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Italicum nel mirino
Renzi lo cambierà?

Italicum nel mirino <br> Renzi lo cambierà?

di Paolo Pagliaro

(22 giugno 2016) L’Italicum è quella legge elettorale che in un sistema tripolare – costituito da centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle - consente a chi arriva secondo e terzo di coalizzarsi anche senza dirlo e di battere chi al primo turno era arrivato primo. La sintesi è di Piero Fassino, che il meccanismo lo ha sperimentato a Torino: al primo turno lui aveva 11 punti di vantaggio su Chiara Appendino, al secondo lei lo ha stracciato grazie alla convergenza tra l’elettorato cinque stelle e quello del centrodestra. Ovvio che chi ha perso se la prenda con la legge elettorale, ma c’è da dire che non c’era bisogno dei ballottaggi per capire che l’Italicum non premia le maggioranze relative e soprattutto espelle dal campo molti che – come i partiti medio-piccoli - avrebbero invece il diritto di giocare la loro partita. Ci sono due slide di Demopolis che riassumono bene il problema. La prima ci dice che se si votasse oggi per il Parlamento, il Pd sarebbe primo con il 31%, seguito dai 5 Stelle con il 29 e la Lega col 13,5.

Ma se con questo esito si andasse al ballottaggio, i 5 Stelle farebbero il soprasso – 51 a 49 - e grazie al premio di maggioranza conquisterebbero Parlamento e Palazzo Chigi.

Entrato in vigore il 23 maggio 2015 ed efficace dal 1° luglio prossimo, l’Italicum è probabilmente la riforma più contestata della legislatura. Nell’ultimo anno hanno presentato proposte di modifica, tra gli altri, i senatori Romani e Gasparri di Forza Italia, il centrista Gaetano Quagliariello, il socialista Buemi, il deputato Giuseppe Lauricella della minoranza Pd, il capo del gruppo misto Pino Pisicchio. I deputati del Movimento 5 Stelle Francesco D’Uva e Alessio Villarosa sono invece tra i firmatari del ricorso contro l’Italicum su cui all’inizio di ottobre si pronuncerà la Corte Costituzionale. Tutti aspettano una mossa di Renzi.

(© 9Colonne - citare la fonte)