Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Archeologia, è “Made in Tuscany” l’ascia della mummia Ötzi

BigItaly focus
BigItalyFocus è un servizio di news quotidiane che offre informazioni e approfondimenti sul meglio della presenza italiana nel mondo. Dal lunedì al venerdì, offre un panorama di informazione completo che spazia dalle attività di cooperazione al made in Italy

Archeologia, è “Made in Tuscany” l’ascia della mummia Ötzi

(6 luglio 2017) Nuova scoperta del team di ricercatori di Archeometallurgia dell’Università di Padova. Dalla ricerca pubblicata su “Plos One” emerge che la provenienza dell’ascia di rame dell’Uomo del Similaun, soprannominato Ötzi, proviene dall’area della Toscana meridionale. Fino a oggi si riteneva che la produzione e la circolazione del rame in area alpina nel IV millennio a. C. avessero origine solo da depositi centro-europei e balcanici. Grazie al team di ricerca guidato da Gilberto Artioli del Dipartimento di Geoscienze dell’ateneo di Padova le “mappe” degli scambi socio-economici fra culture eneolitiche dell’Italia centrale e a nord dell’Appennino tosco-emiliano possono essere estese fino alle popolazioni che occupavano l’arco alpino orientale in cui viveva dell’Uomo venuto dal ghiaccio. L’ascia di rame trovata 25 anni fa tra gli utensili dell’Uomo del Similaun è stata un’incredibile fonte di informazioni per la metallurgia dell’età del Rame. L’ascia, l’unica in rame del IV millennio rinvenuta completa delle parti organiche (manico, legacci e pece), è stata analizzata con Carbonio 14 permettendo una sua inequivocabile datazione al 3200 a.C.. Innovative analisi cristallografiche non invasive effettuate dal gruppo di ricerca dell’Università di Padova una dozzina di anni fa (Applied Physics A - Gilberto Artioli) permisero di interpretare in modo dettagliato la tecnica di manifattura. L’ascia era stata fusa in uno stampo bivalve e, nonostante l’ampio utilizzo nelle attività quotidiane, non fu mai sottoposta a indurimento meccanico per preservare la sua duttilità ad eccezione forse del filo della lama che, al contrario, mostra segni di uso e ricristallizzazione del metallo. (red)

 


 

 SCHEDA / IL GRUPPO DI LAVORO

Il Gruppo di Archeometallurgia dell’Università di Padova costituito da Gilberto Artioli, Caterina Canovaro e Gregorio dal Sasso del Dipartimento di Geoscienze dell’Ateneo patavino, Ivana Angelini  del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Padova, in collaborazione con Günther Kaufmann del Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano e Igor Villa dell’Università di Milano Bicocca, ha ultimato le prime analisi chimiche e isotopiche complete del rame che costituisce l’ascia. Lo studio è stato possibile grazie a un micro-prelievo del metallo effettuato lo scorso al Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, luogo di conservazione dei reperti. Le analisi chimiche effettuate nei laboratori dell’Università di Padova e quelle isotopiche, realizzate in collaborazione con l’Università di Berna, hanno prodotto risultati che stanno rivoluzionando le consolidate evidenze sulla presenza del rame nel IV millennio a.C. in area alpina. Secondo i riscontri scientifici disponibili a oggi si riteneva infatti che la produzione e la circolazione del rame in area alpina nel IV millennio a. C. avessero origine solo da depositi centro-europei (Austria, Germania o Slovacchia) e balcanici (Serbia e Bulgaria). “Al contrario -  dice Gilberto Artioli - i risultati pubblicati su PLOS ONE dimostrano inequivocabilmente come il metallo dell’ascia fosse estratto da minerali della Toscana meridionale. I depositi minerari della Toscana meridionale» continua Artioli - presentano un segnale inconfondibile dei rapporti isotopici del piombo, un segnale che può discriminare l’origine del rame da tutti gli altri depositi minerari dello stesso metallo noti in Europa e nell’area mediterranea”.

(© 9Colonne - citare la fonte)