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ANTIMAFIA: ‘NDRANGHETA IN POLITICA, A ROMA SISTEMA MAFIOSO

ANTIMAFIA: ‘NDRANGHETA IN POLITICA, A ROMA SISTEMA MAFIOSO

La ‘ndrangheta in politica c’è ed è in tutti i settori nevralgici. Lo dice la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, secondo cui “si è di fronte a un complesso di emergenze significative, ancora di più che in passato, di una 'ndrangheta presente in tutti i settori nevralgici della politica, dell'amministrazione pubblica e dell'economia, creando, in tal modo, le condizioni per un arricchimento, non più solo attraverso le tradizionali attività illecite del traffico internazionale di stupefacenti e delle estorsioni, ma anche intercettando, attraverso prestanome o, comunque, imprenditori di riferimento, importanti flussi economici pubblici ad ogni livello, comunale, regionale, statale ed europeo”. Non solo: "Altra amara, riflessione, è quella relativa al fatto che tale azione investigativa ha dato conferma di come la 'ndrangheta continui a dimostrare grande capacità di rendere funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi di radicamento capillare sul territorio e di controllo di tutte le attività economiche ivi operanti, il bisogno di lavoro che attanaglia gran parte delle famiglie calabresi, soprattutto i giovani".

 

CAPITALE. A Roma del resto la situazione non è migliore: secondo la Dna infatti "sulla scorta delle decisioni giudiziarie sinora intercorse, può affermarsi l'esistenza di un'organizzazione criminale di stampo mafioso operante nel territorio della città di Roma, la quale si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà, per commettere delitti e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici". E ancora: "Tale organizzazione, convenzionalmente denominata Mafia Capitale, presenta caratteristiche proprie, solo in parte assimilabili a quelle delle mafie tradizionali e agli altri modelli di organizzazione di stampo mafioso fin qui conosciuti, ma essa è certamente da ricondursi al paradigma criminale dell'art. 416 bis del codice penale, in quanto si avvale del metodo mafioso, e cioè della forza di intimidazione derivante dal vincolo di appartenenza, per il conseguimento dei propri scopi”. La relazione si sofferma anche sulle minacce terroristiche: "Nel periodo esaminato si è verificato in modo significativo l'arretramento territoriale del cosiddetto Stato Islamico in più scenari e si è quindi registrata una parallela minore capacità di espansione territoriale. Questa mutata realtà ha direttamente inciso sul fenomeno dei cosiddetti 'foreign fighters', con una contrazione del numero delle partenze". (Sis – 22 giu)

(© 9Colonne - citare la fonte)