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Referendum: è scontro tra i Comitati per il No e gli eletti all’estero

Referendum: è scontro tra i Comitati per il No e gli eletti all’estero

Non c’è un giorno di pace nella polemica relativa alla sicurezza del voto degli italiani all’estero in occasione del referendum del 4 dicembre. Anzi, di… Pace c’è solamente il presidente del No, Alessandro Pace, che oggi in conferenza stampa ha messo le mani dopo: "Se il voto all' estero fosse rilevante  ai fini della vittoria del Sì avremo la possibilità di effettuare reclamo  all'ufficio centrale del referendum, perché nel voto per corrispondenza "non è garantita la segretezza”. L’ennesima presa di posizione da parte dello schieramento contrario alla modifica della Costituzione, insieme a quella sorta dopo la lettera inviata agli italiani all’estero dal premier Matteo Renzi. Tra i più accaniti oppositori c’è anche Renato Brunetta, che domani avrà un incontro, insieme a delegati dei Comitati per il NO, con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Quello che è stato fatto in questi giorni dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è aberrante. Spedire, con la sua firma, lettere agli italiani residenti all’estero non per invitarli a votare ma per invitarli a votare Sì” dice. Per questo “i Comitati per il No avranno un incontro, domani pomeriggio, con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, per capire che tipo di liste sono state fornite o al Comitato per il Sì o al presidente del Consiglio, per capire se ci sono stati degli abusi d’ufficio, per avere chiarezza”.

LA RISPOSTA DI GOVERNO ED ELETTI ALL'ESTERO. Ma è tutto il Pd estero, con una nota congiunta dei deputati eletti, a sottolineare una contraddizione in termini nell’atteggiamento del Comitato per il No: “gli strenui difensori del “la Costituzione non si tocca” e i fautori del processo preventivo alle intenzioni di voto dei cittadini italiani all’estero avanzano, dunque, un’ipotesi di sospensione della legalità costituzionale e di aprioristica delegittimazione di quella parte dell’ordinamento che riguarda una parte dei cittadini italiani” spiegano Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi. E anche il governo si schiera, con il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini: “Il voto degli italiani all'estero vale esattamente come il voto degli italiani che risiedono in Italia. Chi volesse provare ad utilizzarlo in forma negativa farebbe uno sfregio a tutti gli italiani che vivono e risiedono fuori dal loro Paese”.

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