di Paolo Pagliaro

(15 giugno 2016) Se Virginia Raggi diventerà sindaco di Roma, il suo assessore alla cultura non sarà – come lei stessa aveva annunciato – lo storico dell’arte Tommaso Montanari. Non sono romano, ha spiegato Montanari declinando l’offerta, e per governare bene una città bisogna essere parte del suo popolo.

Fatta questa promessa, il professore nonché leader ambientalista aggiunge però che lui – uomo di sinistra che non ha mai votato Cinque Stelle – questa volta voterebbe proprio Raggi. “Nelle tante battaglie per la difesa dell’ambiente, del territorio e del patrimonio culturale – spiega Montanari nel suo blog su Repubblica.it - , ho sempre trovato dall’altra parte della barricata un sindaco o un presidente di regione del Pd o di Forza Italia, purtroppo spesso indistinguibili. E, invece, dalla mia parte e senza che li cercassi, c’erano immancabilmente i cittadini che si riconoscono nel Movimento Cinque Stelle. È da questa oggettiva convergenza su alcuni valori – aggiunge Montanari - , che era nata l’idea di rivolgersi a me. Ed è per lo stesso motivo che la Raggi ha scelto come assessore all’urbanistica Paolo Berdini: uno degli eredi diretti di Antonio Cederna, inflessibile avversario degli eterni palazzinari romani, editorialista del Manifesto e indiscutibilmente di sinistra”.

Montanari ritiene che questa apertura del Movimento Cinque Stelle verso alcuni dei valori cari alla storia della sinistra italiana sia da salutare come un fatto assai positivo. E si augura che i Cinque Stelle sappiano superare al più presto il ruolo incongruo di Beppe Grillo, l’inquietante dinastia proprietaria dei Casaleggio, le inaccettabili posizioni sui migranti, sul cammino dell’Unione Europea e su altre questioni cruciali. Nell’attesa, lui non farà mancare il suo voto di incoraggiamento.

Un annuncio che sul blog è al centro di un acceso dibattito, e che rispecchia tentazioni e discussioni che in questi giorni, non solo a Roma, dividono quello che un tempo si chiamava popolo di sinistra.