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direttore Paolo Pagliaro

SU LUFTHANSA NESSUNA PRECLUSIONE

SU LUFTHANSA NESSUNA PRECLUSIONE

"Siamo stati al capezzale di Alitalia. Abbiamo fatto un'enorme fatica per convincere gli azionisti a mettere sul piatto due miliardi di euro. Forse non erano abbastanza, ma all'università mi hanno insegnato che un paziente grave va intubato e portato in rianimazione. Al resto si pensa dopo” e “indietro non possiamo tornare. Qualcuno si è convinto ci sarebbe stato l'ennesimo salvataggio pubblico. Lo dico chiaramente: non ci sarà” e se Lufthansa avanzasse una proposta dal governo non verrebbe “nessuna preclusione, ma le decisioni spettano agli azionisti. La palla è nelle loro mani”. Lo afferma il ministro dei Trasporti Graziano Delrio in una intervista a La Stampa. E il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in una intervista a Repubblica, sottolinea sull’esito del referendum dei dipendenti: “Mi dispiace molto, avevamo fatto tutti un lavoro importante per rimettere in pista Alitalia. Avevamo chiesto che il peso non ricadesse solo sui lavoratori: nell'ultima versione del piano i due terzi dei costi da ridurre non avrebbero coinvolto il lavoro. Gli esuberi erano stati ridotti, così come le esternalizzazioni: tutte richieste avanzate dagli stessi sindacati. Avremmo avuto maggiori risorse fresche per 900 milioni grazie all'impegno dei soci. Ora invece si apre l'orizzonte incerto dell'amministrazione straordinaria”, “la cosa che ora dispiace è che questa scelta dei lavoratori rischia di danneggiarli di più, non di meno”. Quindi sostiene che “tra ammortizzatori e prestito, sia pure a titolo oneroso per non incorrere nelle obiezioni Ue di aiuto di Stato, credo che si arrivi effettivamente intorno a un miliardo". La mia reazione è stata di grande rammarico e stupore”. Così il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, commenta l’esito del referendum di Alitalia in una intervista al Corriere della Sera: “Si è diffusa, anche per responsabilità di qualche sindacato che si è mosso in modo poco trasparente, l'idea, sbagliata, che Alitalia possa essere nazionalizzata e che ci siano i contribuenti a saldare i conti. E invece non può accadere per due motivi: le regole europee non lo consentono; il governo e i cittadini non lo vogliono. Su questo siamo stati chiari dall'inizio”. (26 Apr – Red)

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