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direttore Paolo Pagliaro

Primi esperimenti
di esercito europeo

di Paolo Pagliaro

(7 ottobre 2016) Un passo avanti verso una gestione comune delle frontiere dell’Unione, è stato fatto ieri a Kapitan Andreevo, un villaggio al confine tra Bulgaria e Turchia, dove ha debuttato il nuovo corpo europeo delle guardie di frontiera. Prende il posto di Frontex, l’agenzia incaricata di pattugliare le frontiere esterne – aeree, marittime e terrestri – dell’Unione. Ma mentre Frontex era una agenzia che si occupava di coordinare il lavoro delle autorità nazionali, il nuovo ente avrà materiale e mezzi propri. Avrà anche più del doppio del personale, con una squadra di intervento rapido composta inizialmente da 1500 uomini provenienti dalle Guardie costiere dei Paesi europei.

E’ la prima volta che la Commissione obbliga i Paesi membri a fornire uomini (o denaro) per costituire un nucleo di forze speciali in grado di intervenire in casi di emergenza.

Non è stato facile arrivare a un accordo sui compiti e i poteri di questo piccolo esercito, embrione di un corpo militare comunitario, perché molti Paesi dell’Unione non sono disposti a cedere neppure un grammo della propria sovranità . Alla fine si è deciso che ogni intervento dovrà essere approvato dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata.

La nuova Guardia costiera europea ha obiettivi che interessano da vicino l’Italia. Potrà infatti offrire il proprio aiuto ai paesi da cui partono i migranti e potrà partecipare alle operazioni di rimpatrio.
Ora si tratta di ripristinare Schengen, il trattato sulla libera circolazione interna all’Unione, di revisionare l’Accordo di Dublino, che regola il diritto all’asilo in Europa, e di rendere uniformi e più rapide le procedure per l’esame delle richieste di protezione. Traguardi che non sembrano dietro l’angolo.

(© 9Colonne - citare la fonte)