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Libia, Gentiloni-Pinotti: pronti
a installare un ospedale militare

Libia, Gentiloni-Pinotti: pronti <br> a installare un ospedale militare

L’Italia è pronta a installare un ospedale militare in Libia, su richiesta del governo di unità nazionale. L’operazione si chiamerà emblematicamente “Ippocrate”, dal nome del filosofo dell’antica Grecia considerato il padre della medicina, e coinvolgerà 300 militari: 65 tra medici e infermieri, 135 per supporto logistico e 100 unità a costituire una “force protection”. Alla missione – annunciata dai ministri degli Affari esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti davanti alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato – parteciperanno anche un aereo C27-J per “una eventuale evacuazione strategica e una nave di Mare Sicuro al largo delle coste libiche con compiti di supporto e protezione aggiuntiva” spiega Pinotti.

ABBATTERE IL TERRORISMO E STABILIZZARE IL PAESE - Gentiloni conferma gli obiettivi della politica italiana in Libia: “Da un lato abbattere il terrorismo e dall’altro stabilizzare gradualmente il Paese consentendo anche un miglior governo dei flussi migratori”. Sul primo punto “si sono raggiunti risultati molto importanti – sottolinea il capo della diplomazia italiana – attraverso un’attività condotta dalle milizie di Misurata che appoggiano il governo di Tripoli”. Un’operazione, continua il ministro degli Esteri, che anche se “non può essere definita conclusa, ha portato alla diminuzione della presenza del Daesh a Sirte, ridotta a sacche di resistenza in alcuni caseggiati”. Il rischio di un Paese controllato dalle forze terroristiche è stato così scongiurato, ma il prezzo pagato è stato “rilevante”, ammette Gentiloni: “Le milizie di Misurata hanno perso circa 400 morti, e ci sono stati 2500 feriti circa”. Complessivamente, però, questa operazione, che ha avuto “l’appoggio americano e il sostegno logistico del nostro Paese – ricorda il titolare della Farnesina -, ha avuto un importante risultato”. La lotta al terrorismo viaggia però di pari passo al secondo obiettivo della politica italiana: stabilizzare il Paese. “E’ altrettanto importante che la stabilizzazione della Libia riesca ad andare più veloce dei rischi di divisione” dice Gentiloni ricordando però che quest’operazione “non avviene dentro una campana di vetro ma in un contesto sociale e umanitario che ha le sue criticità”.

GLI IMPEGNI DELLA POLITICA ITALIANA - L’impegno dell’Italia, al di là di “confermare il sostegno a Serraj, è molto concentrato sullo sforzo che Italia e Stati Uniti stanno portando avanti per cercare di ingaggiare in un dialogo le componenti legate al generale Haftar” continua il ministro degli Esteri. Per quanto riguarda l’operazione “Ippocrate”, i militari “sono pronti – aggiunge Pinotti - ma non sono ancora partiti. Siamo pronti a essere operativi subito, se il Parlamento ce lo chiede”. (PO / Sip – 13 sett)

(© 9Colonne - citare la fonte)