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Italiani che vanno
stranieri che arrivano

Italiani che vanno <br> stranieri che arrivano

di Paolo Pagliaro

(26 aprile 2017) L’anno scorso se ne sono andate dall’Italia 115 mila persone, di cui 35 mila giovani quasi tutti laureati e diplomati. E’ un dato molto negativo, che aggrava il deficit demografico del nostro paese riassunto oggi in un rapporto Istat. Secondo le proiezioni dell’Istituto di statistica, fra 50 anni ci saranno sette milioni di italiani in meno, a causa delle migrazioni in uscita e della bassa natalità, con le  future nascite che non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi.


Una sorta di desertificazione attende il Sud, dove si concentrerà gran parte del calo di popolazione.  Vivremo ancora più a lungo; entro il 2065 la vita media supererà  gli 86 anni per gli uomini e i 90 per le donne.  Oggi è rispettivamente di 80 e 84. Saremo quindi ancora più di oggi un Paese popolato soprattutto da anziani, con un'età media di oltre 50 anni e una quota di ultrasessantacinquenni vicina al 34%. 


Scrive l’Istat che il saldo naturale della popolazione verrà corretto solo grazie alle migrazioni in entrata, che comporteranno alcuni milioni di residenti aggiuntivi.  La previsione è che da oggi al 2065  arriveranno complessivamente in Italia oltre 14 milioni di persone e se ne andranno 6 milioni e 700 mila.  L’Istat sottolinea però che questa proiezione è suscettibile di radicali modifiche se cambieranno le condizioni ambientali, sociali e geopolitiche.  Non viene esclusa l’ipotesi che le ragioni per sbarcare sulle nostre coste vengano meno e che l’Italia torni  a essere, come in passato, soprattutto  un luogo da cui emigrare, soprattutto se continueranno a mancare “ lavori buoni” in settori innovativi adatti ai nostri  giovani.    

(© 9Colonne - citare la fonte)