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Cooperazione, Gentiloni: sviluppo rurale è sfida globale

Cooperazione, Gentiloni: sviluppo rurale è sfida globale

"La sfida dello sviluppo rurale è decisiva per il futuro dei Paesi in via di sviluppo e per il futuro di centinaia di milioni di poveri nel mondo, ma è determinante anche per noi". Lo ha detto il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni aprendo alla Farnesina la presentazione del Rapporto sullo Sviluppo rurale relativo all' anno 2016 del Fondo internazionale per lo sviluppo Agricolo (Ifad). "Mi ha colpito - continua il titolare della Farnesina - la sensibilità che su questi temi è stata evidente per esempio nel corso del 2015 con Expo Milano dimostrando quanta sensibilità c'è se lavoriamo bene".

OBIETTIVI E SFIDE - Gentiloni ricorda che tra gli obiettivi principali dell’Agenda 2020-2030 c'è quello di "raddoppiare la produttività e il reddito dei piccoli produttori nelle aree rurali" consapevoli che si tratta di "una sfida decisiva per il futuro del mondo semplicemente per il fatto che tre quarti delle persone che vivono in condizioni di povertà e insicurezza alimentare vivono nelle aree rurali". La sfida per questo è decisiva, "in particolare per l’Africa - sottolinea il ministro - ma che non riguarda solo la povertà ma anche la capacità di fronteggiare i cambiamenti climatici, la capacità di ridurre il rischio di conflitti e la capacità di governare i flussi migratori". Per questo la sfida dello sviluppo rurale si delinea anche come "sfida globale, non solo per i Paesi direttamente coinvolti ma per l’intera umanità, per l’Europa e per tutti noi" conclude Gentiloni.

IL RUOLO DELL’ITALIA - Per fare un passo in avanti nello sviluppo rurale "è decisivo puntare su una ownership locale dello sviluppo e sulla capacità di portare innovazione sul territorio. L' obiettivo fondamentale è riprendere in mano l’intera catena alimentare da parte delle aree rurali: solo questo tipo di sviluppo rurale può consentirci di evitare di continuare a vivere in un mondo in cui convivono povertà e spreco di quasi un terzo del cibo" afferma il ministro. "L' Italia - sottolinea Gentiloni - può dare un contributo in tanti modi; c'è un impegno dei ministeri degli Esteri e dell’Economia, e della nostra Cooperazione, che ha avuto negli ultimi anni una ristrutturazione per essere più efficiente e adeguata ai tempi, e che lavora in collaborazione con la Cassa depositi e prestiti, e che svilupperà progetti di cooperazione". Gentiloni ricorda poi che l’Italia "porta avanti già da tempo progetti anche con l' Ifad". Il ruolo del nostro Paese non è però solo limitato alla Cooperazione ma, secondo il ministro degli Esteri, "può essere un ruolo che vede anche la partecipazione attiva del nostro sistema economico, con le sue caratteristiche (Pmi, know how nel settore alimentare, meccanica e macchinari)". L' Italia non è attiva nei Paesi in via di sviluppo "per sfruttare le risorse - conclude Gentiloni - ma per fare cooperazione e condividere e trasferire tecnologia".

NWANZE (IFAD) : PROGRESSI SOSTANZIALI CONTRO LA POVERTA’ Anche se oggi "ci troviamo di fronte a un mondo più complesso a causa dei cambiamenti climatici, delle migrazioni e dell’insicurezza crescente, negli ultimi cinque anni sono stati realizzati "progressi sostanziali" nel contrasto alla povertà, afferma Kanayo Nwanze, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad). Nwanze sottolinea i progressi ("La quota di povertà si è contratta dal 44 del 1990 al 12% del 2012") ma "ancora 800 milioni di persone nel mondo - afferma - vanno a letto la sera con la sensazione di avere fame". Per questo mantenere le promesse dell’Agenda 2030 è "un impegno universale, e la comunità deve porre l’attenzione sulle popolazioni rurali". Tante le sfide, ma "le risorse sono limitate - ammette il presidente dell'Ifad -. Dobbiamo lavorare insieme, e noi siamo in prima linea". Ricordando che il Rapporto "ha un atteggiamento ampio rispetto alle sfide", Nwanze afferma che "la differenza la fanno i nostri governi nelle scelte che vengono adottate". L'Ifad sostiene "l’idea di una trasformazione rurale inclusiva" secondo la quale è necessario "fissare gli obiettivi e accelerare ciò che funziona" conclude il presidente del Fondo per lo sviluppo agricolo ricordando che solo "un approccio inclusivo può rilanciare le opportunità di centinaia di migliaia di persone". (Sip – 14 set)

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