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Cgie, Amendola: una riforma
condivisa entro l’anno

Cgie, Amendola: una riforma <br> condivisa entro l’anno

A marzo in occasione della plenaria del Cgie, ieri al Comitato di Presidenza del Consiglio Generale, oggi ancora di fronte al Comitato per le questioni degli italiani all'estero, Vincenzo Amendola non cambia linea: Cgie e Comites devono riformarsi, in maniera condivisa, anche passando da un'assemblea straordinaria purché convocata sulla base di una proposta chiara. "Al Cgie ho fatto sempre presente, anche ieri, che per noi è fondamentale rispettare l'ordine del giorno approvato proprio qua al Senato - spiega il sottosegretario agli Esteri in audizione a Palazzo Madama - che indica nella riforma degli organi di rappresentanza un punto centrale, non solo per i risultati elettorali nei Comites ma anche per dare una omogeneità al sistema. Crediamo in una riforma condivisa dal triangolo ministero, Cgie-governo". E ancora: "L'appello che ho rilanciato ieri è che sia chiaro che è possibile fare una assemblea straordinaria del Cgie purché si convochi sulla base di una proposta concreta di riforma. La priorità è rafforzare la percezione che hanno dei Comites i nostri connazionali all'estero".

LA SOSTANZA DELLA RIFORMA - La riforma dovrà essere sì condivisa, ma comunque Amendola si sofferma su alcuni punti ritenuti importanti dalla Farnesina: "Serve il requisito di un numero minimo per la formazione di un Comites di riferimento, e andrebbe ridisegnato il sistema previsto per lo scioglimento dei Comites in determinate circostanze, visto che per ora è previsto solo l'autoscioglimento. Siamo disponibili a rivedere i criteri di assegnazione dei posti per area geografica per estendere la platea, e crediamo sia il caso di rivedere le facoltà del Cgie nel determinare le politiche sui territori anche vista la presenza dei parlamentari eletti all'estero. Deve essere comune interesse per lavorare tutti insieme a una riforma che dia sostanza agli organi di rappresentanza. Speriamo entro l'anno di poter convocare una assemblea straordinaria e varare la riforma".

LINGUA E CULTURA ITALIANA NEL MONDO - Per quanto riguarda lingua e cultura italiana nel mondo, il sottosegretario ricorda che il capitolo, nell'ambito della recente riorganizzazione degli Esteri, è finito nelle competenze della Direzione generale lingua e sistema paese, "consci di come la lingua e cultura siano un veicolo di promozione per l'Italia. E' evidente che scontiamo un taglio di 2.5 milioni: come detto formalmente da Gentiloni e ribadito ieri da me è obbligo del governo recuperare i fondi". Amendola porta poi alla luce una nuova esigenza: "La nuova emigrazione ha bisogno di servizi diversi di quelli di prima, basti pensare al Consolato di Londra che ha dovuto sviluppare il progetto Primo Approdo per dialogare con la nuova immigrazione che non si iscrive all'Aire. Lo sforzo nostro è sviluppare dei sistemi che aiutino la rete consolare a essere meno oberata di lavoro e poter fornire servizi migliori, per esempio con consoli onorari e consolati itineranti". (Sis – 24 mag)

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