soldi ricevuti. Impone la pubblicazione del curriculum vitae e dei certificati penali dei candidati alle elezioni. Riduce l'ammontare massimo delle donazioni da 100mila a 18mila euro.

 Ma non dedica neppure una riga al problema della democrazia interna, che è invece il tema al centro di tutte le riforme proposte senza successo  negli ultimi 40 anni per dare applicazione all’articolo 49 della Costituzione, che al metodo democratico  nella vita dei partiti fa invece esplicito riferimento. Il 22 maggio del 1947, quando l’assemblea costituente approvò l’articolo in questione, Aldo Moro ne spiegò la ratio  osservando che se non vi era una base di democrazia interna, i partiti non avrebbe potuto essere strumenti di democrazia nella vita politica del Paese. 

Con il tempo, il sistema dei partiti -  liberi di operare senza alcuna reale forma di controllo e di garanzia - si è però andato  corrompendo, tanto che da molti anni ormai ha assunto il nome di  partitocrazia.

Figlia di questa crisi, è l’idea che dei partiti si debba fare a meno, e che la democrazia rappresentativa possa essere sostituita dalla democrazia diretta, alimentata dalla rete.  Questa è la sfida che Casaleggio ha lanciato alla cultura politica italiana, con indubbio successo visto che i 5 Stelle erano il 2% dell’elettorato cinque anni fa e sono il 28% oggi.  Una grande forza che ora è attesa alla prova del potere.

(© 9Colonne - citare la fonte)