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“Memories of Serenissima”: da New York a Modena in mostra la Venezia dell’800

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“Memories of Serenissima”: da New York a Modena in mostra la Venezia dell’800

(24 marzo 2017) Da Boldini a Fragiacomo, da Zandomeneghi a Santoro: sono questi alcuni dei pittori protagonisti della mostra “Memories of Serenissima”, uno scorcio della pittura veneta dagli anni ‘30 dell’800 fino ai primi decenni del ‘900. Dopo essere stata esposta fino ai primi di marzo a New York, presso l’Istituto italiano di cultura della Grande Mela in concomitanza con le importanti celebrazioni di Venezia alla Carnagie Hall, l’esposizione arriva a Modena, fino a sabato 8 aprile, presso lo studio del curatore modenese Marco Bertoli (via Carlo Farini 56), a ingresso gratuito. Un’occasione unica per ammirare la ventina di opere in mostra, tutte provenienti da collezioni private, selezionate da Bertoli - consulente di Christie’s a New York e Londra - che propongono un panorama della scuola veneziana del “vero” con paesaggi, scene di genere, ritratti, marine e vedute nelle quali gli artisti hanno catturato i colori e le atmosfere della città veneta. Questa mostra di pittura italiana dell’800, dopo “The Macchiaioli” nell’ottobre del 2014 e “The light of Southern Italy”, è la terza curata da Bertoli in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di New York: una serie di iniziative volte a valorizzare la ricchezza della cultura italiana per il pubblico americano. Consulente d’arte presso lo studio Marco Bertoli-Art Consulting di Modena, nel 2009 Bertoli ha infatti aperto uno studio a New York, specializzato nell’arte dell’800 e del primo ‘900, ma anche nella pittura e nella scultura italiana contemporanea. “Memories of Serenissima è un saggio su un secolo di sviluppo pittorico - spiega Bertoli - non sempre lineare, con diverse opere che consentono di offrire un panorama, il più fedele possibile, della scuola veneta nella sua evoluzione, stimolata anche dall’istituzione, nel 1895, della prima Biennale Internazionale d’Arte a Venezia, che ancora oggi ci ricorda l’importanza artistica e culturale di questa città”. (Red)


LA SCHEDA / LE OPERE ESPOSTE


Tra le opere esposte alcune luminosissime marine realizzate da Guglielmo Ciardi, uno dei maggiori paesaggisti veneti, capace di far penetrare lo sguardo dello spettatore all’interno dell’opera, dove il punto focale diventa il dialogo luminoso tra il cielo e l’acqua della laguna veneta. Presenti in mostra anche tele dei suoi figli Emma e Beppe, e poi una veduta densa di effetti atmosferici di Pietro Fragiacomo e una serie di opere che descrivono con un linguaggio attento alla definizione del particolare frammenti di vita quotidiana e realtà sociale di Venezia, fatta di poveri interni, affetti domestici e feste popolari. Tra gli altri da ricordare “Festa di battesimo” di Eugenio De Blaas, “Erbe e frutta” di Giacomo Favretto, “La famiglia del gondoliere” di Alessandro Milesi, “La festa del Redentore a Venezia” di Antonio Rotta, oltre a due interni parigini del veneto Federico Zandomeneghi, capace di far determinare alla luce le variazioni tonali del colore. E poi ancora opere di alcuni tra i maggiori interpreti della laguna: tra questi il calabrese Rubens Santoro con “Venezia”, selezionata come immagine di mostra, e il ferrarese Giovanni Boldini, che realizzò vedute della città in diversi momenti della sua vita, tra il 1887 e il 1913, nelle quali man mano sembra abbandonare ogni intento descrittivo e adotta, come in “Venezia. Punta della Dogana” visibile in mostra, una condotta pittorica realizzata da tocchi sempre più rapidi e concisi.

(© 9Colonne - citare la fonte)