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ROMA: RAGGI INCASSA NO TUTINO, SI DIFENDE SUI GIOCHI

E' stata ancora una giornata campale per Virginia Raggi, sempre più presa tra il caso Olimpiadi e il tentativo di riempire la casella vuota rimasta ancora alla voce “assessore al bilancio”. In mattinata, il sindaco della Capitale ha incassato un altro no per il delicato incarico di governo, quello di Salvatore Tutino: il consigliere della Corte dei Conti era in procinto di accettare l’incarico, ma alla fine ha fatto un passo indietro perché colpito dalle critiche di alcuni importanti esponenti del Movimento 5 Stelle, tra cui Roberto Fico in quanto "appartenente alla casta". La reazione di Tutino è stata molto decisa, un modo per respingere ogni accusa. Virginia Raggi, interrogata dai cronisti in Senato, ha sminuito, spiegando che "Tutino era solo uno dei candidati, stiamo ancora vagliando". Ma l’ennesimo rifiuto e l’ennesima polemica sembrano aver definitivamente scosso il Movimento, almeno a livello romano, tanto è vero che è dovuto intervenire Beppe Grillo in persona a imporre, con garbo, il totale silenzio sul caso Roma: "Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5S che non faranno né dichiarazioni né interviste su Roma nei prossimi giorni" scrive il leader su Facebook.

IL FRONTE OLIMPIADI - Sul fronte Giochi, invece, la Raggi è stata ascoltata in Commissione Sport al Senato, spiegando che "in questi giorni si prova ad accostare le ragioni del nostro no con una presunta paura di corruzione. Lo voglio ribadire qui: a Roma la corruzione è stata certificata con ' Mafia Capitale', ma questo non è minimamente un tema che abbiamo preso in considerazione, perché altrimenti dovremmo chiudere Roma. Qui si tratta di capire se i costi delle Olimpiadi al netto della corruzione siano sostenibili o meno, e Roma non può permettersi di indebitarsi ulteriormente". E ribadendo che la posizione del Movimento 5 Stelle era chiara da tempo: "Votammo contro in Comune già il giorno della presentazione del progetto - ricorda - Avevamo iniziato a fare uno studio comparativo sui costi delle Olimpiadi fino a quel momento, che ci dimostrava come gli investimenti di Cio, governo e città ospitanti non erano mai ripagati dai ricavi delle Olimpiadi né costituivano ad avere una sorta di legato futuro che rimaneva a beneficio della città. Ricordiamo le opere incompiute di Atene, di Torino e le strutture per i Mondiali di nuoto di Roma del 2009, che non sono mai stati aperte; ricordiamo le Vele di Calatrava, che solo per smantellarle costerebbero più del doppio dei 60 milioni previsti per realizzarle". (PO / Sis – 27 set)

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