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direttore Paolo Pagliaro

Perché l’Ungheria
dirà no all’Europa

di Paolo Pagliaro

(28 settembre 2016) “Volete che l’Unione europea imponga l’insediamento forzato di cittadini stranieri sul territorio nazionale senza il consenso del Parlamento?”. Questa è la domanda che gli ungheresi troveranno stampata sulla scheda del referendum in programma domenica. Anche grazie a un quesito così formulato l’esito sembra scontato.

Il governo del primo ministro Viktor Orbàn, che ha voluto il referendum e si attende un plebiscito per il no, ha inviato a più di quattro milioni di famiglie un opuscolo in cui si prefigurano scenari apocalittici nel caso venissero accettate le quote di rifugiati stabilite dalla commissione europea.

Secondo il piano europeo, basato sul numero degli abitanti e sul Pil, con fattori correttivi che dipendono dalla quantità media di domande d’asilo e dal tasso di disoccupazione, l’impegno dell’Ungheria in realtà sarebbe modesto perché nell’immediato Budapest dovrebbe ospitare un totale di 2 mila migranti ricollocati da Italia e Grecia. Ma agli ungheresi anche questa richiesta sembra eccessiva perché il Paese è già da tempo al primo posto in Europa per numero di migranti rispetto agli abitanti, con 17.700 richiedenti asilo ogni milione di ungheresi.

E’ da notare che in questa classifica quasi tutti i Paesi europei precedono l’Italia, che secondo i dati Eurostat ospita 1.369 rifugiati per ogni milione di abitanti contro i 16 mila della Svezia, i 10 mila dell’Austria e i 5.500 della Germania, che proprio oggi ha fatto sapere di essere disposta ad accogliere ogni mese altri 1000 richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia.

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