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direttore Paolo Pagliaro

Ce lo chiede l’Europa
(ma a noi conviene)

Ce lo chiede l’Europa <br> (ma a noi conviene)

di Paolo Pagliaro

(22 maggio 2017) In Italia la sentenza di primo grado in una causa civile e commerciale arriva in media dopo 532 giorni, a fronte dei 192 della Germania e dei 316 della Spagna. Per la sentenza definitiva l’attesa media è di tre anni. La lentezza della giustizia civile ha un impatto diretto sull’economia, frena gli investimenti e per le banche è responsabile di circa la metà dell’incremento dei crediti deteriorati rispetto all’andamento degli impieghi.

E’ per questa ragione che oggi la commissione europea ha inserito la riforma della giustizia civile, con la riduzione della durata dei processi, tra le 4 condizioni che l’Italia deve rispettare per evitare future sanzioni a causa del debito pubblico troppo elevato.

Ce lo chiede l’Europa, dunque, ma è nel nostro interesse il via libera a quel pacchetto di norme – fermo al Senato – sul rito sommario semplificato, l’obbligo di una prima udienza fissata entro massimo tre mesi, termini perentori per le eccezioni, le conclusioni e i mezzi di prova. Norme che estendono la risoluzione stragiudiziale delle controversie, agevolano il recupero crediti e finalmente puniscono come meritano le cosiddette liti temerarie, cioè le cause avviate in malafede.

C’è da dire che ora l’indice di produttività dei magistrati italiani risulta tra i più alti in Europa, e i tribunali hanno smaltito una grande quantità di arretrati. Questo anche grazie alla collaborazione dei circa cinquemila magistrati onorari, che però vengono pagati a cottimo e non accettano i 16 mila euro lordi l’anno offerti dal governo. Anche per questa ragione sono in sciopero fino all’11 giugno.

(© 9Colonne - citare la fonte)