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direttore Paolo Pagliaro

DOPO IL VOTO TEDESCO OMBRE SULL'EUROPA

DOPO IL VOTO TEDESCO OMBRE SULL'EUROPA

La Germania inizia una nuova fase politica, sempre con Angela Merkel - riconfermata alla guida del Paese per la quarta volta - ma caratterizzata dall'incertezza che le elezioni di ieri hanno provocato. La cancelliera ha ottenuto il diritto a formare il governo, in un Bundestag che "accoglie" per la prima volta gli estremisti di destra di Alternative fur Deuthschland: con un milione di voti strappati alla Cdu, diventano la terza forza del Parlamento di Berlino e conquistano una novantina di seggi. I risultati finali, ancora provvisori, indicano il blocco Cdu-Csu della cancelliera al 33% (-8,5% rispetto al 2013); la Spd di Martin Schulz al 20,5% (-5,2%); la Afd al 12,6% (+7,9%); la Fdp al 10,7% (+5,9%); la Linke al 9,2% (+0,6%), i Verdi all'8,9% (+0,5%). Merkel vince ma non sorride ("Avremmo sperato un risultato migliore", ha ammesso parlando alla Konrad Adenauer Haus) e legge tra le righe voti e percentuali: bocciata la grande coalizione, bastonati i socialdemocratici di Schulz, premiati i populisti di Afd. "Costretto" dal risultato elettorale, Schulz si sfila dalla Grosse Koalition per preferire il ruolo di primo partito d'opposizione; una Merkel indebolita dal voto alle urne perde anche il suo alleato storico e si ritrova a dover guardare altrove per sciogliere il rebus governabilità. L'alternativa è una maggioranza con i liberali e i verdi - la coalizione "Giamaica" dai colori della sua Unione Cdu-Csu (nero), dei Liberali (giallo) e dei Verdi - anche se proverà di nuovo a coinvolgere i socialdemocratici: "Ho sentito che la Spd non è a disposizione, ma si potrà discuterne di nuovo", ha detto Merkel all'indomani del voto.

LE IPOTESI Entrambe le ipotesi appaiono complicate e la strada davanti alla cancelliera è tutta in salita: se da una parte si dice "ottimista" sulle prospettive di formare una coalizione con liberali e verdi, dall'altra invoca il senso di "responsabilità per un governo stabile" affinché Schulz cambi idea. Situazione movimentata anche a casa dei vincitori, l'Afd non fa in tempo a festeggiare il successo elettorale che già registra una prima frattura interna: Frauke Petry, leader storica del partito, non entrerà nel Bundestag a causa delle diverse posizioni sulle tendenze xenofobe del suo partito, al debutto alla Camera. A questo punto la destra ex extraparlamentare potrebbe condizionare alcuni temi caldi, a partire dalle future politiche della Germania sul tema immigrazione: non è un caso che la Cdu di Merkel, favorevole all'accoglienza dei migranti, ha perso il 9% rispetto alle elezioni del 2013. Con la sconfitta di Marine Le Pen in Francia i populismi sembravano sconfitti, ma l'avanzata dell'estrema destra in Germania impensierisce non poco l'Europa e l'Italia; il premier Paolo Gentiloni non nasconde "difficoltà e preoccupazioni" anche se confida che l'"impegno europeista" della Merkel venga portato avanti. L'Europa va rilanciata e un grande spazio di manovra ce l'ha proprio l'Italia, come spiega al Messaggero il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: il voto in Germania "offre all'Italia la possibilità di essere protagonista". Scenari aperti, dunque, in Germania e in Europa. (25 set - PO / Red)

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