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direttore Paolo Pagliaro

Il Commissario
Ricciardi
a fumetti

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Il Commissario <br> Ricciardi <br> a fumetti

IL COMMISSARIO RICCIARDI A FUMETTI

Ci sono personaggi immaginari i cui contorni si fanno, storia dopo storia, sempre più reali. A tal punto da trasformarsi in contorni disegnati a matita che diventano protagonisti di una serie a fumetti. Re-immaginare in questa forma nuova le vicende del Commissario Ricciardi, ideate e scritte da Maurizio de Giovanni, è stata una sfida entusiasmante per Sergio Bonelli Editore che venerdì 7 aprile dalle 18, nell’ambito del COMIC(ON)OFF, rassegna di eventi che si inserisce tra le iniziative di Napoli COMICON (28 aprile - 1 maggio), presenterà in anteprima al Teatro San Carlo di Napoli la serie Il commissario Ricciardi a fumetti” con una mostra di tavole progettata in collaborazione con la Scuola Italiana di Comix. Per l’occasione è stato pubblicato uno speciale numero zero di 32 pagine a tiratura limitata, che verrà distribuito gratuitamente proprio la sera dell’evento al Teatro San Carlo fino a esaurimento copie. L’incontro sarà ad ingresso libero. Gli albi del commissario Ricciardi di Sergio Bonelli Editore faranno il loro debutto in edicola e in libreria nell’autunno 2017 a cadenza quadrimestrale. Sono stati coinvolti nel progetto come sceneggiatori Claudio Falco, Sergio Brancato e Paolo Terracciano. Questi tre superesperti delle trame tessute da Maurizio de Giovanni hanno discusso con lui su come adattarle al linguaggio del fumetto e come ricrearle affidandole ai disegni di quattro artisti come Daniele Bigliardo, Lucilla Stellato, Alessandro Nespolino e Luigi Siniscalchi. Attraverso i loro pennelli, la Napoli degli Anni Trenta ha preso vita. I colori sono stati affidati alla Scuola Italiana di Comix di Napoli che ha animato con il suo lavoro la varia umanità che circonda il commissario Ricciardi così come la complessità della brulicante città partenopea. La squadra di coloristi è composta da Ylenia Di Napoli, Mariastella Granata, Francesca Carotenuto e Marco Matrone ed è stata coordinata da Mario Punzo e Giuseppe Boccia.

 

PAOLO MAZZARELLO RACCONTA “L'ELEFANTE DI NAPOLEONE”

Una femmina di elefante per avvicinare l'India alla Francia. In un'atmosfera di conflitti e intrighi fra potenze coloniali europee e signorotti locali, il pachiderma si imbarcò in un viaggio per mare e per terra che dalle coste del Bengala lo condusse a Versailles nell'agosto 1773. Nella splendida residenza della corte francese l'elefantessa diventò il gioiello della ménagerie, lo zoo privato della famiglia reale. Amata per il suo buon carattere, suscitò la meraviglia e la simpatia dei numerosi visitatori stappando bottiglie di acquavite e accettando prese di tabacco offerte in regalo. Tenuta quasi sempre imprigionata, una notte si liberò dalle catene e fuggì. Ma la sua ricerca della libertà era destinata a finire tragicamente. Grazie a Napoleone la sua sagoma tassidermizzata venne infine donata al Museo di storia naturale di Pavia fondato da Lazzaro Spallanzani. La storia è raccontata in “L'elefante di Napoleone. Un animale che voleva essere libero” di Paolo Mazzarello (Bompiani). Intrecciata ad altre vicende, come quella dell'elefante regalato dal califfo Harun al Rash id a Carlo Magno, e arricchita da excursus mitologici e letterari sull'elefante nel mondo antico e medievale, la storia di questo pachiderma si trasforma in un'avventura nella scienza naturalistica settecentesca e in una metafora del rapporto di sopraffazione - ma anche talvolta di amicizia - fra uomo e animali.

 

BRUNO MUNARI, “ARTE COME MESTIERE”

“Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare”. La classica, originalissima opera in cui un grande artista italiano, noto in tutto il mondo per l’estrosità e la leggerezza delle sue creazioni, ha demolito una volta per sempre il mito dell’artista-divo per sostituirlo con la figura del ‘designer’. Attraverso una avvincente analisi di opere e di temi, condotta con disegni e immagini chiare e godibili, Bruno Munari fornisce in “Arte come mestiere” (Laterza) una presentazione estremamente esauriente del design e delle sue diverse specializzazioni: visual design – industrial design – graphic design – design di ricerca. Munari (Milano, 1907-1998), pittore, designer e sperimentatore di nuove forme d’arte, ha segnato una svolta fondamentale nella storia del design in Italia e nel mondo.

 

ANDARE PER LE CITTA’ SEPOLTE

. . . basta un fine settimana per nuotare tra le strade e i mosaici sommersi di Baia, nel Golfo di Napoli, esplorare il Foro e le case di Pompei, e spingersi a sud, verso l’antica Paestum, con i templi austeri a vegliare su un mare di rovine. Non solo Pompei, Ercolano o Stabia, investite dalla furia del Vesuvio nel 79 dopo Cristo: l’Italia, terra di vulcani e terremoti, guerre e dominazioni, è disseminata di antichi insediamenti urbani travolti dai secoli. Città un tempo ricche e popolose, uscite poi di scena in modi traumatici o spentesi lentamente, sopraffatte dalla natura o spianate dalle armi, incorse in un declino inesorabile. Lungo le coste o in mezzo ai monti, da Minturnae a Norba, da Tharros a Mozia, il viaggio intrapreso in “Andare per le città sepolte” di Michele Stefanile (Il Mulino) ci condurrà alla scoperta di città intere, con le loro strade, case, terme, mura, luoghi di culto e di commercio, anfiteatri, per ritrovare le tracce di una storia millenaria che ci ha plasmato per quello che siamo. Michele Stefanile è archeologo subacqueo presso l’Università di Napoli L’Orientale, dove è responsabile del laboratorio di Archeologia Subacquea e Navale. Scrive abitualmente di archeologia e cultura per Huffington Post, e per il suo blog (www.archeologiasubacquea. blogspot.com). Collabora con BBC History Italia, Sub, Bolina. Ha partecipato alla realizzazione di documentari per Silver River, History Channel e National Geographic.

 

“L’ULTIMO ANGOLO DI MONDO FINITO” DI G. AGNOLONI

2029. Internet è crollato da quasi quattro anni in Europa, e la crisi della comunicazione si è ormai estesa alla telefonia, mentre le principali città sono state gradualmente invase da ologrammi intelligenti, “cloni” immateriali capaci di orientare il comportamento delle persone. Negli Stati Uniti il sabotaggio della Rete ordito dal movimento degli Anonimi è fallito, e internet è rinato grazie a un progetto di copertura wireless mediante l’uso di droni. Sospese tra questi due grandi poli di eventi, si svolgono le vicende di Kasper Van der Maart, spintosi fino a New York sulle tracce della scrittrice Kristine Klemens, scomparsa nel nulla, e di quattro affiliati degli Anonimi impegnati nella ricerca delle fonti di misteriosi segnali elettromagnetici, possibili sorgenti di una nuova Rete europea: Emanuela, che esplora la Bosnia, Aurelio, che attraversa il Portogallo, e i fratelli Ahmed e Amina, spersi nel Sud Italia. Le loro indagini porteranno alla luce sorprendenti verità nascoste, legate non solo al contesto politico e tecnologico generale, ma al loro passato. E aperte su un orizzonte di percezioni capace di connetterli tutti, creando un ponte di comunicazione con chi è già “al di là del confine”. “L’ultimo angolo di mondo finito” di Giovanni Agnoloni (Galaad Edizioni) è l’ultimo atto della serie della fine di internet, dopo “Sentieri di notte” (già pubblicato anche in Spagna e in Polonia), “Partita di anime” e “La casa degli anonimi”. La fine di una saga che, nel suo capitolo conclusivo, rivela l’identità e lo scopo della mente che fin dall’inizio ha tessuto le fila degli avvenimenti.

(© 9Colonne - citare la fonte)