Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

“Il muro del canto”
racconta Roma

Musica
Concerti, dischi, biografie, tributi e novità dalla Rete. Lo "Speciale musica" si snoda lungo il variegato mondo del rock e del pop attraverso personaggi, sonorità e aneddoti "unici nel loro genere". Ogni settimana vengono pubblicate le notizie riguardanti gli artisti italiani e stranieri, dai mostri sacri alle giovani promesse nate nei talent show. Un servizio che consente di essere sempre aggiornati sulle hit del momento e sulle star immortali.

“Il muro del canto” <br> racconta Roma

“IL MURO DEL CANTO” RACCONTA ROMA  

“‘Il muro del canto’ è un bellissimo sogno e non vogliamo essere svegliati”: a parlare è Daniele Coccia, voce e autore dei testi della band romana che canta in dialetto e propone canzoni originali ispirate alla tradizione romana. “Il muro del canto” è composto anche da Alessandro Pieravanti: percussioni, batteria e voce narrante; Ludovico Lamarra: basso elettrico; Eric Caldironi: chitarra acustica e pianoforte; Giancarlo Barbati Bonanni: chitarra elettrica e cori e Alessandro Marinelli: fisarmonica. 



1 - Con "Roma Maledetta" avete ripercorso musicalmente la storia di Roma. La vostra, invece, da dove parte? 
(Risponde Daniele Coccia) 

“La nostra storia parte sempre da Roma ma è molto più recente e risale a circa 7 anni fa quando abbiamo deciso di fondare il Muro del Canto. Dal 2010 ad oggi questa esperienza ci ha arricchito notevolmente a livello umano e professionale, ci ha fatto fare esperienze importanti e bellissime e fatto conoscere gente straordinaria. Il nostro pubblico è cresciuto di anno in anno ma la dimensione è quella di una famiglia calorosa e molto unita”. 

2 - C'è un disco di qualsiasi epoca che vi mette tutti d'accordo? Se non c'è, quale sarebbe il disco di riferimento di ognuno di voi? 
(Risponde Daniele Coccia) 

"Ce ne sono talmente tanti che ci mettono d'accordo, ma scelgo 'Storia di un impiegato' di Fabrizio de Andrè e un album qualsiasi di Nick Cave, perché in questo modo posso racchiudere l’anima latina e letteraria e quella più oscura e internazionale”.

 

C'è invece un artista insospettabile che in qualche modo vi ha ispirato?
(Risponde Daniele Coccia)

“Mi viene in mente molta musica che nella realtà non rientra in quello che proponiamo ma che ci ispira sotto l’aspetto tematico, linguistico o estetico, il Rap dai buoni contenuti ad esempio e il punk”.

4 - La scelta di cantare e recitare in un dialetto da un punto di vista strettamente commerciale presenta molti più rischi che vantaggi. Avete mai pensato a prendere una strada diversa?
(Risponde Daniele Coccia)

“Sì, ci abbiamo pensato, ma mai troppo seriamente perché riteniamo sarebbe un tradimento verso la nostra scelta originale. Il confine tra l'italiano e il romano è molto sottile e anche se possono esserci rischi basati su preconcetti linguistici, il vantaggio di portare Roma nella nostra musica ci caratterizza e ci fa distinguere nel mucchio”.


5 - I vostri brani nascono tutti in modo simile, con un iter che si ripete, o hanno una genesi ogni volta diversa?

(Risponde Alessandro Pieravanti)

“Non c'è un iter specifico. Possono nascere dal testo così come dalla musica. Nel primo caso è Daniele che propone un testo con una bozza di linea melodica e proviamo a costruirci intorno una canzone. Quando invece partono dalla musica spesso iniziamo da giri di fisarmonica o di chitarra elettrica. Questo per quanto riguarda l'incipit, da lì in poi diventa un lavoro molto corale fino all'arrangiamento finale che finisce nei nostri dischi”.  


6 - Ci sono le canzoni di Coccia ma anche gli scritti che vengono recitati da Pieravanti. Raccontate la stessa Roma in modo diverso?

(Risponde Alessandro Pieravanti)

“Utilizziamo linguaggi e immaginari diversi pur mantenendo un filo conduttore. Il risultato è che seppur con una poetica diversa riusciamo a rimanere aggrappati un immaginario che abbiamo costruito insieme in tutti questi anni, che riguarda sia i testi, ma anche le musiche, le grafiche dei dischi, il modo di affrontare i live, in generale tutte le nostre scelte. Tornando alla domanda, non credo che raccontiamo la stessa città, anche perché questa muta a secondo di chi la vive. Roma è un palcoscenico in cui ogni giorno va in scena uno spettacolo nuovo, uno spettacolo che è diverso per ogni singolo spettatore così come lo è per ogni attore che lo rappresenta”.


7 - Da un punto di vista stilistico e produttivo, in cosa siete cambiati dagli esordi?

(Risponde Daniele Coccia)

“Siamo cambiati solo nella consapevolezza di quello che facciamo, ma il nostro stile non è mutato dagli esordi ad oggi, mentre la produzione si è affinata e fatta più attenta e mirata a favore della qualità e dell’impatto emotivo che è per noi fondamentale”.

 

 

IL 15 AGOSTO RAOUL CASADEI COMPIE 80 ANNI   

Martedì 15 agosto Raoul Casadei compie 80 anni. Con la musica de “Il re del Liscio” gli italiani si sono divertiti, conosciuti, fidanzati, sposati…per generazioni. Casadei ricevette il testimone da Secondo Casadei, autore di Romagna Mia, una delle 10 canzoni italiane più popolari nel mondo, portata al successo proprio da Raoul negli anni ‘70, che con 4 milioni di copie vendute, è un vero e proprio inno nazionale. Raoul Casadei con la sua Orchestra partecipò, tra gli altri, al Festival di Sanremo (1974), al Disco per l’Estate (1975), al Festivalbar (1974) e al Giro D’Italia (1976) con una nave su ruote, precedendo le tappe a suon di valzer e mazurke, con la gente che dai balconi delle strade italiane richiedeva canzoni e cantava con lui. Nel 1996 tornò sul palco del Festival di Sanremo fuori gara con Elio e le Storie Tese e La Terra dei Cachi, scalando le classifiche con la sua versione a prova di ballo del brano sanremese degli Elii. All’inizio degli anni ’80 Raoul Casadei lanciò la Musica Solare, un genere che abbraccia un sound mediterraneo, con nuovi ritmi e strumenti. In contemporanea lasciò il palcoscenico, dove torna solo in occasioni speciali, e nel 2000 passò il testimone dell’Orchestra Casadei al figlio Mirko, che porta la musica firmata CASADEI anche oltre i confini nazionali (Europa, Australia, America, Brasile, Argentina, Bulgaria, Kazakistan…). Lunedì 14 agosto tutta la famiglia Casadei, che vive attualmente nel “Recinto Casadei” a Cesenatico, festeggerà il “Casadei Day” a Lido Di Savio (RA), aspettando il compleanno di Raoul. Dalle ore 10 del mattino ballerini, animatori e marching band intratterranno il pubblico fino alla sera, quando ci sarà il concerto di Mirko Casadei e della Casadei Social Club per concludere con il taglio della torta. In collaborazione col Comune di Ravenna e con gli operatori turistici di Lido di Savio. Martedì 15 agosto a Santarcangelo Di Romagna (RN), nel giorno del compleanno di Raoul Casadei, si ballerà insieme al Canzoniere Grecanico Salentino con “Il Liscio incontra la Taranta Salentina”, serata in cui mescolanze curiose che funzionano e colpiscono, emaneranno un’energia positiva che fa muovere il corpo. Giovedì 17 agosto in prima serata alle 21.15 su Rai2 andrà in onda “Casadei la dinastia del Liscio”, la nuova puntata di UNICI che celebra gli 80 anni del “re del Liscio” Raoul Casadei (nato il 15 agosto 1937) con il suo Liscio e la sua Musica Solare e gli imminenti 90 anni dell’Orchestra (in attività dal 1928) fondata dallo zio Secondo, ora affidata al figlio Mirko Casadei. Il folklore romagnolo diventato Liscio negli anni ’70 ha trovato nei Casadei la sua espressione massima e la sua iconografia: gli strumenti musicali, le divise, gli autobus e il ballo come filosofia del vivere. Da qualche anno la regione Emilia Romagna ha anche promosso l’iniziativa di far diventare il liscio patrimonio dell'umanità attraverso l'Unesco. Unici è un programma scritto e diretto da Giorgio Verdelli con Silvia Fiorani, Davide Fiorani e la collaborazione di Tommaso Cennamo, Chiara Di Giambattista, Angelica Gabrielli, Eleonora Tundo.

 

 

 

AD ASCIANO (SI) FESTIVAL ALTRATERRA   

 Musica, passione e cibo a “chilometro vero”: sono questi gli ingredienti della settima edizione di Altraterra, l’originalissimo Festival di Musica Popolare, che dal 18 al 20 agosto regala atmosfere e spettacoli unici (tutti ad ingresso libero) nel bellissimo centro storico di Asciano (Siena). In un meraviglioso paese ancora a misura d’uomo si rinnova l’appuntamento con la rassegna dedicata alla tradizione: saperi e sapori antichi sono i veri protagonisti di questo evento che si svolge in un palcoscenico d’eccezione qual è quello di Piazza del Grano, la piazza più bella e più “storica” del piccolo centro nel cuore delle crete senesi. Qui per tre giorni si suona, si balla e si mangia.  Altraterra nutre così il corpo proponendo la “cucina a chilometro vero” basata su materie prime di qualità e di stagione che abbiano identità, specificità e filiera di produzione rintracciabile che permetta di privilegiare il rapporto diretto con i produttori. Ma Altraterra nutre anche l’anima e propone spettacoli che sfidano le mode e si pongono come obiettivo quello di recuperare la memoria e testimoniare di come anche la storia sia cosa viva e attuale. Si comincia venerdì 18 agosto con Giuseppe “Spedino” Moffa.  Polistrumentista molisano, Moffa riesce a unire nel suo repertorio le influenze sonore della sua terra al blues più nero. Sorprendente autore di canzoni, privilegia la narrazione di storie appartenenti a una provincia appartata ma per niente inerte. Il mondo popolare meridionale è il punto di partenza per un viaggio musicale alla scoperta del mondo interiore del cantautore che si esprime usando voce, chitarra, zampogna, mescolando ritmo e melodia con precisione accademica. “Toscani randagi. Canti d'amore, rabbia e osteria” è invece lo spettacolo che sabato 19 agosto propone La Serpe d’Oro, gruppo toscano composto da Francesco Amadio (mandolino, violino, arpa, tamburi),  Jacopo “Popi” Crezzini (contrabbasso, chitarre, voce), Luca “Mercuzio” Mercurio (fisarmonica, bouzouki, chitarre, voce), Igor Vazzaz (voce, chitarre acustiche ed elettriche, ghironda). Lontana dai cliché e dalle cartoline La Serpe d’Oro racconta la Toscana come terra dura, indomita, irriverente, quella delle canzoni aspre, divertenti, irresistibili. Tra Cecco Angiolieri e Curzio Malaparte, tra Maremma amara e gli stornelli, La Serpe d’Oro offre un’esperienza musicale e linguistica senza uguali, con un suono scientemente bastardo, fatto di strumenti antichissimi ed elettricità. Con un sentito tributo a Rosa Balistreri domenica 20 agosto si conclude Altraterra. Sul palco i Rabbia Rosa, progetto che nasce dai testi e dalle canzoni della grande cantante, ricercatrice e interprete siciliana, tra le prime a denunciare la condizione delle donne e dei lavoratori nella Sicilia del ‘900. Rabbia Rosa reinterpreta quei brani con arrangiamenti che si contaminano delle tradizioni musicali più disparate, dall’oriente ai Balcani al rock. Alla musica si affiancano momenti teatrali con danze e letture poetiche.

 

 

 

 

 

 

A CAPOSSELA IL PREMIO TENCO 2017  

Dopo essersi aggiudicato il prestigioso Premio Lunezia Canzone d'Autore 2017 per l’album "Canzoni della Cupa", Vinicio Capossela vince il Premio Tenco 2017 all’artista, il riconoscimento assegnato dal 1974 alla carriera degli artisti che hanno apportato un contributo significativo alla canzone d’autore mondiale e che colloca così il nome di Capossela accanto a quello di altri grandi cantautori già vincitori (tra gli altri Leo Ferrè, George Brassens, Leonard Cohen, Atahualpa Yupanqui, Tom Waits, Caetano Veloso, Joni Mitchell, Patti Smith, Paolo Conte, Renato Carosone, Franco Battiato). La motivazione: “Abbiamo assistito, nel dopo Tenco del 1989, alla partenza del suo viaggio. Un viaggio nella storia della musica e dell’uomo, nella geografia dell’anima e del mito inseguendo le suggestioni di correnti marine. Ci ha portato nei porti di Livorno, Amburgo e Atene; ha esplorato musiche di mare come il rebetico, la morna, il tango, la taranta; si è immerso nei miti di Melville e nel racconto di un viaggiatore come Céline. Il Premio Tenco non poteva essergli assegnato che nell’edizione intitolata alle Terre di Mare”. La Rassegna della Canzone d’Autore (Premio Tenco 2017) organizzata dal Club Tenco con il contributo del Comune di Sanremo, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, Casinò di Sanremo, Regione Liguria, Camera di Commercio delle Riviere di Liguria e Coop Liguria si svolgerà al Teatro Ariston di Sanremo dal 19 al 21 ottobre. Questo nuovo importante riconoscimento si aggiunge al crescente successo delle attività di questi mesi dell’artista, denominate “Atti unici e qualche rivincita”, ovvero non un tour ma una serie di esercizi di ecclettismo in luoghi d’Italia ad alta suggestione (www.viniciocapossela.it). “L’atto unico è come una piroetta, un prototipo - scrive Capossela - Una barchetta di carta che si mette in acqua e poi si capisce se affonda quando non c’è più tempo per salvarla o per riprovarci. E’ una disciplina che educa a non mettere da parte nulla. Come il potlach, la distruzione rituale dei beni. Come i castelli di sabbia, edificare qualcosa che verrà immediatamente cancellato dalla prima mareggiata. Non si fa a tempo di capire cosa è davvero successo, che ecco, è già finito. Si riconosce dalla coda, ed è un pesce che si immerge veloce. Per darci il giusto di rimettersi di nuovo, subito a pescare”. Quella di Capossela è un’estate all’insegna dell’eclettismo nei luoghi più suggestivi d’Italia, dove mette in scena tutta la sua creatività in campo musicale: dai duetti, all’orchestra, ai brani corali fino alle rappresentazioni più immaginifiche dell’Odissea dell’artista. Diversamente dal luogo chiuso del teatro, dove si crea la sospensione dell’incredulità, i luoghi aperti rappresentano per  Capossela la nostra natura effimera e possono essere conquistati solo di volta in volta, con “il massimo sforzo per il massimo risultato”. Si tratta quindi di esercizi per contrastare la ripetizione, dando seguito e rivincita a diverse passioni che proseguono ostinate negli anni. Di seguito i prossimi “Atti Unici”. Il 13 agosto al Rifugio Gilberti nel Comune di Sella Nevea a Tarvisio (UD) andrà in scena “Concerto solo ad alta quota” in occasione di No Borders Music Festival. L’1 settembre all’Umbria Folk Festival di Orvieto (TR) Capossela porterà sul palco il “Combat folk”, rivincite all’aperto in contesti molto popolari dedicati al folk e alla terra, che celebrano il disco “Canzoni della Cupa” dopo i due tour “Ombra” e “Polvere”. Il 14 settembre si esibirà a Vic in Spagna per un Atto Unico insieme ai Cabo San Roque in occasione del Mercat de Música Viva Festival. Lo Sponz Fest, l’evento originante in Alta Irpinia, di cui Capossela è direttore artistico, giunge quest’anno alla sua quinta edizione. Si svolgerà dal 23 al 27 agosto con il titolo "All'Incontre'R - Rivoluzioni e mondi al rovescio". Il “Combat folk” arriverà il 26 agosto anche allo Sponz Fest.

 

CASTELBUONO CLASSICA DAL 24 AL 27 AGOSTO (PALERMO)

 

Prenderà il via giovedì 24 agosto a Castelbuono (Palermo) la terza edizione di Castelbuono Classica, la rassegna dedicata alla grande musica che per quattro giorni, fino a domenica 27 agosto, trasformerà il borgo madonita in un suggestivo teatro a cielo aperto. Nei sette concerti in programma verranno affrontati repertori che spaziano dai grandi compositori della storia ad autori contemporanei, in particolare siciliani, con un occhio di riguardo al principe degli strumenti musicali, il pianoforte, declinato in tutte le sue possibilità, sia come solista che inserito in organici da camera che vanno dal trio a ensemble di oltre trenta elementi. Protagonisti dei quattro concerti serali in Piazza Castello saranno il virtuoso pianista ucraino Alexander Romanovsky, considerato un’eccellenza a livello mondiale, l’Ensemble Ubertini diretto da Lorenzo Antonio Iosco, che presenterà lo spettacolo dal titolo Hot Tunes, Cold War con la prestigiosa collaborazione della pianista Gilda Buttà, il nuovo ensemble del pianista e compositore palermitano Giacomo Cuticchio, che proporrà il suo Concerto Mediterraneo con la direzione del giovane Salvatore Barberi, e il Trio Arté, formazione palermitana tra le più interessanti del panorama nazionale. Lungo il solco tracciato negli scorsi anni, che vede Castelbuono Classica impegnata nella valorizzazione dei talenti siciliani, non potranno mancare i concerti pomeridiani gratuiti, che il 25, il 26 e il 27 agosto saranno affidati al giovanissimo pianista Gabriele Laura, al duo chitarristico Camelia-Tornello e all’ensemble Les Flutes en Vacances. Anche quest'anno Castelbuono Classica unisce la musica e le altre arti con il progetto Chiamata alle arti. In occasione del festival, dal 20 agosto al 17 settembre Putia Art Gallery ospiterà la mostra personale di Alessandro Di Giugno, dal titolo Magenta, in cui l’illustre artista della fotografia denuncia il devastante spettacolo degli incendi estivi. In un percorso visivo che ritrae intere vegetazioni, piante e alberi bruciati, attraverso un filtro Di Giugno trasfigura il paesaggio in immagini ancora verdi, ma non per questo vive, che danno l’illusione di una natura intatta e ne amplificano, anticipandola, la capacità rigenerativa. Alcuni scatti sono stati selezionati per la comunicazione visiva della rassegna. (Red)

 

 

 

 

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