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Cgie, focus su riforma. Alfano: rafforzare comunità

Cgie, focus su riforma. Alfano: rafforzare comunità

La discussione sulla riforma della rappresentanza italiana fuori i confini nazionali continua: il Consiglio generale degli italiani all’estero, chiamato a formulare una proposta da consegnare al governo, durante il secondo giorno di Assemblea plenaria alla Farnesina ribadisce che qualunque proposta di riforma degli organismi di rappresentanza di base e di sintesi non può prescindere dall’attenzione alle profonde differenze nella composizione delle comunità e nell’effettivo esercizio della cittadinanza e della discendenza italiana nei Paesi di residenza. “Siamo qui per ridefinire gli orizzonti di questo organismo – ha detto il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, accogliendo il ministro degli Esteri Angelino Alfano in chiusura della plenaria -, siamo sul punto di lanciare una proposta integrata affinché si avvii un nuovo percorso che guardi al futuro e recuperi un legame diretto con i nuovi emigranti”. “I successi dell’emigrazione italiana si incastrano con il successo delle proposte del Cgie – ha detto Alfano -. L’obiettivo è rafforzare lo spirito di comunità attraverso la rappresentatività. Ho una certa empatia con questo organismo, vengo dall’estremo sud dell’Europa, da una terra di emigrazione”.

PROPOSTA DI RIFORMA - Nello specifico, la proposta di riforma del Comitato, descritta da Silvana Mangione, vice segretario del Cgie per i Paesi anglofoni extra Ue, chiede che il Comitato mantenga la sua natura di organismo di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le autorità diplomatico-consolari italiane e con le autorità locali, nel pieno rispetto dei limiti posti dal diritto internazionale e dagli accordi fra Stati e abbia tre funzioni principali: Ombudsman - difensore civico della comunità nei confronti delle autorità italiane e, in collaborazione con il Consolato, nei confronti delle autorità locali, nel rispetto delle leggi locali, del diritto internazionale e degli accordi fra Stati; Antenna del Sistema Paese, nella circoscrizione diplomatico-consolare al fine del coinvolgimento delle forze produttive e associative della comunità nella proiezione estera dell’Italia, anche in collaborazione con il nuovo progetto di promozione dell’Italia lanciato dalla Farnesina.

COSTITUZIONE DEI COMITES - In questo ambito, il Com.It.Es. deve agire anche come promotore dell’insegnamento e diffusione della lingua e cultura italiana, a supporto e in sinergia con gli enti gestori, le scuole e Università locali, partecipando, per legge, alla elaborazione del Piano Paese; Centro di informazione, contatto e sostegno delle migrazioni e delle nuove mobilità. In base alla maggior parte dei contributi inviati da Com.It.Es., CGIE e associazioni, si ritiene inoltre necessario che sia stabilito il numero minimo di iscritti all’AIRE per la costituzione di un Com.It.Es. scegliendo fra il mantenimento degli attuali (3.000) e le proposte di elevazione a 5.000, 6.000, 8.000 o 10.000, ferma restando la possibilità di istituirne comunque almeno 1 nei Paesi di nuova emigrazione in Asia, Africa o in altri Paesi in cui non si raggiunge la soglia minima di presenze; il Com.It.Es. elabori una relazione annuale sulla situazione e le esigenze delle comunità nella propria circoscrizione con indicazione delle azioni di intervento da programmare per i successivi 3 anni, tenendo in considerazione che, oltre a favorire l’integrazione dei nuovi migranti, nei Paesi di più antica emigrazione il Com.It.Es. ha anche il dovere di occuparsi degli italodiscendenti e proteggerne i diritti attribuiti dalle leggi italiane e locali. Una proposta che deve tenere conto delle diverse esigenze degli italiani all’estero in un’ampia gamma di realtà economiche, politiche, sociali e culturali, dell’impatto della presenza parlamentare degli Italiani all’estero che richiede meccanismi tesi ad assicurare unità di intenti.

POCHE RISORSE - Da tenere in considerazione anche l’esiguità delle risorse assegnate alle attività di Cgie e Comites e del costo della gestione delle elezioni per il rinnovo di questi ultimi. Sulla questione risorse si era alzato già ieri il “grido di dolore” del segretario generale del Cgie che ha sottolineato non solo la sottovalutazione della rappresentanza, tanto da chiedersi se l’Italia ritiene ancora importante il suo rapporto con gli italiani all’estero, ma ha fatto notare soprattutto che la cassa si sta svuotando: dopo la plenaria, rimangono appena 15mila euro.

PROMOZIONE INTEGRATA - Oggi il nodo dei fondi troppo esigui è tornato alla ribalta nella discussione sul decreto 383 che disciplina la scuola italiana all’estero e in quella sull’internazionalizzazione del Sistema Paese. Presente anche Vincenzo De Luca, direttore generale per la Promozione del Sistema Paese del ministero degli Affari esteri: direzione che prenderà in mano le competenze in materia di insegnamento di lingua italiana all’estero, che prima erano invece della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero. Con il decreto 383 che disciplina la scuola italiana all’estero “vogliamo aumentare la diffusione del sistema formativo all'estero, aumentare la promozione e consolidarla – ha sottolineato De Luca -. Noi ci siamo mossi prima dell’approvazione del decreto, abbiamo firmato accordi con Serbia, Georgia e ora proveremo con l’Argentina”.

SCUOLA ITALIANA ALL’ESTERO - A spiegare il decreto 383 è stata Laura Garavini, deputata del Pd eletta all’estero e relatrice del decreto in Commissione Affari esteri. “È un bel caso di attenzione del governo e un prezioso lavoro parlamentare che ha permesso di migliorare il testo del decreto. Abbiamo tenuto conto delle istanze poste da una ricca platea di interlocutori e devo ringraziare il Cgie per averci fornito proposte”. “Questo intervento – ha proseguito la deputata dem - prevede un passo avanti e cioè il ripristino di un numero consistente di insegnanti di ruolo, non l’intero numero ma a partire dall’ as 2018-19 saranno inviati all’estero 50 insegnati ruolo aggiuntivi rispetto ai 624 già previsti”. Gli aspetti migliorativi, secondo Garavini, sono quelli di “aver riconosciuto la figura degli enti gestori, aver recepito gli aspetti importanti per le rappresentanze come il tener conto della programmazione triennale che favorisca un rapporto con gli enti locali, aver tenuto conto delle indicazioni dei Piani Paesi”. E ancora: “La previsione di una cabina regia tra Maeci e Miur, la formazione propedeutica per gli insegnanti, un nuovo spazio alla contrattazione sindacale, la possibilità di volontari del servizio civile”. Ma l’appello, lanciato dal consigliere Fernando Marzo, è di “fare attenzione strategicamente affinché le risorse vadano dove devono andare, agli istituti, alle università fuori dall’Italia che meritano grande attenzione. Nota dolente – secondo Marzo - è il ritardo nell’erogazione dei fondi agli enti gestori, organismi che lavorano in condizioni inaccettabili, una situazione deleteria per tutto il settore”.

UE, TUTELA SOCIALE E PENSIONI - Alla plenaria sono arrivati anche i saluti del parlamento europeo: “Noi abbiamo bisogno di voi – ha detto il vicepresidente David Sassoli - e non solo per le questioni amministrative ma perché il mondo si sta muovendo con un dinamismo e una perfida pericolosità e noi abbiamo bisogno di mettere in campo tutte le reti”. “Vi aspetto a Bruxelles – ha detto Sassoli - per mettere in moto l’energia della comunità”. Sul tavolo anche la tutela sociale e l’erogazione delle pensioni per gli emigrati. “Sono 800mila le pensioni in regime internazionale, di queste circa la metà è erogata all’estero, poco più del 2 per cento delle pensioni erogate dall’Inps, che possono sembrare poche ma per noi ha un carattere strategico – ha sottolineato il presidente dell’Inps Tito Boeri -. Il fenomeno delle pensioni erogate all’estero dall’Inps non è in diminuzione, ma in aumento in Europa, nell’est Europa e in Asia”. (Sip – 30 mar)

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