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direttore Paolo Pagliaro

Sanità alla prova
del referendum

di Paolo Pagliaro

(6 ottobre 2016) In cinque anni dagli ospedali italiani sono scomparsi oltre 24 mila posti letto, circa il 10 per cento rispetto ai 244.500 presenti nel 2010. Il quotidiano La Stampa porta l’esempio di comuni come Praia a Mare, in provincia di Cosenza, passato dai 115 posti letto del 2010 ai 10 del 2014. E di province che hanno perso oltre un terzo della loro capacità ricettiva come Isernia (-37 per cento) e Cosenza (-35). Nessuna regione si è salvata dalla sforbiciata e solo in 6 province su 110 i posti letto sono aumentati.

Questi dati arrivano lo stesso giorno in cui il Tribunale per i Diritti del Malato e la Società italiana della medicina di urgenza presentano il loro rapporto sui pronto soccorso. Anche in questo caso si tratta di dati allarmanti a cominciare da quelli riguardanti i tempi d’attesa: 240 minuti per i codici bianchi, 300 per i codici verdi, due ore per i codici gialli. Ma nelle strutture di Osservazione breve intensiva si possono aspettare anche 7 giorni per un ricovero.

Il Rapporto segnala poi altri problemi: spazi ridotti, dotazioni scarse e sovraffollamento, una insufficiente attenzione al dolore e alla comunicazione con i pazienti. Va però detto che lo scenario è molto disomogeneo, con differenze spesso sostanziali tra le diverse Regioni o tra gli ospedali all’interno di una stessa Regione.

Renzi sostiene che la riforma costituzionale, e in particolare l’intervento sull’articolo 117 che amplia le competenze dello Stato, porrà fine allo squilibrio normativo che ha portato alla nascita di 21 diversi sistemi sanitari regionali. Ma è ovvio che se vincerà il sì, le cose cambieranno davvero solo se i nuovi standard proposti dallo Stato saranno quelli delle regioni virtuose.

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