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direttore Paolo Pagliaro

Danilo Chirico
in Chiaroscuro

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Danilo Chirico <br> in Chiaroscuro

“CHIAROSCURO” DI DANILO CHIRICO

Federico Principe è un giovane e brillante magistrato di Reggio Calabria. Non ha paura di dire quello che pensa contro la ‘ndrangheta e l’atto d’accusa pronunciato durante un talkshow su una rete TV locale lancia la sua candidatura a sindaco della città. Ma le cose precipitano in fretta: una festa in una villa sul mare, una bella ragazza, una serata di alcol e sesso e poi, nel cuore della notte, uno sparo e un letto insanguinato. Questa la trama di “Chiaroscuro” di Danilo Chirico (Bompiani). Federico è convinto di essere innocente ma la ragazza è in fin di vita. Gli ospiti, fin troppo solleciti, si affrettano a scagionarlo davanti alla polizia: è stato un incidente, dicono, e lui comincia a convincersene. Ma è costretto a fare un passo indietro e trasferirsi a Roma. Chi credeva in lui legge nella sua scelta un tradimento, uguale a quello di suo padre Santo trent’anni prima. A Roma, Federico prova allora a ricominciare: nuove abitudini e prove d’amore, vizi e passioni da sperimentare per non venire risucchiato dalla Procura. Finché, nelle indagini quotidiane sul mondo criminale, ecco riaffiorare i fantasmi del passato. È possibile lasciarsi tutto alle spalle? Sfuggire alle colpe dei padri? E quali sono le colpe dei figli? Danilo Chirico (Reggio Calabria, 1977) è un giornalista, scrittore e autore televisivo. Ha lavorato a programmi di informazione per Raiuno, Raitre, Mtv, Laeffe, Repubblica.it e Radiotre. Ha scritto per giornali, riviste e agenzie di stampa e sceneggiato la web serie Rai Angelo. Collabora con Pagina 99. Ha pubblicato diversi libri. Nel 2011 con Dimenticati ha vinto il premio di scrittura Indro Montanelli – Giovani. È presidente dell’Associazione antimafie daSud. Vive e lavora a Roma.

 

 

“VIAGGIO ALL'EDEN” DI EMANUELE GIORDANA

Un viaggiatore di lungo corso, per passione e per lavoro, ritorna sulla rotta degli anni Settanta per Kathmandu: il Grande Viaggio in India fatto da ragazzo e ripercorso poi come giornalista a otto lustri di distanza. Un sogno che portò migliaia di giovani a Kabul, Benares, Goa, fino ai templi della valle di Kathmandu. In “Viaggio all'Eden. Da Milano a Kathmandu” (Laterza) Emanuele Giordana si destreggia tra gli appunti presi allora su un quadernetto riemerso dalla polvere, un grande esercizio di memoria e il confronto con le trasformazioni di quei paesi che, terminata l’epoca della Guerra Fredda, sono stati attraversati da conflitti. E dall’orda dei turisti: dal viaggio all’Eden dei frikkettoni ai viaggi organizzati del tutto compreso e agli alberghi di lusso. Su tutto, il ricordo tratteggiato con leggerezza e ironia tra droghe, sesso libero e scoperta di nuovi paesaggi e un’ombra malinconica e riflessiva sul senso del ‘viaggio’. Un libro per chi aveva vent’anni allora, chi quel viaggio non l’ha mai fatto e chi ancora vorrebbe farlo.

 

 

“LA MENTE DEL CHITARRISTA” DI DAVID CARELSE

Se l'editoria è in crisi, forse il web può aiutare a risollevarla. Soprattutto quando un libro diventa espressione di una community numerosa come quella di “Chitarrafacile”: oltre 100.000 persone che ogni giorno si scrivono, si confrontano e costruiscono solidi rapporti di amicizia condividendo la passione da “non professionisti” per la chitarra. Il libro in questione è “La Mente del Chitarrista”, di David Carelse, con prefazione di Andrea Braido, uno dei chitarristi più talentuosi del panorama musicale italiano, tornato ad esibirsi proprio pochi giorni fa sul palco di Vasco Rossi. Un libro auto-pubblicato, senza promozioni pubblicitarie, che in un mese ha venduto centinaia di copie e che resta saldo nella “Top20” per la categoria musica di Amazon. David Carelse è uno dei “fenomeni del web”: già consulente di web marketing, ha poi unito le sue due più grandi passioni, chitarra ed internet, in un unico lavoro, proponendo online corsi innovativi, molto pratici, che permettono anche a chi pensa di essere negato, di poter cominciare a suonare la prima canzone molto semplice anche dopo solo la prima ora. Ma il libro non parla solo di come imparare a suonare la chitarra, ma anche di come la pensano David e le migliaia di persone che lo seguono, per questo “La mente del chitarrista” è anche un percorso di condivisione, di passione e di impegno, impegno duro. “Forse è per questo che il libro è piaciuto tanto, non solo per le vendite, ma per la decine di condivisioni sui social e di recensioni piene di entusiasmo. In verità “La mente del chitarrista” non è un manuale per imparare a suonare la chitarra, ma per imparare a farcela, ad impegnarsi, a sfidare se stessi. La chitarra è certo ciò che ci accumuna, ma la protagonista del libro è la passione. - ha dichiarato David Carelse - Superare gli ostacoli della mente, il pessimismo di chi ti dice che non riuscirai mai, ecco il primo passo per imparare davvero a suonare. Ma anche per imparare davvero a vivere, a combattere per quello in cui si crede”. “Suonare la chitarra rende le persone migliori e migliora la loro vita. Sembra una esagerazione, ma è davvero così: innanzitutto perché riuscire in una impresa che magari si desidera fin da ragazzi, è una pratica straordinaria per la propria autostima, e fa stare meglio di molte sedute dallo psicologo, costando anche molto meno! Poi perché la chitarra è uno strumento “sociale”, facile da trasportare, perfetto per una serata in spiaggia o a casa di amici. Contribuisce insomma anche a vincere una certa timidezza, a creare rapporti sociali ed amicizie”. Un libro insomma per tutti, anche perché secondo David “Il talento innato non esiste” (e se esiste fa la differenza solo ad altissimi livelli, non per chi vuole strimpellare o semplicemente divertirsi a suonare le proprie canzoni preferite).

 

 

FABIO ISMAN E L'ITALIA DELL'ARTE VENDUTA

Il collezionismo d’arte è un primato italiano. Ma tantissimi fra i gioielli più pregiati delle raccolte create nella penisola durante i secoli li possiamo ormai ammirare soltanto fuori dai nostri confini, o quando vengono prestati per qualche mostra. Una diaspora terribile, mai raccontata per intero: è il tema affrontato nel saggio di Fabio Isman dal titolo “L'Italia dell'arte venduta. Collezioni disperse, capolavori fuggiti” (Il Mulino). Quadri, statue e sculture, libri e intere biblioteche, codici miniati, porcellane, mobili, manufatti pregiati: l’Italia ha sempre venduto la propria arte. Perché mutano i gusti, o perché i patrimoni vanno in rovina, e a chi per secoli ha commissionato o posseduto i capolavori spesso non resta che il blasone. È una storia che vale la pena di narrare, al di là delle catastrofi causate dai conflitti, sempre irrispettosi dell’arte, o dei criminali scavi archeologici che alimentano i lucrosi mercati internazionali. Questa grande fuga ha condotto infinite opere di valore fuori dal nostro paese: a poco vale consolarsi con il tantissimo che ci è rimasto, se non si riflette sul moltissimo che è sparito. Fabio Isman, giornalista e scrittore, è stato per molti anni inviato del Messaggero. Fra i suoi numerosi libri: I predatori dell’arte perduta. Il saccheggio dell’archeologia in Italia (2009)e Il ghetto di Venezia (2010), entrambi editi da Skira, e per il Mulino “Andare per le città ideali” (2016).

 

ALESSANDRO BARBERO RACCONTA FEDERICO IL GRANDE

Vita e avventure di Federico II, re di Prussia: ribelle, amante della musica e delle lettere, amico dei filosofi. Figura contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia. Da giovane era stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre violento e militarista; amava la musica, suonando e componendo con estro; leggeva instancabilmente, e la conversazione con i filosofi era nella sua giornata la cosa più importante; dichiarava il re “il primo servitore dello Stato” e la “corona un cappello che lascia passare la pioggia”. Eppure, in una politica europea già spregiudicata, Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo, strumento della volontà di potenza entrata – secondo alcuni storici – nei geni maligni dell’Europa futura; era sleale e ingrato, “il malvagio uomo” lo chiamava Maria Teresa d’Austria. Si reputava un philosophe innanzitutto: strano philosophe che disprezzava l’umanità. Figura doppia, contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia. In “Federico il grande” (Sellerio) Alessandro Barbero – storico, storico militare, premiato scrittore di romanzi storici, curatore di programmi culturali in televisione – parte dal dettaglio della vita quotidiana del monarca prussiano, per condurre il lettore a riflettere su cos’è la grandezza nella storia, e cos’era nel Settecento la grandezza. In un procedere incalzante e pieno di brio, come una conversazione, che rende l’esattezza del saggio seducente quanto un bel racconto. Alessandro Barbero, nato a Torino nel 1959, è professore ordinario presso l’Università del Piemonte Orientale a Vercelli. Studioso di storia medievale e di storia militare, ha pubblicato fra l’altro libri su Carlo Magno, sulle invasioni barbariche, sulla battaglia di Waterloo, fino al recente Lepanto. La battaglia dei tre imperi (2010). È autore di diversi romanzi storici, tra cui: Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Premio Strega 1996) e Gli occhi di Venezia (2011). Questa casa editrice ha pubblicato Federico il Grande (2007, 2017) e Il divano di Istanbul (2011).

 

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