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Giovedì 27 ottobre
salta il referendum?

Giovedì 27 ottobre <br> salta il referendum?

di Paolo Pagliaro

(24 ottobre 2016) Perché si possa svolgere davvero il 4 dicembre, il referendum deve superare un ultimo ostacolo, il più insidioso. Tra pochi giorni, giovedì 27, il Tribunale civile di Milano si dovrà infatti pronunciare sul ricorso presentato nella loro veste di cittadini elettori da Barbara Randazzo e Valerio Onida, due autorevoli costituzionalisti, secondo i quali non si può chiedere di decidere, con un unico sì o no, la modifica di 47 articoli della Costituzione che riguardano argomenti molto diversi tra loro.

Nella riforma sottoposta al voto, sostiene il ricorso, «sono implicati almeno dieci diversi aspetti, tra loro autonomi»: 1. modifica delle funzioni, composizione ed elezione del Senato; 2. rapporti tra governo, maggioranza e opposizione; 3. iter delle leggi e decretazione d’urgenza; 4. leggi di iniziativa popolare e referendum; 5. elezione e funzioni del Presidente della Repubblica; 6. principi della Pubblica amministrazione; 7. soppressione del Cnel; 8. abolizione delle province; 9. nuovi rapporti tra Stato, regioni ed enti locali; 10. elezione dei giudici della Consulta.

Proporre questo «variegato complesso di modifiche mediante un unico quesito» significa mettere l’elettore di fronte all’alternativa secca di «prendere o lasciare l’intero pacchetto». Non è ciò che prevedono la legge e la stessa Consulta quando afferma, come ha fatto in passato, che tra i requisiti indispensabili per un referendum c’è quello dell’omogeneità del quesito.

Se il ricorso di Onida e Randazzo fosse accolto e il Tribunale di Milano sollevasse la questione davanti alla Corte Costituzionale, ci vorrebbero alcuni mesi per una decisione sulla corretta formulazione del quesito referendario e sul suo eventuale spacchettamento.

Il voto verrebbe rinviato a primavera, perché difficilmente si può svolgere un referendum su cui pende una questione di costituzionalità. Il rinvio avrebbe molte conseguenze e non tutte negative, ma sarebbe soprattutto una via d’uscita per chi si ritiene in svantaggio.

(© 9Colonne - citare la fonte)