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Global Sustainable Fashion Week,
Italia ospite d’onore

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Global Sustainable Fashion Week, <br> Italia ospite d’onore

(5 giugno 2017) La Global Sustainable Fashion Week, a Budapest dal 7 al 10 giugno, è un evento unico dove s’intrecciano una conferenza internazionale, presentazioni e sfilate sui temi della moda etica e sostenibile, accompagnate dalla presenza della stampa internazionale. Un’occasione per conoscerne i diversi aspetti e risultati, partendo dal disegno fino al commercio equo e solidale, dai metodi tradizionali fino a quelli più recenti gettando uno sguardo sulle migliori pratiche messe in atto nei diversi Paesi. La Global Sustainable Fashion Week vedrà la partecipazione di esperti e artisti provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Svezia, Danimarca, Pakistan, India, Bangladesh e Srí Lanka. L’ospite d’onore dell’evento sarà però l’Italia, grazie al suo ruolo importante nella moda ecofashion. Appuntamento l’8 giugno presso l’Istituto italiano di cultura di Budapest a partire dalle 10: apriranno i lavori gli interventi di Gabriella Mányi-Walek, fondatrice della Global Sustainable Fashion Week, Gian Luca Borghese, direttore dell’Istituto Italiano di cultura e Rahul Chhabra, ambasciatore dell’India. (Red)


SCHEDA / IIC BUDAPEST, LA STORIA

L’Istituto italiano di cultura di Budapest ha una storia ricca di avvenimenti che sono legati agli eventi ungheresi degli ultimi sessant’anni. Istituito nel 1937 sulla base di un accordo fra il governo italiano e quello ungherese, volto a incrementare i rapporti culturali tra i due Paesi, venne inaugurato nella sede del primo Parlamento ungherese nel 1943. Gli eventi storici coinvolsero anche la sede dell’Istituto, che venne pesantemente danneggiato durante la Seconda guerra mondiale. Il suo Direttore, il prof. Bizzarri, venne arrestato e deportato in un campo di concentramento. La fine del conflitto permise la riapertura di questa istituzione. Il regime totalitario instaurato in Ungheria determinò numerose restrizioni anche nella scelta dei programmi culturali, anche se molti frequentatori consideravano l’Istituto come uno spiraglio verso altri orizzonti e una possibilità di evasione dall’opprimente clima politico di allora. La rivoluzione del 1956 recò ulteriori danni all’Istituto e l’attività dovette essere interrotta per qualche tempo. Tuttavia, una volta migliorata la situazione, si iniziò a lavorare su ambiti diversi, aumentando la gamma dei rapporti fra i due Paesi, e soprattutto istituendo borse di studio al fine di realizzare scambi fra gli studiosi italiani e ungheresi. Le manifestazioni organizzate riguardavano anche appuntamenti cinematografici, spettacoli teatrali di grandi compagnie italiane, come il Teatro Stabile di Genova e quello di Torino, mostre in numerose sale d’esposizione di Budapest e nel grande salone dell’Istituto finalmente rinnovato. Veniva inoltre incoraggiata la traduzione di opere italiane in ungherese e viceversa. Il 1989 fu un anno di svolta per la storia dell’Ungheria e dell’Istituto, soprattutto riguardo alla programmazione. Dal 2003 al 2015 l’Istituto è stato sede di coordinamento di una parte dell’area centro-europea e ha dato un ulteriore impulso alla sua azione culturale.

(© 9Colonne - citare la fonte)