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Sicuri che in Germania
abbia vinto la destra?

Sicuri che in Germania <br> abbia vinto la destra?

di Paolo Pagliaro

(25 settembre 2017) Tra le tante novità annunciate dal voto tedesco, c’è anche il  probabile ritorno al governo dei Verdi, 12 anni dopo la fine del governo Schroeder che li aveva visti entrare nella stanza dei bottoni al seguito di  Joschka Fischer, l’ex sessantottino diventato ministro degli esteri e vice-premier. Quella nomina sembrò un azzardo alle cancelliere di mezzo mondo, ma poi Fischer si rivelò uno statista di alto profilo.
Questa volta non sarà così semplice, perché i Verdi  non dovranno allearsi con i cugini  socialdemocratici,  con i quali hanno molte affinità,  ma dovranno scendere a patti con la Cdu-Csu di Angela Merkel e soprattutto con i liberali della Fdp, distanti anni luce  dalle tematiche ecologiste.
Al negoziato, i Verdi si presenteranno con un programma di 248 pagine che prevede tra l’altro il superamento totale del carbone entro il 2030 e la chiusura delle venti centrali più inquinanti entro tre anni.  Il divieto degli allevamenti intensivi di animali. 12 miliardi di euro contro la povertà infantile. Un’assicurazione di base garantita a tutti. Trattati commerciali rispettosi degli standard sociali ed ambientali dei paesi che li sottoscrivono. La riforma del diritto di cittadinanza e una politica che incoraggi i ricongiungimenti familiari degli immigrati.
Gli ecologisti hanno le idee molto chiare anche sulla politica estera: “con meno Europa – dicono u loro manifesti - nessuno ci guadagna”.
Ieri la Germania ha premiato la nuova destra, ma nella logica delle coalizioni e del proporzionale saranno queste idee dei Verdi a trovare parziale rappresentanza nel quarto governo

(© 9Colonne - citare la fonte)