Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Torino, 'L’auto e la mobilità: ieri, oggi
e domani'

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Torino, 'L’auto e la mobilità: ieri, oggi <br> e domani'

TORINO, LA MOBILITA’ DI IERI E DI OGGI

Il Museo nazionale dell’automobile “Avv. Giovanni Agnelli” ospita, fino al 12 novembre, “Muoversi con leggerezza. L’auto e la mobilità: ieri, oggi e domani", un percorso espositivo di divulgazione scientifica e tecnologica interattiva del Progetto Experimenta della Regione Piemonte. L’esposizione è costituita da 7 exhibit, ciascuno dei quali, con un approccio interattivo e didattico, illustra le tematiche fondamentali da affrontare nella progettazione di un’automobile: la sicurezza, l’affidabilità, i motori, i materiali, i consumi, le emissioni, le tecnologie elettroniche e informatiche, il comfort, il riciclo. L’obiettivo comune è quello di trasmettere le conoscenze scientifiche e tecnologiche utili ad immaginare il futuro delle innovazioni dell’automobile e delle trasformazioni culturali della mobilità sostenibile. All’inizio dell’esposizione sono esposte le vetture IDRA 11 (2011) e IDRA Pegasus (2012) realizzate dal Team H2politO del Politecnico di Torino, che partecipano alla Shell Eco-marathon di Londra - la gara dove vince chi consuma di meno - nella categoria prototipi a fuelcell ad idrogeno. Vicino alle vetture innovative di oggi, è esposta una vettura che fu innovativa all’inizio del XX secolo: si tratta della POPE mod. C/60 V, prodotta negli Stati Uniti nel 1907. Singolare figura di pioniere della locomozione negli Stati Uniti, il colonnello Albert Augustus Pope aveva cominciato già nel 1878 a costruire biciclette, per approdare, alla fine del secolo, alle automobili elettriche. Valore aggiunto del progetto è la contestuale attivazione di progetti di alternanza scuola-lavoro: circa 60 ragazzi fanno da  “divulgatori scientifici” per accompagnare i visitatori nel percorso interattivo della mostra. (red)

 

COMO: VIAGGIO NELL’ETA’ DEL FERRO

Urne cinerarie e vasi per offerte dalle forme inconsuete, ornamenti in bronzo, ferro, ambra, pasta vitrea, elementi dell'abbigliamento, amuleti, simboli di status delle antiche popolazioni e preziosissime armi riferibili alla cultura protostorica detta "di Golasecca" caratterizzano il percorso espositivo della mostra "Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio" ospitata fino al 10 novembre nei suggestivi spazi della Chiesa di San Pietro in Atrio a Como. La rassegna - organizzata congiuntamente dalla Soprintendenza Archeologica e dai Musei Civici di Como - presenta per la prima volta reperti archeologici di grande importanza storica, esito della ricerca condotta a Como negli ultimi dieci anni, sul periodo precedente alla fondazione della colonia romana, sviluppatosi nel corso del primo millennio avanti Cristo. I reperti sono accompagnati da fotografie e disegni ricostruttivi, video e immagini 3D. Al centro della mostra sono i corredi funerari della prima età del Ferro provenienti dagli scavi di S. Fermo della Battaglia, via per Mornago (2006) e di Grandate, emersi nel 2011 durante la costruzione della nuova Pedemontana; l'enigmatica area religiosa/monumentale del Nuovo Ospedale Sant'Anna (scavi 2007), risalente al VI secolo a.C., costituita da un grande circolo del diametro di 70 m, delimitato da un doppio recinto di pietre con piattaforma centrale ad emiciclo e setti radiali in materiali litici e terre diverse, di difficile interpretazione funzionale; un ripostiglio sacro dell'Età del Ferro rinvenuto sul Monte San Zeno in Val d'Intelvi; i più recenti dati archeobiologici sul clima, la vegetazione, l'alimentazione umana in età protostorica; e infine i risultati della nuova ricerca condotta sul Carro cerimoniale del V secolo a.C. della Ca' Morta da Bruno Chaume dell'Università della Borgogna, direttore del programma Vix et son Environnement, che ha messo in evidenza una stretta parentela con i coevi carri di ambito culturale hallstattiano, rinvenuti nel Centro Europa.  (red)

 

ROMA: ALLA “SAPIENZA” L’ARTE CHE “CONTESTA L’OVVIO”

Con la mostra collettiva “Contestare l’ovvio” ripartono le iniziative del Mlac - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma. Curata da HeliaHamedani, l’esposizione, fino al 10 novembre, vede il confronto tra i lavori di Marco Bernardi, Fabrizio Cicero, Marco Colazzo, Rita Mandolini e Pasquale Polidori, ed ospiterà il 9 novembre una lezione-performance di Cesare Pietroiusti sul tema dell'ovviare.  “La scelta basilare dell’artista parte dallo stesso presupposto del filosofo – si legge in una nota -. Contestare l’ovvietà di ciò che è già dato, infatti, è l’azione propria del filosofare: pensare cioè in maniera alternativa allo status quo. Parimenti, l’artista è colui che, nel pensare il suo lavoro, crea altre visioni, ridisegnando il comune rapporto con l’immagine. In tal modo, tanto l’agire filosofico quanto quello artistico si occupano di esplorare possibilità al di fuori della routine, partendo tuttavia proprio dall’osservazione delle cose quotidiane. Contestare l’ovvio intende mettere a fuoco la decolonizzazione dell’immaginario che solo l’arte può operare, e l’importanza simbolica che ciò riveste in una contemporaneità confusa come la nostra. È necessario non smettere di domandarsi se l’arte risponda alla sua finalità di rimettere sempre in discussione tutto quello che diamo per scontato, sfidando il pensiero unico e l’ovvio attuale. Come la filosofia si occupa del linguaggio del pensiero, così l’arte si rivela attraverso la sua realtà visiva/sensibile, aprendosi, per via della sua forma estetica, al dialogo, al dubbio, alla noia, alla gioia”.  (PO / red)

BOLOGNA: OMAGGIO AIL RE DEI TIPOGRAFI

Al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna si tiene, fino al 12 novembre, la mostra “Metodo Simoncini. Ricerca di un’estetica dell’insieme”, dedicata a Francesco Simoncini, grande innovatore nel campo del design di caratteri tipografici, creatore di celebri font che sono passati sotto gli occhi di milioni di lettori per oltre quarant'anni e sono tuttora apprezzati in tutto il mondo: dal Garamond Simoncini utilizzato in tutti i nostri libri (il tipografo bolognese nel 1958 rimaneggiò il carattere disegnato dal tipografo francese Claude Garamond nel Cinquecento e Giulio Einaudi nel 1956 commissionò allo stesso Simoncini il carattere tipografico noto oggi come Einaudi Garamond, appunto un Simoncini Garamond con accenti acuti su í e ú) al Delia, progettato per gli elenchi telefonici. Il percorso espositivo, che propone un'esperienza immersiva e multimediale con un allestimento ispirato alla disposizione del reparto disegno caratteri Officine Simoncini, accoglie il visitatore con filmati, fotografie e strumenti tipografici originali. (red)

ROMA: LA NAVE DEI FOLLI

 Il Museo di Palazzo Cipolla, a Roma, presenta, fino al 12 novembre, l’imponente dipinto “La nave dei folli”, eseguito da Patrizia Comand tra il 2013 e il 2014 ed ispirato l’omonimo  poema satirico di Sebastian Brant (Das Narrenschiff), pubblicato per la prima volta a Basilea nel febbraio del 1494, durante il Carnevale altorenano, e alle cui “illustrazioni” aveva collaborato con xilografie un giovane AlbrechtDürer.  Insieme al grande dipinto sono esposti i 20 disegni preparatori, riferiti ad altrettanti capitoli dell’opera. Emmanuele F. M. Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, accosta l’emozione in lui suscitata dall’opera al dipinto di Brueghel Il Vecchio “La caduta degli angeli ribelli”: “L’accostamento può apparire indubbiamente irriverente, e forse in qualche modo non stilisticamente corretto ed ortodosso, ma le sensazioni che ho provato di fronte a queste due visioni non dissimili restano per me veritiere e complete. Patrizia Comand, con il suo tratto assolutamente suggestivo, provoca un’immediata sollecitazione della fantasia, catapultandoci in un grande gioco collettivo, in cui i protagonisti sembrano in qualche modo farci vivere, nella loro assoluta astrazione, in un grande sogno, come se si trattasse di uno spettacolo circense, popolato di acrobati, funamboli, clown, trapezisti”. (PO / red)

MILANO: GIUSEPPE GONELLA ED ANGELO ACCARDI

Si intitola “ChasingLights” la mostra di Giuseppe Gonella esposta, fino al 4 novembre, alla galleria Giovanni Bonelli di Milano che presenta 15 opere che si contraddistinguono per l’atmosfera sospesa che caratterizzano la cifra espressiva del 33enne artista trevigiano, oggi attivo a Berlino. Le sua tele sono simili ad “allegorie irrisolte in movimento”, ovvero sono esplorazioni che Gonella compie, complice il colore delle pennellate rapide e decise, entro quello spazio immaginifico composto da ricordi, apparizioni, suggestioni personali ma anche improvvise intuizioni. Nella serie “Under the skin of the sea”, ad esempio, si intuiscono tuffi (o battesimi), immersioni e vortici bianchi che avvolgono la visione. L’acqua è protagonista come simbolo di evoluzione potenziale, elemento che porta una “nuova vita” e che apre a nuove prospettive. La personale del 53enne artista salernitano Angelo Accardi, ospitata dalla galleria VS Arte, a Milano, presenta – fino al 4 novembre – tele, sculture e installazioni che giocano sul costante dualismo fra reale e irreale, apparenza e significato, ricche di simboli e di visioni nascoste. Le opere si soffermano sul rapporto con il tempo, dove il passato viene messo in costante confronto con il presente.  (red)

PALERMO: EMILIANO MAGGI, ARTE E CORALLO

Il Museo Civico di Castelbuono, nel Palermitano, presenta al pubblico la mostra “Animal Palace” di Emiliano Maggi, 40enne artista romano che, dopo un periodo di residenza in Sicilia, e lavorando a stretto contatto con gli artigiani del luogo, ha realizzato delle sculture in ceramica e corallo, lavorando a Trapani con Platimiro Fiorenza, uno dei più importanti maestri nella lavorazione del corallo siciliano, liberamente ispirate all’iconografia degli stucchi della bottega di Giacomo Serpotta che decorano la Cappella Palatina del Castello dei Ventimiglia di Castelbuono, sede del Museo. La sfaccettata ricerca artistica di Maggi ha sempre saputo coniugare scenari psichedelici a simbolismo mitologico, ritualità e iconografia rurale fatta di fiaba e sogno a ipnotiche ambientazioni da horror nostrano anni ‘70. Il tutto raccontato con una poliedrica produzione che spazia dalla performance alla produzione di gioielli, dall’acclamato progetto musicale Estasy a lavori fotografici e pittorici. (red)

PERUGIA: TESORI DELLA VALNERINA, OLTRE IL TERREMOTO 

La mostra “Tesori della Valnerina”, prorogata fino al 5 novembre alla Rocca Albornoziana – Museo nazionale del Ducato di Spoleto per il successo riscontrato, presenta un’ampia selezione di opere recuperate dalle chiese e dai musei colpiti dal terremoto, messe in sicurezza e restaurate in tempi record, alcune delle quali provenienti da Marche e Lazio. Nato per presentare una terra che ha reagito agli eventi sismici con la forza del suo patrimonio culturale, il progetto “Scoprendo l’Umbria” promuove - attraverso questa mostra - l’intera rete museale regionale che conta oltre 170 tra musei, ecomusei e siti archeologici. (red)

VENEZIA: LO SHOW DI GIOTTO

Nella ricorrenza dei 750 anni dalla nascita di Giotto (Colle di Vespignano 1267; Firenze 1337), Venezia ospita, fino al 5 novembre, "Magister Giotto", la prima delle tre esposizioni che compongono la trilogia Magister, dedicata ai più celebrati maestri dell'arte italiana, che nell'estate 2018 racconterà Canova e il Neoclassico, mentre nel 2019 Raffaello Sanzio. Allestito negli ampi spazi della Scuola Grande della Misericordia a Cannaregio, il format creato non ha precedenti: la grande mostra e il grande spettacolo si intrecciano (grazie ad una audioguida con la voce di Luca Zingaretti e la musica ad hoc di Paolo Fresu ed al susseguirsi di ambienti di grande impatto percettivo) per raccontare la produzione artistica di Giotto. Le storie francescane di Assisi, la Cappella degli Scrovegni di Padova, i maestosi Crocifissi e le altre opere realizzate a Firenze sono alla base dell’impianto narrativo, che si conclude con la Missione Giotto del 1986, realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea, che per la prima volta nella storia intercettò la Cometa di Halley, dipinta nell’Adorazione dei Magi della Cappella degli Scrovegni a Padova.  La mostra, quindi, ospita per la prima volta insieme, e a confronto, tutti i capolavori più significativi dipinti dal Maestro. (red)

FIRENZE: ALLA TAVOLA DEL GRANDUCA

La mostra “Omaggio al Granduca: i piatti d’argento per la festa di San Giovanni”, fino al 5 novembre, a Palazzo Pitti, a Firenze, mette in luce un episodio tanto appassionante quanto poco noto dell’oreficeria italiana tra Sei e Settecento, che trae la sua origine dalla ricorrenza di San Giovanni Battista, solennemente festeggiata a Firenze già in antico il 24 giugno, e dalle relazioni diplomatiche intrattenute da Casa Medici tanto con le corti europee che con l'ambiente curiale romano. Queste circostanze portarono nelle collezioni medicee una straordinaria raccolta di piatti istoriati d’argento, eseguiti su disegno dei più significativi artisti romani del tempo. Dal 1680, per ben cinquantotto anni, Cosimo III e il suo successore, il figlio Giangastone, ricevettero pregiati bacili d’argento con storie relative ai fasti dinastici della casata fiorentina. Di questa collezione, dispersa con l'estinzione della dinastia medicea, si sarebbe persa memoria se la fabbrica Ginori di Doccia non avesse realizzato tra il 1746 e il 1748 calchi in gesso tratti dagli originali in argento, nell’intento di tradurli in porcellana.  (20 ott - red)

 

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