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TRUMP CONTRO "CATTIVI CHE MINACCIANO MONDO"

TRUMP CONTRO

La 72esima Assemblea generale delle Nazioni Unite ha visto due importanti debutti: il primo, quello di Donald Trump, che con un discorso di circa 40 minuti ha ribadito la linea dura sull'affaire Corea del Nord, colpevole - a detta del presidente americano - di una continua provocazione che porterebbe gli Stati Uniti a un'unica scelta: la distruzione di Pyongyang. Anche il segretario dell'Onu Antonio Guterres era al suo primo discorso da quando è diventato numero uno del Palazzo di Vetro; le sue parole però si distanziano totalmente da quelle pronunciate da Trump: "Siamo un mondo in pezzi - ha detto Guterres -, abbiamo bisogno di un mondo in pace". Evidentemente non il mondo che sogna Trump, fatto di "stati canaglia" che minacciano il pianeta; tocca ai "giusti" quindi affrontare "i cattivi". A personificare il male che fa di tutto per distruggere il bene è proprio la Corea del Nord, dove il "rocket man" (come Trump ha definito il dittatore Kim Jong-un) ha intrapreso la sua missione suicida. La lista dei cattivi continua: "E' imbarazzante per gli Stati Uniti far parte dell'accordo con l'Iran" ha detto Trump riferendosi all'accordo promosso da Obama che ha favorito il disgelo dei rapporti con l'Occidente.

FRONTE TERRORISMO Sul fronte terrorismo, secondo il presidente americano "servono piani precisi" contro al-Qaeda, gli hezbollah, lo Stato islamico, i talebani, mentre sull'immigrazione a vincere è il leitmotiv "aiutiamoli a casa loro": "Noi proviamo compassione - assicura il presidente Usa -, ma una migrazione scorretta non è più possibile. Grazie a Turchia e Giordania che aiutano ad assistere i rifugiati più vicini alla loro terra di origine". Arriva poi la rassicurazione ai cittadini americani: "Metterò sempre gli Stati Uniti al primo posto e difenderò sempre gli interessi americani", dimenticando forse che proprio qualche settimana fa ha spezzato i sogni dei circa 800mila "dreamers", figli di immigrati clandestini arrivati da bambini negli Stati Uniti e che la presidenza Obama aveva riconosciuto come americani. Pugno di ferro anche con Cuba ("Non toglieremo le sanzioni finché il Paese non farà le riforme per il popolo") e con il Venezuela ("Siamo pronti ad altre azioni se il governo non farà nulla"). Sul tavolo dell'Assemblea dell'Onu anche la questione clima: Trump conferma l'uscita dall'accordo di Parigi, ma si dice disposto a negoziare su un'intesa pensata in modo diverso, anche se questa possibilità è già stata cassata da tutti i Paesi, Francia in primis: "Non cederò nulla agli equilibri dell'accordo - ha dichiarato Emmanuel Macron - . Deploro la decisione americana ma sono convinto che Trump comprenderà che l'interesse degli americani è quello di stare nell'accordo". (19 set - Sip)

 

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