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Cgie, Schiavone: guardare
al futuro, spazio a riforma

Cgie, Schiavone: guardare <br> al futuro, spazio a riforma

Si aggiunge un nuovo tassello al Consiglio generale degli italiani all’estero. Il Comitato di Presidenza, a lavoro su procedure, tempi e obiettivi da raggiungere per riformare gli attuali istituti di rappresentanza dei cittadini italiani nel mondo, si è riunito per la prima volta al ministero degli Affari esteri. Il nuovo Cgie, parola del segretario generale Michele Schiavone, “dovrà cercare di darsi una prospettiva futura e dovrà trovare il suo spazio in una riforma. Questo è essenziale per poter parlare a quella che è la rappresentanza oggi, rivolgersi all'ampio mondo dei cittadini italiani all'estero, alle nuove generazioni e agli oriundi”. Un impegno “sostenuto dal governo - sottolinea Schiavone - che ci sollecita a promuovere delle linee guida, un documento di indirizzo da presentare entro fine anno in Parlamento”.

LA RIFORMA - Questo processo, come sostenuto dal sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola in occasione dell’insediamento dell’organismo, dovrà coinvolgere dal basso tutti i soggetti istituzionali e le organizzazioni attive che oggi rappresentano l’Italia nel mondo. E Schiavone ribadisce: “Faciliteremo questo percorso, coinvolgendo tutti affinché la rappresentanza diventi uno strumento reale e spendibile, sia nei Paesi di insediamento che in Italia”. Nell’iter della riforma che verrà varata presumibilmente entro l’anno, il Cgie dovrà “produrre una proposta in autunno, momento in cui il Parlamento ne discuterà” e poi “si potrà arrivare a una calendarizzazione e approvare la legge il prima possibile”.

I TEMI DA AFFRONTARE - Tanti i temi sul tavolo del Comitato di Presidenza, dal recupero dei fondi decurtati nell’ultima legge finanziaria necessari per portare a termine i corsi di lingua e cultura, agli Stati generali della lingua italiana nel mondo; dalle modalità e i criteri per l’erogazione dei fondi per l’editoria alla questione dei patronati. Fino ad arrivare all’incontro con i rappresentanti delle consulte regionali, per verificare in prospettiva la fattibilità di un lavoro comune teso a creare sinergie e a favorire la semplificazione degli interventi verso le comunità italiane all’estero. “Sono rimasto positivamente sorpreso dalla presenza della rappresentanza delle consulte regionali: sono venute a Roma otto Regioni, su dieci che dovevano partecipare” ha continuato Schiavone spiegando che “nella discussione ci siamo resi conto dell'esigenza di fare sintesi, di promuovere l’aspetto territoriale all’estero anche al di fuori del bacino di rappresentanza regionale”. Secondo il segretario generale del Cgie è “finalmente maturata un’idea di italianità all’estero che va oltre i confini regionali“ e se si riuscirà “a dare gambe alle idee ci saranno possibilità ulteriori per le Regioni di potersi presentare in diversi ambienti con le proprie rappresentanze”. Le Regioni che hanno partecipato al Comitato di Presidenza del Cgie sono Basilicata, Liguria, Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna, la Provincia autonoma di Trento, il Veneto e l’Umbria.

BILANCIO POSITIVO - Il Comitato di Presidenza, riunito da lunedì, è stato ascoltato poi in due audizioni anche dai Comitati di Camera e Senato: “Una discussione interessante – riferisce Schiavone - rispetto alle questioni e alle criticità di oggi. Abbiamo da tempo richiesto il recupero dei fondi per i corsi di lingua italiana all’estero a fronte di tagli da circa 2,5 milioni. Da parte del sottosegretario agli Esteri Amendola, del ministro Gentiloni e del Comitato c’è la convinzione che ciò dovrà avvenire nell'immediato ma la certezza si avrà verso metà giugno quando si passerà alla chiusura del bilancio”. Il Cgie, quindi, si rimette in moto, e Schiavone si dice “contento di come si sono svolti i lavori del Comitato di Presidenza, c'è la volontà di rilanciare una prospettiva che dia alla nostra rappresentanza strumenti validi”. E’ così iniziata una nuova fase, “un nuovo protagonismo – conclude il segretario generale del Cgie -. E’ necessario distribuire responsabilità affinché il Consiglio generale possa diventare uno strumento di interlocuzione con le Istituzioni”. (Sip – 25 mag)

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