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1 MAGGIO, CEI: METTERE LAVORO AL PRIMO POSTO

1 MAGGIO, CEI: METTERE  LAVORO AL PRIMO POSTO

 “Tra le sfide che caratterizzano la nostra situazione constatiamo un tasso di disoccupazione ancora troppo alto (attorno al 12%, con punte vicine al 40% tra i giovani e vicino al 20% al Sud); 8 milioni di persone a rischio di povertà, spesso a causa di un lavoro precario o mal pagato, più di 4 milioni di italiani in condizione di povertà assoluta. Nonostante la lieve inversione di tendenza registrata negli ultimi anni, il lavoro rimane un’emergenza nazionale. Per tornare a guardare con ottimismo al proprio futuro, l’Italia deve mettere il lavoro al primo posto”. Così il messaggio dei Vescovi per il Primo maggio che sarà presentato da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, questa mattina a a Roma, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. “La soluzione dei problemi economici e occupazionali – così urgente nell'Italia di oggi – non può essere raggiunta senza una conversione spirituale che permetta di tornare ad apprezzare l’integralità dell’esperienza lavorativa – si aggiunge -. C’è prima di tutto una questione di giustizia. Se il lavoro oggi manca è perché veniamo da un’epoca in cui questa fondamentale attività umana ha subito una grave svalorizzazione. La ‘finanziarizzazione’ dell’economia con lo spostamento dell’asse degli interessi dal profitto derivante da una produzione in cui il rispetto del lavoratore era imprescindibile alla crescita dei vantaggi economici provenienti dalle rendite e dalle speculazioni, ha reso il lavoro quasi un inutile corollario. Inoltre, lì dove il lavoro ha continuato ad essere centrale nella produzione della ricchezza, non è stato difeso dallo sfruttamento e da tutta l’opacità cercata da chi ha voluto fare profitto senza rispettare chi gli ha consentito di produrre. Questo paradigma con le sue storture si rivela sempre meno sostenibile”. (red – 26 apr)

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