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Torna di moda
l’uomo forte

Torna di moda <br> l’uomo forte

di Paolo Pagliaro

(24 gennaio 2017) Torna di moda l’uomo forte. Dice un sondaggio Demos, pubblicato da Repubblica e commentato da Ilvo Diamanti, che otto italiani su dieci vogliono una persona che prenda le redini in mano e sistemi le cose. L'affermazione: "C'è troppa confusione, ci vorrebbe un Uomo Forte a guidare il Paese", nel 2004 trovava d’accordo una minoranza degli elettori. Nel 2006, però, era condivisa dal 55% e nel 2010 quasi dal 60%. Oggi l'attrazione verso l'Uomo Forte sfiora l'80%. Pare divenuta, dunque, un'idea dominante.

Per la verità, fino a un paio di mesi fa, sembrava che l’Uomo Forte ci fosse e si chiamasse Matteo Renzi. Impressione poi smentita dal referendum e dal suo risultato.

Sul tema, la cronaca degli ultimi giorni è stata movimentata da Beppe Grillo che ha indicato in Putin e Trump due uomini forti. Ma mentre il primo si è guadagnato la fama sul campo, sul secondo il giudizio è prematuro. Le prime mosse del nuovo presidente americano sembrano anzi deboli e arrischiate, a cominciare dallo smantellamento del trattato commerciale con 11 paesi del Pacifico.

Quando la più grande nazione del mondo ricusa i trattati, la fiducia tra gli Stati ne risente. Come fa notare Innocenzo Cipolletta sul sito inpiu.net, se poi un paese come gli Stati Uniti incita i propri cittadini a comprare e assumere americano, pena ritorsioni da parte dell'amministrazione, allora anche altri paesi faranno lo stesso, e cominceranno a boicottare i prodotti americani che invadono il mondo, dalle catene di ristoranti ai film. Ne scaturirà una guerra commerciale (si spera solo commerciale) che non avrà vincitori. Non è chiaro perché anche in Italia, paese che vive di esportazioni, trovi tanti ammiratori questo approccio bellicoso alle relazioni tra gli Stati.

(© 9Colonne - citare la fonte)