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direttore Paolo Pagliaro

La politica è figlia
delle leggi elettorali

La politica è figlia <br> delle leggi elettorali

di Paolo Pagliaro

(10 maggio 2017) Nel 1994 in Italia si tennero le prime elezioni politiche con il sistema elettorale semi maggioritario detto Mattarellum e si presentarono tre coalizioni: la sinistra di Occhetto, la destra di Berlusconi e il centro di Segni. Il centro raccolse il 15,8% dei voti ed ebbe alla Camera 33 seggi. Ma se l’elezione si fosse celebrata con il vecchio sistema proporzionale, quel centro – con quegli stessi voti – avrebbe conquistato non meno di 104 seggi, e il corso degli eventi politici italiani sarebbe stato radicalmente diverso.

Questo esempio per dire quanto la politica sia figlia delle leggi elettorali, e quanto sia cruciale il dibattito che si svolge in queste ore, alla vigilia di una seduta della commissione affari costituzionali da cui potrebbe uscire l’accordo sulle nuove regole del gioco.

Il deputato Pino Pisicchio, presidente del gruppo misto della Camera, ha pubblicato con l’editore Giubilei Regnani un piccolo manuale molto utile per capire come funzionano le leggi elettorali, da noi e negli altri paesi. Si parte dalle due grandi famiglie, quella del maggioritario e quella del proporzionale, per esaminare poi la vasta gamma delle soluzioni intermedie e di quelle miste in cui l’Italia è maestra. Nella prefazione, Luciano Violante ricorda d’altra parte che l’Italia è un caso a parte, perché nessun Paese europeo ha cambiato tante leggi elettorali in così poco tempo e in nessun Paese le leggi elettorali son state condizionate così profondamente da referendum e da interventi della corte costituzionale.

Ora l’unica certezza è che con le leggi attualmente in vigore in Italia il voto non potrà produrre alcun governo degno di questo nome. Se Renzi, Grillo e Berlusconi pensano di dovere qualcosa al loro Paese, questo esito dovrebbero scongiurarlo.

(© 9Colonne - citare la fonte)