Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Milano: storia di
una rinascita

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Milano: storia di <br> una rinascita

Dalla Milano piegata dai bombardamenti delle forze alleate, alla città che da quelle ferite ha saputo rialzarsi e ripartire, dando vita a una stagione esaltante, nella quale diventa non solo artefice del proprio riscatto ma motore per quello dell’intero Paese. E’ il tema della mostra “Milano, storia di una rinascita. 1943-1953 dai bombardamenti alla ricostruzione”, organizzata dall'associazione Spirale d'Idee e promossa da Comune di Milano, fino al 12 febbraio a Palazzo Morando - Costume Moda Immagine. Attraverso 170 immagini d’epoca, video, documenti, reperti bellici, oggetti di design, cimeli e molto altro, l’esposizione documenta un periodo cruciale per la storia recente di Milano tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni della ricostruzione.

MILANO: OMAGGIO A KENGIRO AZUMA

Una mostra antologica festeggia i sessant'anni di permanenza a Milano di Kengiro Azuma, in occasione della sua recente scomparsa. Un doveroso omaggio, dal titolo “Infinito Mu”, che la galleria Lorenzelli Arte di Milano dedica, fino al 4 febbraio, al grande maestro giapponese ma soprattutto ad un amico con il quale ha condiviso tanti momenti di crescita artistica e intellettuale. La rassegna propone i momenti salienti della ricerca espressiva di Azuma, a partire dagli esordi fino alla produzione più recente, con particolare attenzione verso le opere meno note, per cogliere l’essenza della fertilità creativa dell’artista e mostrare il processo vitalistico della sua ricerca. Dal lavoro per la tesi di laurea a Brera a quelli realizzati come assistente di Marino Marini, alle sculture di transizione della metà degli anni '60 che lo portarono ad acquisire la sua completa autonomia artistica avvicinandosi all’espressione astratta, assistiamo ad una scansione ritmica di opere, modulate nello spazio della galleria: scritti, progetti di sculture ambientali, immagini e disegni che documentano la metodicità e la costanza del suo lavoro quotidiano. Da un’opera all’altra, ciò che la mostra mette in risalto è il personale percorso di Azuma, connubio di plasticità e tradizione orientale. Fra i lavori in mostra che coprono un ampio arco temporale – dal 1956 al 2016 – spicca La Luce, un'installazione di specchi e metallo realizzata nel 1998 e concepita per esterni. Di forte impatto emozionale per la grande interattività che sollecita, l'opera viene qui esposta, per la prima volta, in uno spazio chiuso creando altrettanta suggestione.

ROMA: LA “A3” RACCONTATA DA 11 FOTOGRAFI

Fino al 14 febbraio l’Istituto centrale per la grafica di Roma ospita la mostra “Verso il Mediterraneo. Sezioni del paesaggio da Salerno a Reggio Calabria”, con oltre 100 lavori realizzati da alcuni dei maggiori fotografi italiani contemporanei che hanno documentato il paesaggio attraversato dall’A3 Salerno - Reggio Calabria. Il sottotitolo della mostra prende ispirazione dalla celebre ricerca di Gabriele Basilico e Stefano Boeri Sezioni del paesaggio italiano, pubblicata nel 1997 per un atlante eclettico sui mutamenti del territorio nazionale. La mostra è promossa da Anas in collaborazione con l’Istituto centrale per la grafica ed il MAXXI. Undici gli autori coinvolti, Andrea Botto, Gaia Cambiaggi, Martin Errichiello e Filippo Menichetti, Marco Introini, Allegra Martin, Maurizio Montagna, Armando Perna, Filippo Romano, Marcello Ruvidotti, Francesco Stelitano, Giulia Ticozzi, che hanno esplorato tre regioni – Campania, Basilicata e Calabria – e rintracciato un patrimonio culturale materiale e immateriale visibile in mostra come un “viaggio nel viaggio” che inizia a Salerno e termina a Reggio Calabria. La documentazione va dalla dismissione delle vecchie infrastrutture alla naturalizzazione e il ripristino ambientale; dalle storie di vita di uomini e donne coinvolti direttamente o indirettamente dai lavori dell’infrastruttura alla presentazione di opere collegate all’autostrada, come il Porto di Gioia Tauro; fino alle immagini di paesaggio fisico e culturale alla scoperta di un Meridione inedito, a volte intrinsecamente legato alle origini dei singoli autori.

ROMA: SULLA VIA DELLA SETA

Fino al 26 febbraio, alla Galleria Alessandro VII del Palazzo del Quirinale, la mostra “Dall’antica alla nuova via della seta” illustra la storia millenaria dei rapporti tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia. La mostra si articola in diverse sezioni che espongono ottanta capolavori antichi provenienti dalle più importanti istituzioni museali europee e italiane. Presenti anche una ventina di opere moderne provenienti dalla Cina e realizzate da grandi artisti cinesi contemporanei. Lungo l’antica Via della Seta che attraversava il vasto continente euroasiatico, l’Oriente e l’Occidente sono entrati in contatto e si sono arricchiti rispettivamente con lo scambio di merci, tecniche e informazioni di ogni genere. Missionari di varie fedi, Cristiani, Confuciani e Buddhisti, seguendo le piste della Via della Seta, si sono conosciuti, hanno dialogato e contribuito a diffondere un clima di tolleranza cha ha scavalcato le frontiere incerte degli Stati e aiutato i popoli a crescere. Tra gli uomini che hanno affrontato il lungo viaggio dall’Italia alla Cina, Marco Polo, i gesuiti Matteo Ricci e Martino Martini hanno avvicinato i nostri due popoli e il loro ricordo è ancora vivo nel cuore dei Cinesi di oggi. La mostra è curata da Louis Godart, consulente del Presidente della Repubblica in materia di iniziative ed eventi culturali ed espositivi, in collaborazione con David Gosset e Maurizio Scarpari.

VENEZIA: HAN MEILIN E LE MASCOTTE DELLE OLIMPIADI

Si tiene a Venezia, fino al 28 febbraio, presso gli spazi espositivi dell’Università Ca’ Foscari, la mostra “The World of Han Meilin” che ospita 200 opere di un artista cinese pressoché sconosciuto in Occidente, selezionate una ad una dal curatore capo dell’exhibition, l’ambasciatore Umberto Vattani. L’ateneo ha conferito al maestro cinese l’Honourary Fellowship. Han Meilin è ricordato principalmente per la creazione delle “Fuwa Dolls”, bambole accattivanti divenute mascotte ufficiali delle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Tuttavia la sua storia ha origini ben più lontane. Nato nel 1936 a Jinan, capitale della provincia di Shandong, nella Repubblica Popolare Cinese, Han esordisce nel mondo dell’arte negli anni Sessanta ma l’allora giovane artistaviene preso di mira, nel 1966, all’avvento della nuova politica post-rivoluzionaria cinese. Han Meilin viene rapito e portato in un Centro di Rieducazione, dove passerà gli anni più duri della sua vita, subendo torture ed il taglio di un tendine, rendendogli inutilizzabili alcune dita. La Rivoluzione Culturale termina nel 1976 e Han Meilin, sopravvissuto e considerato “rieducato”, torna subito sul palcoscenico internazionale dell’arte, entrando a far parte nel 1979 dell’Associazione degli artisti cinesi; nel 1980 vive un momento di grande notorietà negli Usa, grazie a un tour coast to coast, in 21 grandi città. E’ in questi anni che pubblica alcune delle sue opere più famose, tra le quali il suo capolavoro “Baoguo Sanwen”. Nel 2015 è stato nominato artista della pace dall’Unesco.

(© 9Colonne - citare la fonte)