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direttore Paolo Pagliaro

Finalmente si rinnova
il parco autobus

Finalmente si rinnova <br> il parco autobus

di Paolo Pagliaro

(23 gennaio 2017) La notizia è che si torna finalmente a investire nel trasporto pubblico locale, e che dunque in futuro l’Italia non avrà, come ora, gli autobus più vecchi d’Europa, con un’età media di 11 anni contro i 6 della Germania e i 7 della Francia.  Ragione non ultima della disaffezione degli utenti, che in numero sempre maggiore scelgono di spostarsi in automobile. 
Il ministero delle infrastrutture ha stanziato 700 milioni per la gara nazionale e quelle regionali.  L’obiettivo è rinnovare un parco mezzi che per il 70% è ancora alimentato con il diesel mentre l’elettrico e l’ibrido, messi insieme, non superano il 2 per cento.  La legge di Bilancio ha messo invece a disposizione 3 miliardi e 700 milioni fino al 2033. E le aziende hanno ripreso a investire, a cominciare dal Gruppo Ferrovie dello Stato, che prevede l’acquisto di 500 nuovi treni e 3 mila autobus. Un investimento reso possibile dal fatto che le Ferrovie, che nel 2006 chiudevano il bilancio con una perdita di  due miliardi, ora sono le prime in Europa per redditività.
Anche le aziende di trasporto pubblico locale hanno migliorato i loro conti. Secondo i dati presentati da Asstra, la loro associazione, oggi l’81% chiude in utile. Tra le eccezioni spicca l’Atac, che non solo infelicita la vita dei romani ma rovina anche le statistiche economico-finanziarie dell’intero settore. 
Com’è noto le tariffe degli autobus italiani  - in media 1 euro e 50 centesimi -sono tra le più basse d’Europa. Ma se gli autobus fossero confortevoli e arrivassero puntuali, un terzo degli utenti, dicono le indagini di mercato, sarebbe disposto a pagare qualche  centesimo in più.  Aumento che in alcune città non sarebbe peraltro necessario se il biglietto lo pagassero tutti.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)