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direttore Paolo Pagliaro

Perché il calcio
non è solo un gioco

Perché il calcio <br> non è solo un gioco

di Paolo Pagliaro

(10 giugno 2016) Dal modo in cui certe persone parlano di calcio, si è portati a credere che il risultato di una partita sia questione di vita e di morte. Ma in verità - diceva Bill Shankly, il mitico allenatore del Liverpool - il calcio è molto di più. Lo scrittore Eduardo Galeano sosteneva che nel nostro tempo il fanatismo calcistico ha preso il posto che prima era riservato al fervore religioso, all’ardore patriottico e alla passione politica. Come accade con la religione, con la patria e con la politica, molti orrori si commettono in nome del football e molte tensioni esplodono per suo tramite.

Che la guerra sia la prosecuzione dello sport con altri mezzi potrebbe sembrare un brillante paradosso, ma non è così come dimostra la targa posta all’ingresso dello stadio Maksimir di Zagabria, e dedicata «ai sostenitori della squadra che su questo terreno iniziarono la guerra contro la Serbia il 13 maggio 1990».

E in effetti, quel giorno, gli scontri tra i tifosi della Dinamo Zagabria e della Stella Rossa di Belgrado furono il primo episodio del conflitto che di lì a poco avrebbe incendiato i Balcani. Lo racconta il giornalista e scrittore Gigi Riva nel libro “L’ultimo rigore di Faruk”, pubblicato da Sellerio.

E’ la saga di una straordinaria nazionale di calcio sopravvissuta a un Paese in via di dissoluzione; è la storia di un penalty sbagliato, diventato il simbolo dell’implosione della Jugoslavia; ma è anche un saggio sul rapporto stretto e perverso tra politica e sport.

Da Boban a Mihajlović, da Savićević a Bokšić, molti protagonisti del libro di Riva sono o sono stati famosi anche in Italia. Adesso sappiamo che per molti di loro il calcio non è stato solo un gioco.

(© 9Colonne - citare la fonte)