di Paolo Pagliaro

(28 giugno 2017) Iqos è la sigaretta elettronica che scalda il tabacco e non lo brucia. E’ un sistema sviluppato da Philip Morris per ridurre la tossicità delle sigarette. Il marchingegno ha i suoi tifosi e i suoi denigratori. Ma la notizia che interessa anche i non fumatori, soprattutto in tempi grami per l’occupazione, è che per produrre la sigaretta Iqos, Philip Morris investirà altri 500 milioni e assumerà altre 600 persone nel bolognese, a Crespellano, dove dal 2016 ha già uno stabilimento. La notizia sta sui giornali di oggi.

E’ il primo caso di una multinazionale straniera che in Italia crea da zero uno stabilimento per lanciare un nuovo prodotto e nel giro di un anno lo raddoppia.

Sembra di capire che sia stata l’Emilia Romagna a cercare la Philip Morris e non viceversa. Lo ha fatto soprattutto con gli incentivi previsti dalla legge regionale sull’attrattività, che riduce la burocrazia, concede agevolazioni fiscali alle nuove aziende innovative, rafforza i Consorzi fidi per il credito, premia la responsabilità sociale d’impresa. La legge mette a disposizione dei grandi investitori anche l’accesso al network della ricerca e del trasferimento tecnologico, la formazione delle risorse umane, la disponibilità delle reti di telecomunicazione e di servizi telematici, sostegni per la riqualificazione energetica, servizi alla persona.

In Emilia hanno saputo garantire anche scelte logistiche adeguate, come ad esempio l’apertura di un casello autostradale a ridosso della fabbrica.

Si dice che il lavoro non si crea per legge, ma questo non sempre è vero.