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Donne del Novecento
due libri consigliati

Donne del Novecento <br> due libri consigliati

di Paolo Pagliaro

(12 maggio 2016) Sono accomunate dall’agire temerario e audace le “Donne della Repubblica” raccontate in un volume che il Mulino edita a 70 anni dalle prime elezioni politiche per le quali anche le donne votarono. Sono 14 biografie esemplari scritte da giornaliste e studiose del gruppo Controparola. Presentati da Dacia Maraini ci sono i ritratti di protagoniste della resistenza, Tina Anselmi, Nilde lotti, Marisa Ombra, Ada Gobetti, ma anche di scrittrici come Alba de Céspedes, Fausta Cialente, Renata Viganò, della sarta Biki, e di Giulia Occhini la leggendaria Dama Bianca compagna di Fausto Coppi.

C’è la storia di Teresa Mattei, fiorentina diciassettenne espulsa da tutte le scuole del regno per aver interrotto una lezione sulla superiorità della razza ariana. Di Lina Merlin che propose e ottenne l’inserimento della parola “sesso” nell’articolo 3 della Costituzione e con sole quattro parole – “senza distinzione di sesso” – cambiò così la storia delle donne. Di Anna Magnani, che improvvisava sul palcoscenico battute sferzanti contro i fascisti e gli occupanti nazisti presenti in sala. Di Camilla Ravera, che dopo aver pagato con cinque anni di carcere la fedeltà al partito, ne fu espulsa per aver criticato il patto tra Stalin e Hitler.

Se davvero, come scrive Dacia Maraini, siamo un paese che prova sollievo nel dimenticare il passato, un po’ di salutare malessere lo provocherà la lettura di un altro libro sulle donne del Novecento uscito in questi giorni. Si intitola “Fasciste di Salò” e lo ha scritto per Laterza Cecilia Nubola, dell’ l’Istituto storico italo-germanico di Trento. E’ la storia giudiziaria di una quarantina di collaborazioniste, alcune combattenti a viso aperto, ma in maggioranza spie al servizio dei tedeschi.

L’autrice scava negli atti processuali con scrupolo ma non con distacco. E in epigrafe cita Elie Wiesel: la neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima; il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.

(© 9Colonne - citare la fonte)