Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

“Il buio dentro” raccontato
da Antonio Lanzetta

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“IL BUIO DENTRO” DI ANTONIO LANZETTA

Il corpo di una ragazza viene ritrovato appeso ai rami di un albero. Il filo spinato scava nei polsi e nella corteccia di un vecchio salice bianco. Le hanno tagliato la testa e l’hanno lasciata sul terreno solcato dalle radici, gli occhi vuoti ora fissano quelli di Damiano Valente. Lui è lo Sciacallo, un famoso scrittore specializzato nel ricostruire i casi di cronaca nera nelle pagine dei suoi libri. Così inizia “Il buio dentro” di Antonio Lanzetta, pubblicato da La Corte Editore. Nessuno conosce il suo aspetto, e per Damiano questa è una fortuna: il volto deturpato da cicatrici e quella gamba spezzata che si trascina dietro come un fardello non sono trofei che gli piace mettere in mostra. Lo Sciacallo è un cacciatore che insegue nella morte le tracce lasciate dall’assassino della sua amica Claudia. Un omicidio avvenuto nell’estate del 1985, quando lui era solo un ragazzino con la passione per la corsa e amici in cui credere. Un omicidio che gli ha cambiato la vita. Trentuno anni dopo, Damiano ritorna ai piedi di quel maledetto salice bianco, per dare una risposta a quella sua ossessione che come una ferita pulsante gli impedisce di andare avanti. Con lui ci sono gli amici di sempre, Stefano e Flavio, le cui esistenze si intrecciano inesorabilmente nella dura e cruda scoperta della verità, riportandoli a rivivere le emozioni di una folle estate che ha segnato le loro vite per sempre. Antonio Lanzetta è nato a Salerno e con Warrior e Revolution, sempre pubblicati per La Corte Editore, ha conquistato pubblico e critica, rivelandosi autore capace di tenere incollati i propri lettori dalla prima all’ultima pagina grazie ad una scrittura testosteronica e adrenalinica. Nel 2015 è sempre suo il racconto thriller “Nella Pioggia”, finalista al premio Gran Giallo di Cattolica e arrivato al primo posto della classifica dei racconti più venduti su ebook. Con questo romanzo cambia genere, ma si conferma uno dei più talentuosi scrittori italiani della nuova generazione.

 

“IL CLUB DEL PIUMINO ROSSO” DI ANTONIA GRIMALDI

Si terrà lunedì 17 ottobre alle 11, presso la Feltrinelli di Napoli (Via Santa Caterina a Chiaia, 23 – Piazza dei Martiri) la presentazione de “Il Club del Piumino Rosso” (L’Isola dei Ragazzi, 94 pagine, 7 euro), esordio letterario di Antonia Grimaldi. Un piumino rosso e un mistero da svelare. Una storia di amicizia costruita a poco a poco, complici l’età e la passione fortissima per le storie raccontate nei libri. Un piccolo romanzo di formazione adolescenziale e letteraria popolato da personaggi della letteratura classica e contemporanea che diventano modelli a cui riferirsi nel delicato passaggio dell’adolescenza. Antonia Grimaldi, nata a Salerno, classe 1970, ha visto il primo film al Giffoni Film Festival in un caldo pomeriggio del 1975 e da allora non l’ha più abbandonato. Dal 1998 è membro della Direzione Artistica del Giffoni Film Festival e dal 2005 ne diventa vice direttore. Dal 2014 è anche docente di italiano nella secondaria di primo grado e scrive su Booksblog di Blogo. È mamma di Mario e Cristina e moglie di Marco. Con loro condivide le cose più belle: i viaggi, il sushi e il sabato sera.

 

 

SALVATORE NATOLI E “IL RISCHIO DI FIDARSI”

La fiducia è in primo luogo un legame originario: solo perché abbiamo ricevuto amore e sicurezza ne diveniamo capaci. La sperimentiamo quotidianamente nei legami parentali, amicali, sociali, come pure nelle istituzioni, che rendono possibili patti di lealtà anche fra persone estranee. E infine si ha fiducia - quando la si ha - in una potenza altra, Dio, a cui ci si affida in ragione d’una promessa di salvezza. Di fronte a un’impossibile autosufficienza, fidarsi, anzitutto come atto di generosità, è un rischio che dobbiamo correre. “Il rischio di fidarsi” (Il Mulino) è il proprio il titolo del libro di Salvatore Natoli. L’autore ha insegnato Filosofia teoretica nell’Università degli studi di Milano-Bicocca e Storia delle idee nell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Fra i suoi numerosi libri ricordiamo “Il buon uso del mondo” (Mondadori, 2015) e per il Mulino, “Non ti farai idolo né immagine” (con P. Sequeri, 2011) e “Perseveranza” (2014).

 

“LE PAROLE DEL PAPA” DI ALESSANDRO BARBERO

Le parole usate dai papi – da Gregorio VII a Francesco – sono una traccia preziosa per capire quanto profondi siano stati i cambiamenti della Chiesa nel corso dei secoli. Le ha analizzate Alessandro Barbero nel saggio “Le parole del papa. Da Gregorio VII a Francesco” (Laterza). “Le parole usate dai papi sono importanti; tanto più in quanto il loro modo di parlare non è sempre lo stesso – sottolinea l’autore -. Il linguaggio con cui il pastore della Chiesa di Roma si rivolge all’umanità nei momenti difficili è sempre stato espressione non solo della sua personalità individuale, ma del posto che la parola della Chiesa occupava nel mondo in quella data epoca; ed è un indizio estremamente rivelatore delle diverse modalità, e della diversa autorevolezza con cui di volta in volta i papi si sono proposti come leader mondiali. In queste pagine faremo un viaggio attraverso le parole usate dai papi nei secoli. Ovviamente la Chiesa esiste da duemila anni e nel corso di questi due millenni ha prodotto innumerevoli parole; non si tratta di renderne conto in modo esaustivo o anche solo sistematico, ma piuttosto di proporre uno dei tanti viaggi possibili, cominciando dal Medioevo per arrivare fino alla soglia della nostra epoca”. Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli. Studioso di prestigio, noto al largo pubblico, ha pubblicato molti volumi. “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo” è il primo dei suoi romanzi di successo (Premio Strega 1996, tradotto in sette lingue), al quale altri sono seguiti, tutti editi da Mondadori. Per Laterza è autore di opere più volte ristampate, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue.

 

“NOSTALGIA” DI ERMANNO REA

Felice Lasco torna a Napoli, nel rione Sanità, dopo quarantacinque anni trascorsi fra Medio Oriente e Africa. La madre sta morendo e lui la accudisce fino all’ultimo con tardiva ma amorosa pazienza. Poi, invece di tornare al Cairo dove lo aspetta l’amata compagna, Felice sembra obbedire al richiamo delle radici e di un destino, e resta. Resta perché in attesa dell’incontro fatale con Oreste, noto ormai come delinquente incallito. È la trama di “Nostalgia”, romanzo di Ermanno Rea pubblicato da Feltrinelli. Felice racconta a un medico dell’ospedale San Gennaro dei Poveri e a don Luigi Rega, prete combattivo e maieuta, la sua storia. Ha diciassette anni, fiero della sua Gilera e della sua amicizia con Oreste Spasiano, detto Malommo, compagno di sortite per i vicoli e di piccoli scippi. Poi, imprevedibile, il delitto di un usuraio. Oreste gli sfonda la testa. Felice è agghiacciato, non tradisce l’amico ma si chiude in un silenzio pieno di angoscia finché uno zio non lo porta con sé a Beirut, dove comincia una nuova vita. Ora, dopo tanto tempo, Felice si espone alla sofferta bellezza della sua città, alla disperazione e anche al formicolare di speranze che agitano il Rione Sanità, illuminato dal testardo operare di don Rega. Come da copione, però, Oreste attende Felice perché in realtà alla Sanità il Male lavora anche contro la Storia. E non c’è riscatto veramente possibile. Un’opera magistrale nella quale Ermanno Rea intreccia la lucidità del reale e la sensibilità drammatica della tragedia sociale. Un omaggio alla Napoli malavitosa e ribelle del Rione Sanità, ai suoi eroi, alle sue vittime. “Ecco dove avrebbe voluto trovare casa, perché lì la Sanità sa come da nessun’altra parte di ventre materno, primogenitura, principio di un lunghissimo passato mai passato, silenzio e tumulto di un fuoco che continua a covare sotto la cenere”. Ermanno Rea (Napoli, 1927 - Roma, 2016), giornalista e scrittore, ha collaborato con numerosi quotidiani e settimanali. Ha pubblicato Il Po si racconta. Uomini donne paesi e città di una Padania sconosciuta (1990), L’ultima lezione. La solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato (1992), Fuochi fiammanti a un’hora di notte (1998, premio Campiello 1999). Con Feltrinelli, La fabbrica dell’obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani (2011), il suo libro di fotografie 1960. Io reporter (2012), La dismissione (2014; già Rizzoli, 2002), Il sorriso di don Giovanni (2014), Mistero napoletano (2014; già Einaudi, 1995, vincitore del premio Viareggio 1996), Il caso Piegari. Attualità di una vecchia sconfitta (2014), Napoli Ferrovia (2015; già Rizzoli 2007) e Nostalgia (2016). 

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