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Deputati Pd: Il voto all’estero
sia al riparo da polemiche

Deputati Pd: Il voto all’estero <br> sia al riparo da polemiche

“Nel confronto che si è aperto sulla nuova legge elettorale a seguito della nota sentenza della Consulta sull’Italicum e in vista della non lontana scadenza elettorale, le polemiche sul voto degli italiani all’estero, accese nel corso della campagna elettorale sul referendum costituzionale, sono state in parte riassorbite, a conferma della loro occasionalità e strumentalità, ma hanno comunque lasciato sul terreno elementi di virulenza che non vanno sottovalutati”. Lo sottolineano in una nota i deputati Pd eletti all’estero Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta, Alessio Tacconi.

 

I DIRITTI DI CITTADINANZA E LA CIRCOSCRIZIONE ESTERO  “Ne è prova la proposta che il gruppo di Forza Italia alla Camera ha presentato sul voto degli italiani all’estero nell’ambito del disegno di legge, a prima firma Brunetta, riguardante la modifica della legge elettorale nazionale. La proposta di Forza Italia è quella di abolire il voto per corrispondenza, previsto dalla legge 459 del 2001 e usato fino ad oggi, e di sostituirlo con il voto diretto nei seggi, da istituire in ciascuna circoscrizione consolare. È già un progresso, verrebbe da dire con una battuta. Molti ricordano, infatti, quando Forza Italia chiedeva l’abolizione della circoscrizione Estero e la ricaduta dei voti dei cittadini residenti oltre i confini sui collegi italiani” continuano Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi. “I diritti di cittadinanza, tuttavia, sono cose serie, che non si possono affrontare con delle battute. Per questo diciamo che solo chi non ha mai superato contrarietà e diffidenza verso il voto all’estero o che non conosce gli elementi concreti della questione può concepire una proposta di questo genere. Intanto, i nostri consolati, per come sono ridotti quanto a personale e risorse, non sono assolutamente nelle condizioni di andare oltre le attività ordinarie, figuriamoci se possono essere gravati di un impegno così complesso e delicato. In secondo luogo, il voto nei seggi, soprattutto nelle grandi conurbazioni urbane e nei Paesi di grandi dimensioni, equivarrebbe di fatto ad un’abolizione del voto per la maggioranza dei cittadini italiani all’estero. La conseguenza certa sarebbe quella di abbattere la partecipazione a livelli minimali e di offrire argomenti decisivi a chi lo vorrebbe abolire. Invece proprio il recente e dibattuto voto sul referendum costituzionale, che è stato il più corretto tra tutti quelli mai esercitati finora sia nella fase dell’espressione che dello scrutinio, dimostra che il voto per corrispondenza è e deve restare un punto fermo dell’esercizio di cittadinanza degli italiani all’estero. Con esso, - aggiungono gli esponenti del Pd - un altro punto inamovibile è la circoscrizione Estero, che rappresenta l’altra faccia della medaglia: il completamento del diritto sul versante dell’elettorato passivo. Oltre al vantaggio per l’Italia di avere un canale istituzionale diretto di interlocuzione con la comunità italiana nel mondo”.

 

TRA RIFLESSIONI E POLEMICHE “Non ignoriamo che da tempo è aperta una discussione costruttiva non sul sistema di voto ma sulle concrete modalità del suo esercizio. Noi stessi, fin dalla scorsa legislatura, abbiamo presentato disegni di legge a tale riguardo, facendo proposte specifiche. Altre considerazioni si possono fare su alcuni aspetti meramente procedurali che, tuttavia, determinano difficoltà per gli elettori e concorrono a fare aumentare il numero dei voti nulli. La caduta della partecipazione alle elezioni dei COMITES dopo l’introduzione dell’opzione per il voto per corrispondenza deve indurre, tuttavia, a una pacata e seria riflessione.  Per questo – concludono Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, e Tacconi  - riteniamo che al momento la cosa più responsabile da fare ora sia mettere il voto all’estero al riparo dalle polemiche più o meno interessate che imperversano sulla riforma elettorale nazionale e darsi il tempo necessario perché in prospettiva il voto per corrispondenza nell’ambito della circoscrizione Estero possa essere ricalibrato per rafforzarne la sicurezza e la trasparenza. Senza minacciarne i presupposti istituzionali, giuridici e civili e, soprattutto, riconoscendo la piena dignità dei cittadini che risiedono all’estero”. (16 mar- PO / red)

 

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