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Marino: Pd sola forza in grado di rappresentare italiani all'estero

Marino: Pd sola forza in grado di rappresentare italiani all'estero

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il responsabile nazionale del Partito Democratico per gli italiani nel mondo: Eugenio Marino. Tanti i temi affrontati: dall’Assemblea nazionale del PD al referendum. Senza dimenticare – inevitabilmente – gli italiani nel mondo.

Marino, domenica c'è stata l’Assemblea nazionale del PD. Ci si aspettava la convocazione immediata del congresso, ma non ci sarà, come mai?

 

Si è deciso di rispettare fino in fondo le regole, senza forzature politiche e di evitare che, dopo i mesi di campagna elettorale lacerante per l’Italia, per il Centrosinistra e per il PD, si aprisse subito un’altra fase di scontro interno al Partito, percepito come una sorta di resa dei conti e che si sarebbe anche estesa nel Paese. Per questo si è deciso, con più umiltà e senso di comunità, di aprire una fase di maggiore ascolto del popolo, di capire più a fondo quali sono le principali difficoltà di chi non guarda più a noi e che ha espresso col voto tutto il proprio disagio sociale prima che politico. Una parte larga di popolazione e, soprattutto, una fetta molto ampia di giovani e di sofferenza: proprio due dei pezzi di società che il PD più e prima di altri dovrebbe rappresentare, poiché rappresentano il futuro e i bisognosi. E la Sinistra deve riscattare i bisognosi guardando al loro futuro e a quello collettivo.

 

E non sono questi temi da affrontare proprio in un congresso?

Certamente sì. E il congresso ci sarà. Ma non subito. Dovrà essere un congresso di contenuti, nel quale ci si confronterà sull’identità del Partito, chi siamo e chi vogliamo rappresentare, quale visione politica del futuro, del Paese, dell’economia, dell’Europa. Ma un congresso da tenersi prima delle prossime elezioni e che non sia una conta interna viziata ancora dalle posizioni del referendum.

 

A proposito di referendum: all’estero, contrariamente a quanto abbiamo visto in Italia, il Sì ha vinto bene. A questo risultato hanno contributo Merlo e il MAIE?

 

Non ci credo molto. Durante tutta la lunga campagna elettorale Merlo e il MAIE non hanno costituito un comitato per il Sì, non hanno mai fatto dichiarazioni pubbliche chiare e nette, non si sono fatti vedere a nessuno degli eventi con Boschi in sud America. Inoltre, tranne un l’Argentina, dove Merlo ha una sua forza, nel resto del mondo il MAIE è debolissimo e fuori dall’America Latina tutti i coordinatori del MAIE hanno fatto campagna elettorale per il No, insieme ai diversi coordinatori locali che hanno fatto campagna per il No anche in Sud America.

 

Secondo lei per quale motivo non c’è stata una presa di posizione pubblica netta?

Dovrebbe chiederlo a loro. Io penso che non siano stati e non sono chiari con i connazionali all’estero e con i loro elettori. Merlo, Borghese e Zin hanno votato e fatto votare Sì o No al referendum? La loro era una posizione personale o era la posizione politica del MAIE? A Merlo è stato offerto realmente il ruolo di sottosegretario per gli italiani nel mondo? E da chi? O è una sciocchezza scritta pubblicamente da un coordinatore del MAIE e confermata da un altro che Merlo non ha mai smentito? E perché non la smentisce?

 

Lo sta chiedendo a me?

No, certo. Ma su queste fondamentali domande, alcune delle quali ho posto già in campagna elettorale, Merlo e MAIE non rispondono proprio perché la chiarezza non li aiuta elettoralmente e nei confronti del Governo. Gli è invece più utile rimanere in questa situazione di mancanza di chiarezza politica in modo da ottenerne consenso sia a Roma sia tra i cittadini sul territorio.

 

Perché dice questo?

Perché al MAIE fa comodo essere governativo a Roma, fino a stare nello stesso gruppo parlamentare di Verdini che sosteneva il Sì e il Governo Renzi e contemporaneamente cercare voti sull’onda della protesta sui territori, dove hanno annunciato l’alleanza con Forza Italia e Pessina, che invece erano per il No e all’opposizione del Governo Renzi. Così come avevano costituito a inizio legislatura il sottogruppo misto insieme a Renata Bueno e USEI e oggi sono invece in gruppi diversi e la stessa USEI ha al suo interno posizioni diverse e contrastanti per le quali Bueno è isolata.

Ma tornando al MAIE, le faccio alcuni esempi: ha votato a favore della manovra che destina il 30% delle risorse dei 300 euro delle domande di cittadinanza ai consolati per assumere nuovi contrattisti e migliorare i servizi; per l’introduzione dell’aumento degli importi della 14ma mensilità, erogata anche ai nostri connazionali che risiedono all’estero e l’aumento degli importi reddituali esenti da tassazione a fini pensionistici; delle maggiori risorse per la diffusione della lingua e cultura italiana all’estero e per la stampa e le agenzie che si occupano di emigrazione o ha votato contro? Loro diranno che questi provvedimenti sono briciole, ma votare contro significa non avere tutto questo, che comunque non è poca cosa. Quindi, se avessero avuto un peso reale in Parlamento, con il loro voto contrario, gli italiani all’estero non avrebbero ottenuto queste risorse.

 

Quindi cosa dobbiamo aspettarci per il futuro degli italiani nel mondo?

Maggiore serietà dai partiti politici all’estero. Ad ogni elezione vedo muoversi partitini e movimenti improvvisati, ognuno dei quali dichiara di non essere né di Destra né di Sinistra e di essere il vero rappresentante degli italiani all’estero. Oppure movimenti e partiti, tipo MAIE e USEI, che possono aspirare ad avere al massimo da uno a tre, quattro eletti e che poi in Parlamento non hanno alcuna capacità di incidere su nulla, quindi disperdono solo voti. Io credo che in questo il PD, con tutti i suoi limiti, rimane e rimarrà la sola forza in grado di rappresentare in Parlamento gli italiani nel mondo e i loro interessi in un progetto di società alternativo a quello della Destra, di Salvini e di Grillo. E sono solo queste le scelte concrete che i cittadini hanno a disposizione.

 (red – 20 dic)

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