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direttore Paolo Pagliaro

Case all’asta
un brutto segnale

Case all’asta <br> un brutto segnale

di Paolo Pagliaro

(12 gennaio 2017) E’ di questa mattina la notizia che in sei mesi il numero delle case all’asta in Italia è aumentato del 10%. Le procedure in corso sono 33 mila 300. In questo momento ci sono 1.700 abitazioni all’asta a Bergamo, 1500 a Roma, 1300 a Verona, 1200 a Palermo, mille a Napoli. Il mercato delle aste è florido perché la situazione economica è fragile. Secondo il Centro Studi Sogeea, che ha presentato i dati in Senato, la stagnazione potrebbe accentuare il fenomeno nei prossimi mesi.

E’ la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi: il 68% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, e si sale all’88% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100 e i 200.000 euro. Nella stragrande maggioranza dei casi, sono abitazioni di impiegati, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti.

Sul mercato si stanno riversando anche migliaia di immobili nella disponibilità di fondi e banche. Molti di questi beni erano stati messi a garanzia dai clienti che avevano ottenuto prestiti oggi impossibili da restituire. Con la recessione e la crisi del mercato immobiliare, i privati e le aziende più indebitate hanno perso la proprietà di capannoni, case, terreni o edifici commerciali che ora valgono molto meno dei mutui e dei fidi contratti a suo tempo.

E’ in crescita la quota delle compravendite immobiliari intermediate dagli istituti di credito. In Lombardia – la regione dove si concentra un quinto degli immobili attualmente all’asta - chi cerca un capannone per avviare un’attività industriale è facile che lo trovi allo sportello della banca a cui si è rivolto per ottenere il mutuo.

(© 9Colonne - citare la fonte)