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La rete estera dei nostri
"esperti per la sicurezza"

La rete estera dei nostri <br>

di Piero Innocenti

(22 giugno 2016) Un parto lungo e travagliato quello che ha portato alla nascita del decreto interministeriale del 30 marzo 2016 n°104 contenente il "regolamento sulla istituzione della nuova figura dell'esperto per la sicurezza". Iter lungo e laborioso perché, in effetti, già a distanza di pochi mesi dall'entrata in vigore della legge 10/2011 (la cosiddetta "milleproroghe") che richiamava il regolamento, il testo elaborato era stato "bocciato", una prima volta, dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e, una seconda volta, nel luglio 2015. Il numero massimo degli esperti (assumono la qualifica di "addetto" nelle rispettive sedi diplomatiche) sale, dunque, a cinquanta unità, inclusi i venti che un tempo svolgevano le funzioni di "esperti antidroga" (che rimangono ancora le preziose "antenne" della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, in Colombia, Brasile, Venezuela, Messico, Senegal, Afghanistan Marocco, Barcellona, Istanbul, Cina ecc...). Per tutti, l'impiego, che si ispira agli indirizzi strategici tracciati dal Comitato per la programmazione strategica per la cooperazione internazionale di polizia (CO.PS. C.I.P.), istituito sempre presso la Direzione Centrale per la Polizia Criminale, è finalizzato alla cooperazione internazionale "...in materia di prevenzione e repressione della criminalità, del terrorismo e dei traffici illeciti transnazionali fra cui, principalmente, il traffico di sostanze stupefacenti e psicotrope e la tratta di esseri umani” (art.4 del decreto).

L'esigenza di attivare una rete di esperti delle nostre forze di polizia in alcune sedi diplomatiche di paesi di particolare interesse era stata avvertita, una trentina di anni fa, dal lungimirante Prefetto Pietro Soggiu (già generale della Guardia di Finanza) a quei tempi direttore dello SCA (Servizio Centrale Antidroga, nell'ambito della Direzione Centrale della Polizia Criminale-DCPC) organismo divenuto, poi, nel 1991, Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), sempre a composizione interforze. Agli inizi della sua attività ( e per un certo tempo) la DCSA aveva assunto un ruolo determinante non solo sul piano informativo, coordinamentale e di analisi dell'attività nazionale antidroga, ma anche più squisitamente operativo, in occasione di indagini, con gli organismi territoriali, che richiedevano contributi di alta professionalità ed esperienza.

Poi, si sa come vanno le cose in Italia ( ma anche in altri paesi), le gelosie, la "concorrenza" , le rivalità tra apparati della sicurezza ( talvolta anche all'interno dello stesso corpo), hanno finito per "circoscrivere" le proiezioni esterne della DCSA, che resta, senza dubbio, la struttura centrale più importante, anche in chiave di cooperazione internazionale, nel contrasto al narcotraffico. Ed è proprio nel contesto internazionale che gli esperti riescono a svolgere una funzione rilevante, mantenendo rapporti di proficua collaborazione con gli omologhi organismi di polizia dei paesi in cui sono accreditati, con la magistratura, con i colleghi degli altri paesi ivi presenti. Funzioni che hanno consentito, negli anni, di portare a compimento importanti operazioni antidroga, che vedevano coinvolti esponenti della c.o. italiana, la cattura di molti latitanti, anche di notevole spessore criminale, rifugiatisi all'estero, lo svolgimento sollecito di rogatorie con l'assistenza ai nostri magistrati.

Tuttavia, con il regolamento appena approvato (entrerà in vigore il primo luglio), l'incarico di esperto per la sicurezza ( riservato ai dirigenti/commissari della Polizia di Stato, agli ufficiali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza) non avverrà sic et simpliciter sulla scorta di una "segnalazione" superiore o di una "raccomandazione" (come più volte avvenuto in passato) ma dovrà esserci una preventiva "individuazione", da parte delle amministrazioni di appartenenza, sulla base di requisiti che vengono richiamati nell'art.5 del regolamento (conoscenza delle lingue straniere, conoscenza nell'uso di apparecchiature informatiche, pregressa esperienza in attività di contrasto alla c.o. ecc..). Al termine, poi, di un periodo di servizio non inferiore ad un mese presso la DCPC o la DCSA, il personale individuato potrà essere avviato ad un corso di formazione presso la Scuola Interforze di Piazza Priscilla (Roma), dove una commissione valuterà "..l'attitudine allo svolgimento delle funzioni di esperto per la sicurezza nei diversi contesti linguistici, ambientali od operativi".

Viene, in tal modo, assicurato un percorso di trasparenza e di merito che è la strada maestra per un servizio così delicato e impegnativo. Servizio che richiederà, per tutti gli esperti, il massimo impegno per rendere la opportuna fluidità, tempestività e circolarità delle informazioni, soprattutto nelle aree geografiche dove vi sono più funzionari/ufficiali: anche per questo, il regolamento prevede, forse in modo troppo generico, l'attribuzione di funzioni di coordinamento e collegamento operative all' esperto in questione. E quanto ci sia bisogno di informazioni che arrivino a tutti è cosa ben nota!

(© 9Colonne - citare la fonte)