(22 marzo 2017) Riflettere e discutere sul cammino e sulle prospettive dell’integrazione europea a 60 anni dai Trattati di Roma. Un dibattito che coinvolge anche la Georgia, la cui identità affonda le radici nella cultura europea e che all’Europa guarda come fattore di democrazia e crescita. Con l’obiettivo di celebrare il passato, analizzare il presente e progettare il futuro, l’Ambasciata d’Italia a Tbilisi ha organizzato l’evento “EU60. Passato, presente e futuro dell’Unione Europea”, insieme all’Ufficio del Ministro di Stato della Georgia per l’integrazione europea ed euroatlantica, la Delegazione UE a Tbilisi e l’Istituto di Studi Europei della Tbilisi State University. L’appuntamento è venerdì 24 marzo alle 10 all’Information Center su NATO e UE (2/1 Sh. Dadiani St.). In programma, l’inaugurazione della mostra "Ever closer Union" che ripercorre - attraverso immagini, testi e documenti - le tappe fondamentali e le conquiste raggiunte dall’Unione Europea. Segue un dibattito articolato in due sessioni distinte: la prima incentrata sul futuro dell’Unione, la seconda sulla DCFTA (Deep and comprehensive free trade area) UE-Georgia. Alla fine, la consegna dei diplomi di master agli allievi dell’Istituto di Studi Europei della TSU. “I giovani: futuro dell’Europa”. “Le due aree cruciali per il futuro sono: una difesa comune europea e il completamento dell’Unione economica - osserva l’Ambasciatore Antonio Bartoli -. Alla vigilia del vertice di Roma, ne discutiamo anche a Tbilisi con esponenti politici e di governo, rappresentanti del corpo diplomatico, analisti, esperti. Ottenuti Accordo di Associazione e DCFTA e ora la liberalizzazione dei visti, anche per la Georgia la sfida prosegue, anzi, si fa più impegnativa: sviluppare e implementare le riforme. Per migliorare ulteriormente l’efficacia delle istituzioni e la vita dei cittadini, continuando convintamente ad operare nel seno della famiglia e dei valori europei”. (Red)
LA SCHEDA / UN’INTEGRAZIONE DIFFERENZIATA
“Crescita economica e lavoro, sicurezza e migrazioni: questi i principali settori in cui i cittadini europei attendono risposte – sottolineato Bartoli -. L’Italia, Paese fondatore, sente la responsabilità di proporre soluzioni. La nostra posizione è per un’integrazione differenziata: quelli che vogliono avanzare in certi settori devono essere liberi di farlo. Come è successo in passato per l’euro o per Schengen”.