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direttore Paolo Pagliaro

MARCINELLE, 61 ANNI FA LA TRAGEDIA CHE SEGNO' L'EMIGRAZIONE ITALIANA

Era l’8 agosto del 1956, quando un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier (Marcinelle – Belgio) provocò un disastro che segnò per sempre la storia dell’emigrazione italiana: 262 vittime, provenienti da 12 diversi paesi, tra cui 136 italiani. Negli anni la tragedia è diventata un simbolo della memoria per tutti gli italiani emigrati che hanno perso la vita sul lavoro e un monito per non abbassare la guardia sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Ma a 61 anni dalla tragedia, Marcinelle è anche il simbolo di una riflessione che si apre al presente, verso tutti coloro che emigrano oggi. “Un motivo di riflessione – sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione Europea”. “Le loro fatiche sono state feconde, esse hanno contribuito a edificare un continente capace di lasciarsi alle spalle le devastazioni della seconda guerra mondiale e di offrire alle generazioni più giovani un futuro di pace, di crescita economica, di maggiore equità sociale”, ha continuato il Capo dello Stato ricordando la tragedia. Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo: “Ogni anno il nostro commosso pensiero è rivolto a tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero. Vogliamo onorare la loro memoria”, scrive il ministro degli Esteri Angelino Alfano in un messaggio rivolto agli italiani all’estero. Quella tragedia, secondo il titolare della Farnesina, “contribuì in maniera determinante alla formazione di una coscienza europea. E ciò accadeva soltanto un anno prima della firma dei Trattati istituitivi delle Comunità europee, di cui quest’anno abbiamo festeggiato il 60mo anniversario”. Alla cerimonia di oggi a Marcinelle, ha partecipato anche il sottosegretario agli Affari esteri, Vincenzo Amendola, accompagnato da Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie della Farnesina. La giornata è iniziata a Bois du Cazier con il rintocco della campana in ricordo delle vittime. A seguire ci sono stati i discorsi ufficiali delle autorità belga e italiana. Dopo ci si è spostati verso l’ingresso principale del sito minerario per la deposizione di una corona di fiori da parte dell’Ambasciatrice italiana in Belgio Elena Basile a nome del Presidente della Repubblica italiana, e la deposizione di altre corone di fiori da parte delle associazioni dei lavoratori e delle diverse autorità presenti. In seguito la cerimonia è proseguita al Cimitero di Marcinelle, dove Amendola ha depositato una corona di fiori al monumento “Sacrificio dei Minatori Italiani”. La giornata si è conclusa a Bois du Cazier, con il saluto di Basile, la lettura del messaggio di Mattarella e un intervento del sottosegretario Amendola. “una guida per noi e per i nostri figli”: a questo deve servire, secondo Amendola, “la memoria di questo tragico evento”. Le comunità italiane all’estero “non sono solo viste come destinatarie di servizi, ma anche e soprattutto come una componente essenziale della politica estera dell’Italia”, ha poi aggiunto il sottosegretario agli Esteri rivolgendosi agli italiani connazionali residenti in Belgio, una comunità composta da circa 280 mila persone. Diversi i momenti di ricordo e commemorazione che hanno visto protagonista tutta la rappresentanza italiana all’estero, dai Comitati degli italiani all'estero (Comites) al Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) passando per i parlamentari eletti all’estero e le associazioni degli emigrati. Marcinelle “simboleggia per gli italiani all’estero il momento più alto del sacrificio di chi è stato costretto ad emigrare per ragioni economiche e di chi, oggi, è spinto dalle nuove opportunità della mobilità facilitata e dalle nuove forme del lavoro moderno”, ha detto Michele Schiavone, segretario del Cgie. Per Raffaele Napolitano, presidente del Comites di Bruxelles “è importante ricordare questo tragico evento poiché ci induce a ripensare come eravamo: un popolo disperato, alla ricerca di fortuna e disposto a sacrificarsi per la propria famiglia”. Lo sguardo, riprendendo le parole di Mattarella, è rivolto al presente: “Le migrazioni di necessità e di lavoro continuano a scavare un solco profondo anche nel mondo di oggi, il nostro mondo – ha sottolineato la deputata del Pd eletta all’estero Francesca La Marca -. Noi italiani ne siamo i più diretti testimoni, per le tragedie che si susseguono nel Mediterraneo, e anche i più credibili protagonisti nel salvare vite umane a nome dell’Europa e nel testimoniare con i fatti la nostra civiltà e i nostri principi etici”.

ALFANO: PENSIERO A TUTTI CADUTI SUL LAVORO ALL’ESTERO


“Cari Connazionali, vorrei esprimere la mia più sentita partecipazione all’anniversario della tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956. Dal 2001 questa ricorrenza è stata proclamata ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’. Ogni anno, quindi, il nostro commosso pensiero è rivolto a tutti gli Italiani caduti sul lavoro all’estero. Vogliamo onorare la loro memoria”. Così il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, in un messaggio rivolto agli italiani all’estero in occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle. “Il mondo dell’emigrazione, attraverso il coraggio, l’ingegno, il sacrificio, ha reso possibile nei decenni l’incontro tra persone, culture, professionalità, e nazioni, come quelle europee, che oggi condividono il comune progetto dell’integrazione dell’Europa”, ha detto Alfano.

ALFANO: TRAGEDIA CONTRIBUI’ ALLA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA UE


“Quella tragedia, che tolse la vita a 262 minatori tra cui 136 italiani, contribuì in maniera determinante alla formazione di una coscienza europea. E ciò accadeva soltanto un anno prima della firma dei Trattati istituitivi delle Comunità Europee, di cui quest’anno abbiamo festeggiato il 60mo anniversario”. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, in un messaggio rivolto agli italiani all’estero in occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle. “Quell’Europa unita che è riuscita nell’allora inimmaginabile obiettivo di mantenere la pace sul continente per oltre mezzo secolo – ha sottolineato il capo della diplomazia italiana -, che ha promosso lo sviluppo di tutti i Paesi che ne sono membri, e che oggi permette ai nostri figli di viaggiare e di vivere in tutto il territorio del continente in condizioni ben diverse da quelle dei minatori di Marcinelle”.

ALFANO: A LAVORO PER UN’EUROPA PIU’ SOLIDALE


“La tragedia di Marcinelle ci dà ancora oggi la forza di lavorare per un’Europa più coesa e solidale, come l'avevano immaginata i padri fondatori. Un’Europa che trae origine e sostanza dal genuino spirito di fratellanza fra i suoi popoli. Un'Europa che sappia fornire una risposta condivisa, unitaria e partecipe alle grandi emergenze dei nostri giorni. Mi riferisco in particolare al flusso continuo di migranti disperati che oggi, come allora, cadono troppo spesso vittime”. Così il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, in un messaggio rivolto agli italiani all’estero in occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle. Tragedia che, ha detto Alfano, “ci induce a riflettere sul tema del lavoro sotto il profilo della sua dimensione umana e sociale. Non dobbiamo dimenticare mai che il lavoro senza tutele uccide anche laddove si svolge in luoghi che dovrebbero essere meno pericolosi delle viscere della terra. Va difeso, perché il lavoro è sinonimo di speranza e di futuro. E’ precondizione necessaria per la nascita di una famiglia e per la crescita individuale dei singoli nel loro rapporto con la comunità”.

ALFANO: PENSIERO A TUTTI I NOSTRI EMIGRATI


“Cari connazionali, il nostro pensiero in questa occasione è rivolto sia ai pionieri della nostra emigrazione, sia ai loro discendenti, ma ugualmente ai nuovi emigrati, che espatriano oggi in condizioni diverse anche se, molti di loro, sono spinti dagli stessi desideri e speranze. Come Fabrizia, Marco e Gloria che abbiamo perso a Berlino e a Londra, vittima la prima di un vile attacco di terrorismo, i secondi di una fatalità che forse si poteva evitare”. Lo ha affermato il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, in un messaggio rivolto agli italiani all’estero in occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle. “La nostra vicinanza va allo stesso modo agli italiani che vivono all’estero in contesti particolarmente difficili, come in Venezuela, che seguiamo con attenzione per agevolare l’adozione di soluzioni per l’esito pacifico delle crisi che stanno vivendo – ha continuato Alfano -. Siamo orgogliosi del contributo dato da tutti voi, italiani nel mondo, al nostro Paese. Chi ha lasciato e ancora oggi lascia l’Italia contribuisce, in tanti modi diversi, al dialogo e al rafforzamento delle relazioni con i Paesi di destinazione, dando lustro ai valori più profondi e positivi dell’italianità. E in tanti modi diversi contribuite alla crescita dell’Italia”. “E’ con questa consapevolezza che rivolgo a voi il mio più sincero ringraziamento”, ha concluso il titolare della Farnesina.

AMENDOLA ALLE COMMEMORAZIONI: LA MEMORIA SIA PER NOI UNA GUIDA


Il sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Amendola, ha partecipato alle commemorazioni della tragedia di Marcinelle, in Belgio. Nel 2001 l’8 agosto è stato dichiarato “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. Inoltre, alla memoria dei minatori italiani deceduti a Marcinelle è stata conferita nel 2005 la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Alla cerimonia, oltre all’esponente del governo italiano accompagnato da Luigi Maria Vignali, direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero, erano presenti anche Marie-Christine Marghem, ministro federale belga dell’Energia, dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile; Willy Borsus, ministro-Presidente della Regione Vallonia; una delegazione dell’Associazione delle famiglie delle vittime di Manoppello (Regione Abruzzo); e l’associazione “Marcinelle per non dimenticare”. La giornata è iniziata a Bois du Cazier con il rintocco della campana in ricordo delle vittime. A seguire ci sono stati i discorsi ufficiali delle Autorità belga e italiana. Dopo ci si è spostati verso l’ingresso principale del sito minerario per la deposizione di una corona di fiori da parte dell’Ambasciatrice Basile a nome del Presidente della Repubblica Italiana, e la deposizione di altre corone di fiori da parte delle associazioni dei lavoratori e delle diverse autorità presenti. In seguito la cerimonia è proseguita al Cimitero di Marcinelle, dove il Sottosegretario Amendola ha depositato una corona di fiori al Monumento “Sacrificio dei Minatori Italiani”. La giornata si è conclusa a Bois du Cazier, con il saluto dell’Ambasciatrice Elena Basile, la lettura del messaggio del Signor Presidente della Repubblica, e un intervento del sottosegretario Amendola. “La memoria di questo tragico evento, che nel nostro Paese celebriamo come Giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo, deve servire da guida per noi e per i nostri figli” ha detto Amendola. “Le nostre comunità all’estero non sono solo viste come destinatarie di servizi, ma anche e soprattutto come una componente essenziale della politica estera dell’Italia” ha poi aggiunto Amendola, rivolgendosi ai nostri connazionali residenti in Belgio, una comunità composta da circa 280 mila persone. “Nel vostro sforzo per affermarvi e stabilirvi all’estero, in questo cammino di crescita e miglioramento delle condizioni di vita, il Ministero degli Affari Esteri è fortemente impegnato per rispondere sempre di più e sempre meglio alle vostre esigenze, per aumentare gli strumenti a disposizione delle comunità italiane all’estero – ha spiegato. “Rivolgo a voi tutti con orgoglio, cari connazionali, i miei più sinceri ringraziamenti per essere qui e per invitarvi a continuare ad essere orgogliosi della vostra storia e di quello che avete fatto, perché l’Italia lo è di voi” ha concluso Amendola.

VIGNALI (DGIEPM): NON DIMENTICARE IL SACRIFICIO DEGLI EMIGRATI ITALIANI


“Oggi a #Marcinelle per non dimenticare enorme sacrificio degli #italiani all'estero e loro grande contributo alla storia del nostro Paese”. Lo scrive su Twitter il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del ministero degli Affari esteri, Luigi Maria Vignali, in occasione dell'anniversario della tragedia di Marcinelle. L'8 agosto 1956 un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier (Marcinelle – Belgio) provocò un disastro che segnò per sempre la storia dell’emigrazione italiana: 262 vittime, provenienti da 12 diversi paesi, tra cui 136 italiani.

SCHIAVONE (CGIE): SIMBOLO PER TUTTI GLI EMIGRATI ITALIANI


“La tragedia di Marcinelle è diventata un simbolo e un santuario della memoria per tutti gli emigranti italiani, che hanno perso la vita sul lavoro, spesso un lavoro duro, faticoso e pericoloso. Questa commemorazione serve a ricordare, alle future generazioni, il sacrificio di tutti i lavoratori italiani, che hanno perso la vita nell'adempimento del proprio dovere, ma vuole essere anche un monito a mantenere alta la guardia sui diritti del lavoro e dei lavori, anche ai tempi della rivoluzione digitale”. Così in una nota Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, in occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle. L'8 agosto 1956 un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier (Marcinelle - Belgio) provocò un disastro che segnò per sempre la storia dell'emigrazione italiana: 262 vittime, provenienti da 12 diversi paesi, tra cui 136 italiani. “La presenza del Sottosegretario Vincenzo Amendola e del direttore generale per le politiche degli italiani all’estero (DGPIEM) Luigi Maria Vignali, come anche dei consiglieri del CGIE e dei Comites in Belgio alle commemorazioni di Marcinelle l’8 agosto è un atto di profonda gratitudine verso le vittime e le loro famiglie, una considerazione viva e sincera che va oltre la consuetudine e rinnova la vicinanza delle istituzioni italiane alle nostre comunità nel mondo, il cui numero ha oramai superato la soglia dei cinque milioni senza dimenticare l’incerto numero dei discendenti – ha continuato Schiavone -. La tragedia mineraria avvenuta l’8 agosto 1956 nel Bois du Cazier nei pressi di Marcinelle, cittadina situata nei sobborghi di Charleroi, nella regione della Vallonia, simboleggia per gli italiani all’estero il momento più alto del sacrificio di chi è stato costretto ad emigrare per ragioni economiche e di chi, oggi, è spinto dalle nuove opportunità della mobilità facilitata e dalle nuove forme del lavoro moderno”. “Ripensare il mondo del lavoro ai tempi della globalizzazione, della società della conoscenza e della nuova rivoluzione digitale 4.0 senza perdere di vista l’essenza, che è dentro il senso delle prestazioni materiali e immateriali dei soggetti fisici e delle persone giuridiche, come anche rivedere le forme, i tempi e i diritti a sessantun anni dalla tragedia di Marcinelle, al cospetto di profonde trasformazioni sociali e tecnologiche, ci impegna a riconsiderarne la natura, il valore ed in particolare l’ambito nel quale il lavoro deve esprimersi per continuare a svolgere un ruolo preponderante nella società del futuro – sottolinea il segretario generale del Cgie -. Perciò, i diritti del lavoro vanno aggiornati per consentire ai soggetti protagonisti opportunità d’accesso e garantire tutele, come anche per permettere di governare i processi della competizione dei mercati e delle merci, ma non possono essere disgiunti dai diritti sociali e di cittadinanza, compreso quello dello ius soli per i cittadini stranieri residenti in Italia, sul quale nel nostro paese si sta discutendo in maniera accesa e controversa. Questi sottostanno ad una condizione imprescindibile di reciprocità su larga scala per vederli garantiti anche ai nostri connazionali al fine di favorirne l’integrazione nei nuovi paesi di residenza. Il richiamo a Marcinelle e alle tante Marcinelle, passate e presenti, nel mondo in cui gli italiani sono stati e continuano ad essere, purtroppo, tristemente protagonisti ci riporta alla mente che “tutti i grandi avvenimenti e i grandi personaggi della storia universale si presentano due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa”. Schiavone ricorda che sono “innumerevoli e copiosi i libri, le pubblicazioni e gli articoli di cronaca, come anche i seminari, i lavori di ricerca a livello universitario, le esposizioni fotografiche nonché le rappresentazioni teatrali e i documentari televisivi realizzati negli ultimi 61 anni per ricordare la tragedia di Marcinelle. Ultimo della serie una pubblicazione a fumetti realizzata dal Comites di Bruxelles con il sostegno della Farnesina. Una storytelling umana in cui persero la vita 262 minatori di cui 136 italiani, assieme a numerose ed identiche tragedie avvenute nei cinque continenti, che rappresenta il contributo italiano al progresso civile, sociale ed economico della nostra comunità all’estero allo sviluppo creato dalla rivoluzione industriale sfruttando le materie prime ed il lavoro fisico dell’uomo. Da ciò mosse la proposta dell’onorevole Mirko Tremaglia, all’epoca ministro degli italiani nel mondo, per promuovere la giornata dell’8 agosto quale Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel Mondo”.

GRASSELLINO (PD): PENSIERO A CHI RISCHIA LA VITA PER UN FUTURO MIGLIORE


“Il pensiero va a tutti coloro che partendo in cerca di una vita migliore per sé e per le proprie famiglie, rischiano la propria vita o incontrano una triste sorte”. Così su Facebook Anna Grassellino, neo responsabile Italiani nel mondo del Pd, ricorda la tragedia di Marcinelle. “Questa tragedia – scrive ancora Grassellino - serve anche a riflettere sull’importanza della sicurezza sul lavoro. A Fermilab per esempio, il motto é ‘safety first’, always think first before doing. Ogni procedura, anche all’apparenza banale, deve passare diversi livelli di scrutinio e review da parte di svariati individui e commissioni. Ogni persona ha il diritto di fermare il lavoro proprio o altrui se reputa che la propria o altrui sicurezza è messa a repentaglio, e così spesso avviene”. “La cultura della sicurezza prima di tutto a volte può portare anche a rallentare e all’apparenza diminuire la produttività, ma in realtà è segno di grande civiltà e di rispetto, e del mettere al primo posto i diritti dell’individuo”, ha concluso Grassellino.

MIGRANTES: NON DIMENTICARE CHI MUORE SUL LAVORO


“Sono trascorsi oltre 60 anni e quell’8 agosto 1956 rimane ancora forte nella memoria di tanti italiani. Quel giorno, infatti, un incendio riempì di fumo tutto il pozzo minerario di Bois du Cazier, nei pressi di Marcinelle, provocando la morte di 262 dei 274 lavoratori presenti in quel momento nella miniera. Di questi, 136 erano italiani. E dal 2011 questa data è stata riconosciuta ufficialmente in Italia dove viene celebrata la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo”. Così in una nota la Fondazione Migrantes che aggiunge: “Il ricordo di queste morti sul lavoro rappresenta una occasione per non dimenticare chi, ancora oggi, muore sui luoghi di lavoro, siano essi italiani all’estero che stranieri residenti nel nostro Paese”. “Ecco perché – spiega don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes – il nostro sguardo e la nostra attenzione in questi giorni va proprio a Marcinelle come simbolo anche dei numerosi morti italiani durante il loro lavoro in diverse tragedie – non ultime quelle avvenute durante alcuni attentanti terroristici e a Londra in un incendio in un grattacielo alla periferia della città - con la richiesta di un impegno maggiore per la sicurezza sul lavoro sempre più precaria”. “La celebrazione eucaristica per ricordare quella tragedia, che quest’anno si celebrerà il giorno prima, e i 262 rintocchi di campana dell’8 agosto, con il nome di ognuno dei minatori morti, rappresenta ancora una volta occasione per una riflessione sull’attualità delle tragedie che segnano il mondo del lavoro migrante”, conclude la nota.

MARCINELLE, GARAVINI (PD): RICORDARE CHE GLI EMIGRATI ERAVAMO NOI


“Grazie Presidente Mattarella per il Suo messaggio di saluto in occasione, oggi, del 61esimo anniversario della strage mineraria di Marcinelle. Ha ricordato come questa tragedia sia motivo di riflessione verso chi oggi cerca in Italia quelle opportunità che noi trovammo per decenni in altri Paesi”. Così Laura Garavini, della Presidenza del gruppo Pd alla Camera, presente alla celebrazione al sito minerario di Marcinelle, insieme alla delegazione parlamentare costituita dai colleghi Farina, Polverini, Dall’Osso, Ciprini. “È proprio così – continua Garavini -: Marcinelle ci aiuta a ricordare che gli emigrati eravamo noi. Le stragi dei migranti, di ieri e di oggi sono un monito, a noi e all’Europa. Marcinelle è anche un’occasione per rimarcare come sia necessario investire in prevenzione, garantendo condizioni di sicurezza e di dignità sul mondo del lavoro. Vergogna Salvini. Usare una strage, in cui morirono 262 uomini, 136 dei quali italiani, per polemiche strumentali è inqualificabile”.

FARINA (PD): RICORDIAMO IL SACRIFICIO DEI LAVORATORI


“Marcinelle, un punto oscuro. Marcinelle, una tragedia italiana. Marcinelle, ‘la tragedia nostra’, così titolò il Corriere della Sera del 9 agosto 1956, l’articolo di commento del grande scrittore e giornalista veneto, Dino Buzzati, così la tengo nel mio cuore, attraverso quelle pennellate, indimenticabili prime pagine della Domenica del Corriere che ancora conservo in qualche remoto cantuccio”. Così Gianni Farina, deputato del Pd eletto all’estero, in occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle. Farina ha ricordato nei giorni scorsi in Parlamento il sacrificio del lavoro italiano nel mondo. “Pensiamo a questi fratelli, centotrentasei tutti in fila – ha detto Farina -. E dietro le 136 famiglie, padri, madri, mogli, figli, fratelli. 60 abruzzesi (il villaggio di Manoppello il più colpito), pugliesi (22), marchigiani, friulani, molisani, siciliani. E c’erano anche belgi, francesi, tedeschi, russi, ucraini, cecoslovacchi, greci, turchi, algerini. C'era anche un ingegnere inglese. 262 vittime di 12 nazionalità. Noi, ogni anno, andiamo a Marcinelle non a celebrare un triste rito. Andiamo a ricordare la tragedia nostra, come scrisse Buzzati, sì, ma anche il sacrificio dei lavoratori per costruire la società del benessere”. “Marcinelle è come la madre di tutte le tragedie sul lavoro – ha sottolineato il deputato dem -. Vorrei che l’otto agosto i 262 rintocchi della campana di Sant’Antonio, lassù, a Marcinelle, si sentissero anche a Toronto, ove la comunità italiana ricorderà la tragedia, a Mattmark (Svizzera, 1965), a Monongah (Stati Uniti, 1907), a Dawson (Stati Uniti, 1913), e ovunque vive il ricordo del sacrificio, del lavoro italiano nel mondo. La memoria di chi ha riscattato ogni giorno il tricolore dando il meglio di sé”.

CARUSO (ICP): IL DOLORE UNISCE GLI ITALIANI, GRAZIE A TREMAGLIA


"La tragedia di Marcinelle è e sarà sempre indelebile per tutti gli italiani, in qualsiasi paesi essi risiedano, in patria o all'estero". È quanto dichiara in una nota Mario Caruso, presidente di Italia Civile Popolare, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Europa. "Quanto accaduto nella miniera di carbone a Bois du Cazier rappresenta in monito per tutti noi - prosegue Caruso -. Il sacrificio dei nostri connazionali, infatti, serve oggi a rafforzare ancora di più il nostro sentimento verso il comune sentire italiano e verso la cultura che ci lega". "Come parlamentare eletto all'estero e come rappresentante del Ctim, ricordo inoltre il profondo affetto e la lealtà che il nostro ministro Mirko Tremaglia ha sempre manifestato nei confronti dei connazionali scomparsi a Marcinelle e delle loro famiglie, partecipando ogni anno alle celebrazioni di commemorazione – ha aggiunto Caruso -. A chi, come me, conosce la storia degli italiani nel mondo e dei loro tanti, innumerevoli, sacrifici, non può che far piacere sentire e leggere la grande convergenza che esiste oggi, proveniente da tutte le parti, sul ricordo di quanto accaduto a Marcinelle. L'8 agosto è ormai una data alla quale tutti ci sentiamo legati ma, se oggi possiamo assistere a questo sentimento di condivisione, dobbiamo ringraziare l'onorevole Mirko Tremaglia". "Fu lui per primo, e in tempi non sospetti, a sostenere la necessità che questa giornata di dolore divenisse un momento di riflessione e di memoria collettiva, un giorno nel quale ogni italiano, a prescindere dalla sua provenienza geografica o sociale e dal suo paese di residenza, sentisse il dovere di fermarsi per rendere onore al lavoro encomiabile svolto dai nostri connazionali nel mondo i quali, come ci dimostra appunto Marcinelle, hanno pagato a volte anche con la propria vita", aggiunge Caruso, ricordando come il Ctim, quest'anno rappresentato dal delegato del Belgio Orlando Marino, "abbia sempre cercato di mantenere fede a questo bagaglio di valori tramandati da Tremaglia". "È importante che tutti noi proseguiamo in questa opera di memoria e di sensibilizzazione, affinché - conclude Caruso - le nuove generazioni non dimentichino il sacrificio compiuti da chi prima di loro, ha messo in discussione la propria vita per migliorare l'esistenza di chi sarebbe arrivato dopo".

COMITES BRUXELLES: RICONQUISTARE SPIRITO DI SOLIDARIETA’


Il Comites (Comitato degli Italiani all’estero) di Bruxelles, Brabante e Fiandre celebra il 61° anniversario della tragedia di Marcinelle avvenuta l'8 agosto 1956. “E’ importante ricordare questo tragico evento poiché ci induce a ripensare come eravamo: un popolo disperato, alla ricerca di fortuna e disposto a sacrificarsi per la propria famiglia. Una tragedia simbolo della lotta per uscire dalla devastazione del dopoguerra – si legge in una nota firmata da Raffaele Napolitano, presidente del Comites Bruxelles, Brabante e Fiandre -. E’ importante ripensare a come eravamo al fine di riconquistare uno spirito di solidarietà verso i migranti di oggi, che raggiungono le nostre coste con grande sacrificio e con sacrificio cercano l’integrazione e una vita migliore nel nostro Paese, esattamente come la cercavamo noi italiani nel secondo dopoguerra”. Il Comites vuole quindi “rievocare il sacrificio di quegli uomini, che ha rappresentato un importante passo verso il riconoscimento di maggiori diritti per i lavoratori e soprattutto, un passo verso l’integrazione europea”, conclude la nota.

GARAVINI (PD): SICUREZZA SUL LAVORO TEMA SEMPRE ATTUALE


“Fu una tragedia. 262 minatori, di cui 136 italiani, morti a causa del mancato rispetto delle elementari norme di sicurezza. Un dramma del lavoro e dell’emigrazione italiana che travolse intere famiglie e comunità. Lo sdegno che seguì alla tragedia indusse a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle miniere, in Belgio e in tutta Europa. Rimane la grande amarezza per il sacrificio di quei troppi giovani, di diverse nazionalità, la cui vita avrebbe potuto essere salvata, se si fossero adottate regole di manutenzione e di prevenzione. Un tema, quello della sicurezza sul lavoro, che resta sempre attuale in Europa, dove secondo le ultime statistiche si registrano più di tremila morti bianche l’anno. L’Italia si colloca a metà della classifica dei Paesi con più incidenti sul lavoro: significa che bisogna continuare ad investire in prevenzione, ad esempio combattendo la piaga del lavoro nero”. Lo dichiara Laura Garavini, della Presidenza del PD alla Camera, partecipando alla cerimonia ufficiale di commemorazione della tragedia di Marcinelle, assieme al Sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Amendola.

LA MARCA (PD): ONORE E SOLIDARIETA’ AI CADUTI SUL LAVORO


“Questo ricordo del sacrificio italiano nel mondo cade a 61 anni da Marcinelle, che ne rappresenta il simbolo, e a 110 anni da Monongah (West Virginia), che è stata la tragedia di lavoro più grande vissuta dagli italiani all’estero. Sono le tappe di una memoria che deve continuare ad esprimere gratitudine, onore e solidarietà umana non solo verso chi è caduto sulla strada del lavoro e del riscatto sociale ma anche verso le loro famiglie che, oltre al dolore, hanno dovuto affrontare, spesso da sole, un difficile futuro”. Così Francesca La Marca, deputata del Pd eletta all’estero, ricorda la tragedia di Marcinelle. “Le migrazioni di necessità e di lavoro continuano a scavare un solco profondo anche nel mondo di oggi, il nostro mondo – ha aggiunto La Marca -. Noi italiani ne siamo i più diretti testimoni, per le tragedie che si susseguono nel Mediterraneo, e anche i più credibili protagonisti nel salvare vite umane a nome dell’Europa e nel testimoniare con i fatti la nostra civiltà e i nostri principi etici. Sono convinta che tutto questo può accadere anche perché gli italiani sono un popolo di emigranti, sanno che cosa significa cercare un futuro altrove”.

NISSOLI (FI): RICORDARE IL SACRIFICIO DI TANTI ITALIANI EMIGRATI


"L'8 agosto, anniversario della tragedia di Marcinelle, celebriamo la Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita nel 2001 per ricordare il sacrificio di tutti quei lavoratori italiani all'estero che hanno perso la vita compiendo il proprio dovere e dando onore al nostro Paese. Lo vogliamo ricordare affinché vi sia sempre più una coscienza della storia migratoria del nostro Paese e di quello che ha significato per l'Italia e gli italiani andare all'estero per trovare un lavoro e dare da mangiare ai propri figli". Lo ha dichiarato Fucsia Fitzgerald Nissoli, coordinatrice Forza Italia Nord e Centro America, in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle. "In particolare - prosegue Nissoli - quest'anno ricorre il 61esimo anniversario della tragedia avvenuta nella miniera di carbone "Bois du Cazier" e ricordare le 136 vittime italiane significa esprimere riconoscenza a tutte quelle persone che con sacrificio hanno affrontato la sfida di andare lontano dalla propria patria per dare un futuro migliore ai propri figli. Infatti, anche grazie ai loro sacrifici, l'Italia si è potuta incamminare sulla strada del benessere e raggiungere uno sviluppo in grado di assicurare dignitose condizioni di vita nonostante le difficoltà che si registrano, ancora oggi, nel trovare una occupazione adeguata alle aspettative dei giovani che hanno studiato". "Voglio, pertanto, dire ‘grazie’ - ha concluso Nissoli - a tutti coloro che con il loro sacrificio hanno contribuito a costruire il nostro Paese dai luoghi di emigrazione".

BELLUNESI NEL MONDO COMMEMORANO LA TRAGEDIA


Dino Dalla Vecchia di Sedico, Giuseppe Polese di Cimadolmo, Mario Piccin di Codognè, Guerrino Casanova di Montebelluna, Giuseppe Corso di Montorio Veronese: sono i nomi degli emigrati veneti che, insieme ad altri 257 colleghi, dei quali 131 italiani come loro, persero la vita nella tragedia della miniera di Bois di Cazier, in Belgio. Accadde l’8 agosto di 61 anni fa. L’Associazione Bellunesi nel Mondo ha voluto commemorare il 61.mo anniversario della tragedia di Marcinelle e la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” con una semplice cerimonia davanti alla propria sede in via Cavour a Belluno. Martedì 8 agosto erano presenti diverse Famiglie Ex emigranti, la Famiglia del Nord Reno Westaflia, l’Associazione Vigili del Fuoco, il Gruppo Alpini di Belluno, l’Associazione “Emigranti dell’Oltrardo”, membri del Consiglio direttivo ABM, autorità e civili. A fare da cerimoniere il presidente ABM Oscar De Bona, che ha voluto sottolineare l’importanza della memoria e del ricordo: “Non dobbiamo assolutamente dimenticare il sacrificio dei nostri emigranti. Il nostro benessere lo dobbiamo a loro”. Gli ha fatto eco il sindaco di Belluno Jacopo Massaro: “Ieri come oggi si emigra. L’umanità è sempre stata in movimento ed è nostro dovere gestirla nel miglior modo possibile. Doveroso inoltre il ricordo di chi è morto in terra straniera e il supporto per i giovani che oggigiorno partono dalla nostra provincia”. Poi la testimonianza di Romildo Gasperin, presidente della Famiglia Bellunese di Fleron: “Ricordo bene quell’otto agosto del 1956. Fumo e dolore sono ancora presenti nei miei occhi. So bene cosa vuol dire lavorare in miniera, dato che l’ho fatto in giovane età. E’ uno dei lavori più massacranti che una persona possa fare”. “Oltre alla carta dei diritti, dovremmo avere bene in mente la carta dei doveri»: questa la riflessione di mons. Umberto Antoniol. “Viviamo in una società in cui siamo ormai abituati solo a chiedere e a pretendere. I nostri emigranti invece lavoravano con sudore e sacrificio, senza pretendere, ma contribuendo al benessere del Paese che li ho ospitava e, attraverso le rimesse, del proprio Paese natio”. Sempre Antoniol, oltre a benedire la corona d’alloro – deposta da due alpini davanti al monumento all’emigrante con l’accompagnamento dell’Inno d’Italia -, ha benedetto le 136 rose posizionante per terra. “Rappresentano le 136 vittime italiane di Marcinelle – il commento di De Bona – a loro oggi va il nostro omaggio e riconoscimento”. Sempre De Bona ha letto i saluti giunti dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dall’Assessore regionale Manuela Lanzarin e dal Ministro degli Esteri Alfano. Tra le autorità presenti il senatore Bellot, il consigliere regionale Gidoni e numerosi sindaci della provincia di Belluno. E’ stato inoltre ricordato don Francesco Soccol, il parroco degli emigranti bellunesi, recentemente (e prematuramente) scomparso. A conclusione il vice presidente ABM Rino Budel ha letto una poesia dialettale, di sua composizione, dedicata alle vittime in miniera.

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