Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Molti partiti
un solo candidato

Molti partiti <br> un solo candidato

di Paolo Pagliaro

(10 ottobre 2016) Oggi Renato Brunetta e Renata Polverini hanno presentato il Comitato Lavoratori per il no, gruppo trasversale appoggiato dal sindacato di destra Ugl. E’ l’undicesimo comitato nazionale nato in vista del referendum e si caratterizza, tra le altre cose, per la difesa del Cnel, l’ente che la riforma vuole abolire.

In area centrodestra il principale comitato per il no resta però quello presieduto dall’ex presidente della Corte Costituzionale Annibale Marini e animato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Da non confondere con il comitato “Io voto no” che, politicamente parlando, viene da un’altra galassia: ne fanno parte tra gli altri – con l’ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky e il costituzionalista Alessandro Pace - anche Stefano Rodotà e Sandra Bonsanti, Maurizio Landini e Alberto Asor Rosa.

A sinistra c’è inoltre il comitato "Scelgo no”, presentato alla stampa da Massimo D’Alema e presieduto da Guido Calvi. Per il no sono infine i centristi del comitato per la Costituzione e le Riforme, che ha il sostegno di Cesa, De Mita e Quagliariello.

Ai cinque comitati per il no si contrappongono sei comitati per il sì. Il principale si chiama “bastaunsi”. Lo ha voluto il premier, dispone di un manifesto fondativo sottoscritto da 250 professori, di 4 mila comitati territoriali e di 318 mila euro frutto di sottoscrizione. Si chiama “sinistra per il si” il comitato che comprende Fassino e Zingaretti, Orfini e Staino, i ministri Martina e Orlando. Si chiama “Insieme per il si” il gruppo del nuovo centrodestra di Alfano, Cicchitto, Sacconi e Lupi. Si chiama “liberi sì” quello degli ex parlamentari di Forza Italia Marcello Pera, Giuliano Urbani e Pietro Lunardi. E mentre “Centristi per il si” rappresenta invece la parte di Udc che fa capo a Casini, “Insieme si cambia” testimonia il si di Lorenzo Ornaghi, Giovanni Guzzetta, Franco Debenedetti, Angelo Panebianco e Giuliano Ferrara.

Nonostante il grande numero e le diverse ispirazioni dei comitati referendari, alla fine sarà semplice mettersi d’accordo su chi ha vinto e chi ha perso. Per entrambi i ruoli c’è un solo candidato che si chiama Matteo Renzi.

(© 9Colonne - citare la fonte)