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Capolavori del cinema italiano,
serata “Amarcord” all’Iic

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Capolavori del cinema italiano, <br> serata “Amarcord” all’Iic

(29 maggio 2017) La Strada, Casanova, Cabiria, I clown, La città delle donne, Giulietta degli spiriti, Toby Dammit, 8 e mezzo. Entrare nel mondo di Federico Fellini significa immergersi in opere che hanno fatto la storia del cinema italiano. Una delle opere più famose di Fellini è “Amarcord” (1973): mercoledì 31 maggio alle 18.30 verrà proiettata all’Auditorium Umberto Agnelli dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. L'Istituto Italiano di Cultura e l'emittente “Imagica tv” propongono, infatti, al pubblico dell’Iic la celebre pellicola di Fellini in occasione della rassegna “Capolavori del cinema italiano - Collezione Franco Cristaldi”, una serie di grandi film che saranno trasmessi nel mese di giugno. Il film verrà proiettato all’Iic nella versione restaurata 4 K, preceduto da una breve introduzione di Yomota Inuhiko. “Amarcord” con Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Bruno Zanin e Pupella Maggio narra il ricordo dell'infanzia del regista, trasfigurato dal tempo, così come recita il titolo stesso del film, “a m’arcord”, ovvero “io mi ricordo” in dialetto romagnolo. Ambientato nel 1933 in una Rimini ricostruita a Cinecittà, il film racconta i personaggi che popolavano la cittadina, le abitudini, i loro vizi, il fascismo e l’antifascismo. (Red)


SCHEDA / IL FILM


Nella Rimini degli anni trenta l'adolescente Titta cresce fra educazione cattolica e retorica fascista. Suo padre, Aurelio, è un capomastro anarchico e antifascista: sulle sue spalle oltre i due figli, la moglie e l'anziano padre, piuttosto arzillo, vive anche il cognato sbruffone e perdigiorno, lo zio "Pataca". Suo fratello Teo è invece chiuso in manicomio. La cittadina è popolata da personaggi singolari, come Volpina la ninfomane, Giudizio il matto, Biscein il fanfarone, l'avvocato dalla retorica facile, il motociclista esibizionista, il cieco che suona la fisarmonica. Titta frequenta il liceo cittadino, dove le interrogazioni si alternano agli scherzi a insegnanti e compagni. La sua vita erotico-sentimentale si divide fra l'inarrivabile Gradisca, i grossi seni della tabaccaia e i balli d'estate al Grand Hotel spiati da dietro le siepi. Con il borgo condivide il trascorrere delle stagioni, con i fuochi per festeggiare l'arrivo della primavera, e gli eventi, il passaggio della Mille Miglia e quello del transatlantico Rex, la visita del gerarca fascista e il nevone. La morte della madre e il matrimonio di Gradisca segnano la fine della sua adolescenza.

(© 9Colonne - citare la fonte)