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direttore Paolo Pagliaro

'Corpi impuri’: il tabù
delle mestruazioni

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

'Corpi impuri’: il tabù <br> delle mestruazioni

CORPI IMPURI. IL TABÙ DELLE MESTRUAZIONI

“Corpi impuri. Il tabù delle mestruazioni” di Marinella Manicardi (Odoya) nasce da uno spettacolo teatrale che si sviluppa da una domanda: perché il sangue che fuoriesce dalla ferita del costato di Cristo è stato assurto di simbolo della vita, mentre quello che fuoriesce dalla vagina delle donne è stato stigmatizzato e considerato impuro per secoli? L’attrice, autrice e regista Marinella Manicardi indaga su uno degli ultimi tabù, sfornando un testo attuale, divertente e ricco di informazioni che dalla preistoria ci portano fino nel futuro, passando per i tavoli anatomici e le rappresentazioni sacre. Con l’aiuto di Carlo Flamigni, già direttore del il servizio di Fisiopatologia della Riproduzione e dell’Istituto di Ostetricia e Ginecologia dell’Universita di Bologna, l’autrice scopre come tutto ciò che riguarda il funzionamento dei genitali femminili sia una scoperta recentissima. Sessant’anni fa la luna non era così lontana dall’essere raggiunta, eppure le mestruazioni erano ancora in gran parte un mistero. Il fatto che ancora oggi il sangue negli spot pubblicitari sia di colore blu per non urtare la sensibilità degli spettatori (i, al maschile) è la punta dell’iceberg di una storia antica, tutta politica, di sottomissione del principio femminile a quello maschile. Eppure la fertilità e la madre terra nell’antichità erano venerate e il simbolo della vagina compare in tutte le antiche religioni. Ma se le Yoni tantriche, le Baubo greche o le veneri willendorfiane, antichissimi simboli di fertilità, sono state scalzate dalle immagini dei santi e di Gesù, quello che è successo alla donna nei secoli è stato molto peggio. Forse la vergogna, il disagio, lo sporco e il disprezzo per la donna mestruata sono una delle ultime propaggini della persecuzioni delle streghe. Per questo Manicardi consiglia l’illuminante lettura del Malleus Maleficarum. Il libro è completo di un excursus sulle scoperte scientifiche relative all’anatomia  femminile da Leonardo a Giovanni Antonio Galli; un’originalissima storia sociale dell’assorbente; informazioni complete sulla storia della contraccezione e alcuni fatti culturali annessi fino a snocciolare le leggi (speriamo in evoluzione) che riguardano il periodo mensile femminile. Non contenta del fuoco di fila di informazioni su questo fatto, che riguarda miliardi di individui umani, l'autrice sfodera la sua verve teatrale, divertendo il lettore con i mille nomi alternativi delle mestruazioni e gli altri mille modi per dissimulare un fatto naturale come la riproduzione stessa. Il libro che tutte le quattordicenni dovrebbero leggere, il libro che dice fuori dai denti che inorridire di fronte al sangue mensile, tanto da non volerlo nemmeno immaginare, è un campanello d’allarme: siamo forse ancora una società misogina? Forse, prima di andare su Marte, l’essere umano potrebbe apprendere a rispettare la fonte della vita e le sue manifestazioni. Marinella Manicardi ha debuttato in teatro a Bologna, diretta da Luigi Gozzi, con cui ha condiviso la direzione artistica del Teatro delle Moline, raccontata in Trent’anni dopo: il Teatro delle Moline (Edisai 2006). Ha registrato sceneggiati radiofonici, diversi Racconti di mezzanotte e tenuto laboratori teatrali. È autrice di Luana prontomoda (2005) e Corpi impuri (2011) per il Festival Filosofia di Modena. Da quest’ultimo spettacolo è nata l’idea del presente pamphlet. Del suo lavoro di attrice ha scritto Paolo Puppa ne La voce solitaria (Bulzoni 2010). Per Pendragon, insieme a Federica Iacobelli, ha pubblicato nel 2013 La Maria dei dadi da brodo.

SANDOKAN A FUMETTI

Il mito di Sandokan torna ad essere protagonista di un fumetto. L’ 8 novembre è uscito in tutta Italia “Le tigri di Mompracem e altre storie”, il primo volume di una nuova serie dedicata ai famosi personaggi creati dalla fantasia di Emilio Salgari. Pubblicata da Star Comics in occasione dei 30 anni di attività, la serie è caratterizzata da un’interpretazione fedele all’originale, ma con un tocco di modernità. Ogni volume (formato 19x26 cm, foliazione 144 pagine, cartonato, b/n, prezzo 20 euro) è composto da due parti: una prima con un riadattamento a fumetti del testo originale ed una seconda con alcune storie inedite basate sull’universo narrativo salgariano. Il primo volume è stato presentato in anteprima a “Lucca Comics & Games”, il festival internazionale del fumetto che si è svolto nei giorni scorsi a Lucca, riscuotendo un’ottima accoglienza da parte di appassionati e collezionisti. I prossimi due volumi, dal titolo “I misteri della giungla nera e altre storie” e “Le due tigri e altre storie”, saranno disponibili nei prossimi mesi. “Abbiamo deciso di dar vita a un nuovo fumetto su Sandokan perché abbiamo ritenuto che un classico di questo straordinario valore meritasse una nuova iniziativa editoriale, capace di raccontare le gesta del temibile pirata con un occhio puntato sulla fedeltà al testo originale e l’altro ad un’estetica contemporanea”, spiega Claudia Bovini, direttore editoriale di Star Comics. “Nella realizzazione delle nuove storie, abbiamo coinvolto alcuni dei più brillanti sceneggiatori e disegnatori del panorama nazionale, tra autori esperti e giovani promesse”, sottolinea a sua volta Davide G.G. Caci, publishing manager della casa editrice perugina e curatore dell’opera, “chiedendo loro di ampliare il già vasto universo narrativo legato a Sandokan e creando vicende compatibili con quelle descritte da Salgari, ma totalmente inedite”. Il primo volume “Le tigri di Mompracem e altre storie” si apre con una storia lunga, scritta da David Goy e Gero e disegnata da Paolo Antiga: si tratta dell’adattamento a fumetti del primo romanzo del ciclo indo-malese e vedrà Sandokan impegnato con i suoi “tigrotti” in una lotta senza tregua all’invasore europeo. Vi è poi una seconda parte che contiene tre “side stories”, storie brevi che raccontano episodi di vita e incontri mai narrati prima: “Il ventre del Diavolo” affronta il rapporto tra Sandokan – giovane e adulto – e Mompracem (realizzata da Davide Aicardi e Mario Sciuto); “Gli occhi della Tigre”, che narra una piccola parte dell’infanzia di Marianna (Davide Morando e Michael Malatini); e “La Tigre e la Volpe”, sul primo incontro tra Sandokan e Yanez (Alessandro Di Virgilio e Michela Cacciatore). Il volume è completato da un saggio inedito a firma di due importanti esperti salgariani, Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi. Le copertina dei tre volumi sono state realizzate da Pasquale Frisenda, disegnatore noto, tra l’altro, per il suo lavoro su “Tex”.

 

LA RAGAZZA CON L’ACCENDINO DI GIUSEPPE M. GNAGNARELLA

Arriva nelle librerie il nuovo romanzo di Giuseppe M. Gnagnarella. Si tratta di “La ragazza con l’accendino” (Edizioni Kirke), una nuova avvincente storia scritta dal noto giornalista, già corrispondente Rai e volto noto della tv. Il libro sarà presentato lunedì 27 novembre, alle 19, al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo (Lungotevere in Augusta, 28). A presentare l’incontro sarà il vice direttore del Tg2, Andrea Covotta. Ancora una volta i giovani e la Francia sono al centro di questo lavoro di Gnagnarella, che già nel precedente “Redez-Vous” si soffermava sull’universo giovanile, ambientale nella capitale francese. “Ma con tante spiagge che ci sono in Costa Azzurra, proprio Nizza dovevi scegliere per le vacanze?”. E’ l’irritato rimprovero che il protagonista rivolge alla bella sconosciuta, che per due settimane l’ha stregato con la sua presenza in spiaggia. Di lei non riesce a sapere nulla e non la vede se non per due ore di mattina in spiaggia, non trovando mai il coraggio di avvicinarla. Quando all’improvviso scompare, l’affascinante signora lascia sui sassi in riva al mare un accendino nero, su cui sono incisi il profilo della Torre Eiffel e una lettera “C”. Alla ricerca della bella bagnante, il protagonista inizia un viaggio che dura un anno e che lo porterà da Roma a Torino, da Lione a Parigi, dove riesce, in un’avvincente finale a sorpresa, a sapere tutto o quasi… Giuseppe Maria Gnagnarella, giornalista, lancianese di nascita, romano di adozione, è stato responsabile della comunicazione della Presidenza della Rai, portavoce del Vice Direttore Generale della Rai, capo ufficio stampa di Rai2, responsabile dei rapporti Rai con la Commissione parlamentare di Vigilanza e con gli Enti locali, capo redattore politico del Tg3 e del Giornale Radio, Vaticanista e inviato speciale di guerra in Israele, Libano, Nicaragua ed ex Jugoslavia. Già Consigliere di Amministrazione della LUISS Guido Carli, è autore dei volumi: “1978, l’anno che ha cambiato la Repubblica”, pubblicato da Le Monnier nei “Quaderni di Storia di Spadolini”; “La bella preda”, pubblicato da Carabba e “Storia politica della Rai”, pubblicato da TEXTUS Edizioni. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo “Rendez-Vous a Saing Germain” (Gangemi). Ha insegnato nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, all’Università Salesiana e all’Università di Cassino. Premio “Abruzzese dell’anno” nel 2006, Premio “Penne pulite” nel 1999.

 

STORYTELLING FOR DUMMIES DI ANDREA FONTANA  

Viviamo in una dimensione sociale e professionale dove le tecniche del racconto sono diventate modello di comunicazione e sinonimo di efficacia relazionale. Ma cosa significa raccontarsi e come si fa evitando errori grossolani e perdite di tempo? “Storytelling For Dummies” di Andrea Fontana (Hoepli) consente a tutti i lettori curiosi e di ogni età di avvicinarsi allo “storytelling” e allo “storydoing” per poterli utilizzare nella vita di tutti i giorni: dai social media al web, dal colloquio di lavoro a una attività di branding aziendale, dalla creazione di una foto o un video alla redazione di una mail. Il libro non è fatto per gli scrittori e non insegna a scrivere ma è pensato per tutti quelli che vogliono migliorare le proprie capacità di racconto sul lavoro e nella vita (storytelling on life!), visto che lo storytelling è diventato un modello indispensabile di relazione personale e professionale. Andrea Fontana è il più rilevante esperto di Storytelling in Italia. Insegna “Storytelling e narrazione d’impresa” all’Università di Pavia dove è anche direttore didattico di un Master di I livello in Scienze della Narrazione (MUST). Lavora con importanti aziende nazionali e internazionali per migliorare i racconti dei loro prodotti e servizi. Amministratore delegato del Gruppo Storyfactory e Presidente dell’Osservatorio italiano Storytelling è autore di diversi saggi e testi. Per Hoepli hanno scritto: Storytelling d’Impresa (2016); #IoCredoAlleSirene. Come vivere (e bene!) in un mare di Fake News (2017).

IL GRANDE RACCONTO DELLA BIBBIA SECONDO PIETRO STEFANI

“Grande codice dell’Occidente”, “giacimento culturale”, “guida sapienziale”, “libro-mondo”, “grammatica dell’esistenza”, “testo dell’essere nella storia e dell’esserci della storia”, “specchio dell’invisibile volto di Dio”: l’elenco delle definizioni, sacre o profane, rigorose o evocative, potrebbe continuare. Nelle sue varie versioni, la Bibbia è il testo sacro per ebrei e cristiani; inoltre molte delle sue storie sono presenti nel Corano. La sua grande forza germinativa è attiva da secoli, oltre che nelle tradizioni religiose, nella cultura, nell’arte, nelle letterature, nella riflessione filosofica e politica, nella sfera civile. Un universo infinito esplorato da Pietro Stefani nel saggio  “Il grande racconto della Bibbia” (Il Mulino). È possibile trovare il bandolo per raccontare il “Racconto dei Racconti”, nella sua peculiarità di testo “rivelato” che rimanda alla fede, e di testo “secolare” che rimanda alla cultura? Sì, e il risultato sarà tanto più avvincente quanto più si terrà conto – come fanno queste pagine – che si è di fronte a un’opera nella quale le visioni di fede si esprimono attraverso un linguaggio radicato nella concreta esperienza umana. Troviamo infatti, nelle parabole e negli apologhi, nelle figurazioni, nelle vicende narrate, prove morali e materiali, conquiste spirituali, fraternità, inimicizie, fiducia, disperazione, cadute terrene, riscatti, e nel fondo un inestinguibile desiderio di pace. Piero Stefani insegna Bibbia e cultura nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano ed è presidente del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE). Fra i suoi libri ricordiamo “L’Apocalisse” (2008) e “Gesù” (2012) per il Mulino; l’edizione di Qohelet (Garzanti, 2014); “L’esodo della Parola. La Bibbia nella cultura dell’Occidente” (EDB, 2014); “La Bibbia di Michelangelo” (Claudiana, 2015) e “Sulle traccedi Dio” (Qiqajon, 2017).

 

 

 

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