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Pontieri e guastatori
nella guerra tra si e no

Pontieri e guastatori <BR> nella guerra tra si e no

di Paolo Pagliaro

(28 novembre 2016) Sale piene l’altro giorno a Torino e questo pomeriggio a Mestre per Massimo D’Alema e il suo No, che non è quello di Salvini e Grillo. Sale piene ieri in Calabria anche per Gianni Cuperlo e il suo Si, che non è quello di Renzi. Cuperlo è un pontiere, D’Alema è un guastatore, ma entrambi combattono con alleati che un tempo furono i loro avversari e che probabilmente dopo il 4 dicembre torneranno ad esserlo. Cuperlo sfidò Renzi alle primarie e in polemica con lui lasciò la presidenza del partito. D’Alema ha una storia politica incompatibile con quella degli altri campioni del No, da Grillo e Salvini. Né Cuperlo né D’Alema hanno fatto una scelta pigra e questo forse spiega l’alta audience per gli interventi di entrambi.  Lunedì 5 dicembre, a schede scrutinate, i No di  D’Alema e i Sì di Cuperlo non saranno conteggiati a parte e nessuno potrà quindi sapere quale sarà il dividendo politico di loro spettanza. Ma è indubbio che sono molti gli elettori di sinistra a cui entrambi offrono una via di fuga.
Un ruolo analogo giocano – a destra – personaggi come Marcello Pera e Giuliano Urbani, esponenti storici di Forza Italia che hanno fondato un comitato per il Si al quale aderiscono decine di ex parlamentari berlusconiani. Anche quando parlano Urbani e Pera i teatri si riempiono. La ragione – dice a Repubblica l’ex presidente del Senato– è che i vecchi elettori del centrodestra sono convinti da tempo che la Costituzione come è stata congegnata sia un impedimento all'efficienza. E riconoscono nella riforma di Renzi lo stesso spirito di quella che Berluconi non riuscì a farsi approvare con il referendum del 2006. Berlusconi appoggia in privato la riforma di Renzi e la sconfessa in pubblico perché – spiega Pera - vuole restare in piedi sia che vinca il No sia che se vinca il Sì. L’ex presidente del Senato pensa sia un azzardo.

(© 9Colonne - citare la fonte)