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direttore Paolo Pagliaro

MAFIA: IN 25MILA IN
PIAZZA A LOCRI

MAFIA: IN 25MILA IN <br> PIAZZA A LOCRI

In 25mila a Locri e mezzo milione in tutta Italia. Sono i numeri della marcia organizzata da ' Libera' per la Giornata della memoria e del ricordo delle vittime della mafia. "Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell' ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare" ha detto in apertura della manifestazione don Luigi Ciotti dopo le scritte offensive comparse ieri a Locri. In testa al corteo i familiari delle vittime che reggono due striscioni di Libera con lo slogan della Giornata di quest' anno: "Luoghi di speranza, testimoni di bellezza". Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi nei mesi scorsi. A seguire i gonfaloni, le autorità e migliaia di persone giunte da tutta Italia. "Orgogliosa di avere sposato uno sbirro". É la scritta che la vedova del brigadiere Antonino Marino, ucciso a Bovalino il 9 luglio del 1990, ha scritto sulla propria camicia bianca con la quale sta marciando a Locri nel corteo di Libera. "Quando ho visto le scritte di ieri - ha detto - mi sono arrabbiata, mi si è rivoltato lo stomaco. Da qui l' impulso di fare questa maglietta. Sono moglie e mamma di un carabiniere e oggi mi sento la mamma di tutti i carabinieri d' Italia. Gli sbirri sono persone perbene. Rispetto!".

LE PAROLE DI DON CIOTTI "La prima mafia - ha detto Ciotti - si annida nell' indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall' altra parte. L' omertà uccide, la verità è la speranza". "Coraggio e umiltà - ha aggiunto - non richiedono ' eroismi' ma generosità e responsabilità. Consapevolezza e responsabilità sono inseparabili. Se oggi i diritti sono così deboli non è solo a causa di chi li attacca, ma anche di chi li difende troppo debolmente o peggio si nasconde dietro di essi per giustificare inadempienze e negligenze". "La legalità - ha detto don Ciotti - non può essere un insieme di principi sacrosanti, ma astratti, ma un ponte tra la responsabilità e la coscienza di essere persona sociale ed il ruolo attivo e positivo che giochiamo nella nostra comunità. Sull' assenza di progetti e proposte concrete e credibili rischiamo di rassegnarci alle mafie come un male inevitabile".

(Sis – 21 mar)

(© 9Colonne - citare la fonte)