(31 marzo 2017) Riaprire i musei, far ripartire gli scavi archeologici, formare i professionisti dei beni culturali, incontrare gli studenti delle scuole superiori. È la ricetta di Eduu, progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna e dedicato al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale dell’Iraq. Il progetto, che parte in questi giorni con un kick-off meeting a Diwaniyah, 200 chilometri a sud di Baghdad, è finanziato da EuropeAid con oltre 1 milione di euro e coinvolge, assieme all’Alma Mater, l’Università di Torino e tre atenei iracheni, le Università di Baghdad, di Al-Qadisiyah e di Kufa. L’obiettivo è ricostruire una rete di promozione dei beni storici e archeologici del paese. Oltre a coinvolgere il Museo di Baghdad nell'aggiornamento di alcune sale, le attività di Eduu permetteranno l’apertura di due musei oggi chiusi, quello di Kufa e quello di Diwaniyah, e favoriranno la nascita di associazioni culturali dedicate alla valorizzazione del patrimonio culturale. “Con questo progetto – spiega Nicolò Marchetti, coordinatore del progetto e docente al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater – vogliamo coinvolgere la società civile irachena, creando sinergie virtuose tra le sue diverse componenti, dalle università alle scuole superiori, passando per le soprintendenze, i musei e le amministrazioni locali, regionali e nazionali: realtà diverse che finora troppo spesso si sono parlate troppo poco”. (Red)
SCHEDA / LE ATTIVITÀ
Oltre al lavoro sui musei, il progetto coinvolge due importanti aree archeologiche, una nella zona di Afak (governatorato di Al-Qadisiyah), dove Unibo conduce una ricognizione archeologica e un sito, e una a Telul el-Baqarat, nella zona di Al-Kut (governatorato di Wasit). Ma in programma ci sono anche attività formative dedicate al personale delle soprintendenze locali, lezioni nelle scuole superiori sulla storia e il valore del patrimonio culturale iracheno e varie attività per coinvolgere la popolazione rurale nella conservazione del territorio.
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